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Tragedia Chieti, il mediatore assicura: “La figlia di Filippone non era stata sedata”

La piccola Ludovica “è venuta giù senza nessuna espressione, come un sasso” ha spiegato lo psichiatra che per ore ha tentato di dissuadere Fausto Filippone dal gettarsi nel vuoto dal viadotto a Francavilla. Ma la bimba non sarebbe stata drogata dal padre, prima di essere spinta giù.
A cura di Biagio Chiariello
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Ludovica Filippone non è stata sedata dal padre. Ad assicuralo all’Ansa è stato lo psichiatra Massimo Di Giannantonio, il mediatore che per ore ha tentato, domenica scorsa, sul viadotto della A14, di convincere Fausto Filippone a non gettarsi nel vuoto dal viadotto a Francavilla a Mare, in provincia di Chieti, dopo aver ucciso la figlioletta. Negli scorsi giorni era emersa anche l’ipotesi che la piccola potesse essere stata in qualche modo drogata dall’uomo, visto che alcuni testimoni assicurano che la bimba sia precipitata, dopo essere stata spinta dal padre, senza neanche urlare.

“Dal racconto degli agenti che sono giunti per primi sul posto – riferisce il direttore del dipartimento salute mentale della Asl Lanciano Vasto Chieti – la bambina era in piedi sul burrone con il braccio del padre che le cingeva la vita. Poi l'ha lanciata e lei è venuta giù senza nessuna espressione, come un sasso. Era annichilita dal terrore. Era immobilizzata, ma non dai farmaci”. E sul movente: “Si stanno raccogliendo tutti gli elementi utili per dare una risposta a questa tragedia. Ma se cerchiamo un movente razionale non capiamo la patologia psichiatrica grave”.

I familiari, prosegue ancora il mediatore, “riferiscono di un uomo che negli ultimi tempi era sempre più assente. Sicuramente un evento importante era stato la perdita della madre ma lui, su quel precipizio, faceva risalire a 15 mesi fa fatti che gli avevano stravolto la vita”. Sembra comunque farsi sempre più strada l’ipotesi che il 49enne sia veramente cambiata dopo la morte della madre nell'agosto scorso. “Un componente della famiglia ha parlato di questo con la moglie. Ma lui, dopo che la moglie stessa gli aveva riferito della preoccupazione della sua famiglia, ha avuto una reazione forte, è andato da questo familiare dicendo: ‘Non devi entrare nella mia vita privata’”. Quindi, sottolinea Di Giannantonio, “il fuoco covava sotto la cenere ma era importante per Filippone mantenere l'etichetta di normalità, efficienza ed efficacia”.

“Su quel precipizio ripeteva: ‘ecco some mi sono ridotto. Sono diventato un fenomeno da baraccone. Ho compiuto delle cose drammatiche e non me lo spiego. Ma avendole fatte ora c'è solo una possibilità’”.

Filippone avrebbe dunque programmato tutto? “Era un ingegnere, abituato a programmare” dice lo psichiatra. Anche la scelta del viadotto e del punto da dove compiere i gesti estremi per la figlia, Ludovica di 10 anni, e per lui? “Probabile che abbia pianificato anche questo”, risponde l'esperto. Mentre sui risultati dell'autopsia sulla moglie di Filippone, Marina Angrilli, che ha stabilito che si tratta di omicidio, Di Giannantonio non ha avuto dubbi fin dall'inizio: “Quello che aveva compiuto è apparso chiaro fin da subito”.

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