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Terremoto Ecuador: oltre 350 vittime e duemila feriti, ma si scava ancora

Si aggrava ancora il bilancio del terribile terremoto che ha colpito l’Ecuador. In molte zone si scava ancora tra le macerie e sono già oltre duemila le persone ferite. Intanto si mobilitano anche i soccorsi internazionali con l’Ue che ha promesso l’attivazione del sistema di protezione civile europeo.
A cura di Antonio Palma
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UPDATE 16.20 – Almeno 350 morti, bimba estratta viva – È ormai salito ad almeno 350 morti il bilancio del terribile terremoto che ha colpito nelle scorse ore l'Ecuador con una magnitudo di 7,8 gradi sulla scala Richter. Lo ha segnalato il ministero della sicurezza del Paese sudamericano che sta coordinando i soccorsi nelle sei province maggiormente colpite dal sisma. Purtroppo si tratta ancora di un bilancio provvisorio visto che molte zone sono ancora invase da detriti e mancano all'appello moltissime persone. I soccorsi comunque continuano a lavorare incessantemente snelle aree colpite e a scavare tra i detriti di palazzi e case per cercare di recuperare persone ancora in vita. Proprio alcune ore fa una bambina è stata salvata dai soccorritori dopo essere rimasta sotto le macerie per oltre 20 ore. La piccola era sepolta tra le macerie di un edificio al fianco della sede del comune di Pedernales, nella provincia di Manabim una delle zone  più colpite dal terremoto. La bimba è stata trasportata nell'ospedale allestito provvisoriamente nello stadio locale e popi trasferita.

Come si temeva purtroppo si aggrava di ora in ora il bilancio delle vittime del terribile terremoto in Ecuador. Come comunicato dalle autorità locali, infatti, il sisma di magnitudo 7,8 gradi sulla scala Richter che ha colpito pesantemente il Paese sudamericano ha causato la morte di almeno 270 persone e il ferimento di oltre duemila abitanti. Un bilancio che sfortunatamente è destinato ad aggravarsi ancora sia per le condizioni di alcuni dei feriti sia perché in molte zone si scava ancora tra le macerie di palazzi ed edifici crollati. "Sappiamo che ci sono cittadini intrappolati sotto le macerie che devono essere ancora salvati" ha confermato infatti in una trasmissione speciale della tv e della radio il vice presidente del'Ecuador, Jorge Glas. A complicare ancora di più la situazione le piogge cadute nell'ultimo periodo che già avevano reso molte strade inagibili.

Il Presidente Rafael Correa, rientrato immediatamente in patria da una visita ufficiale in Vaticano, ha spiegato che i soccorsi sono al lavoro incessantemente con l'aiuto dell'esercito e squadre specializzate arrivate dalla Colombia e dal Messico. Del resto la terribile scossa di terremoto in Ecuador, con epicentro localizzato a 27 chilometri a sud-est di Muisne a una profondità di 19 chilometri, è sta così pesante da essere avvertita distintamente anche nei Paesi vicini come la tessa Colombia. La zona colpita è molto vasta e le autorità locali hanno proclamato lo stato di emergenza in sei province del Paese (Guayas, Manabi, Santo Domingo, Los Rios, Esmeraldas e Galapagos) oltre a mobilitare agenti e militari. Da quanto si apprende dai media locali, nel Paese circa un centinaio di detenuti sono evasi da una prigione nell'ovest dell'Ecuador dopo che un muro del carcere è crollato a seguito del terremoto. L'episodio nella prigione di El Rodeo, nella città di Portoviejo.

Gli aiuti per il terremoto in Ecuador

Nel Paese sono già al lavoro migliaia di volontari a partire da quelli della Croce rossa ma anche molte Ong si stanno impegnando e hanno avviato raccolte fondi per le prime necessità dei superstiti. Il forte sisma infatti non solo ha raso al suolo palazzi  e distrutto alcuni ponti e autostrade, ma ha anche danneggiato numerose infrastrutture e ora vaste aree sono senza elettricità ma soprattutto senza acqua potabile ed occorre fare presto.  A questo proposito Caritas Italia ha già stanziato 100mila euro, mentre Oxfam ha annunciato di "essere al lavoro, con una squadra sul campo, per valutare l'entità dei danni e decidere le prime misure d'intervento".

Terremoto in Ecuador: l'Ue mobilita i soccorsi

Intanto si muove anche l'Ue. In una nota congiunta, l'Alto rappresentante Ue Federica Mogherini e il commissario per gli aiuti umanitari e la gestione delle crisi Christos Stylianides, hanno hanno annunciato che "su richiesta dell'Onu, l'Ue ha attivato il sistema di protezione civile europeo per fornire tutto l'aiuto possibile all'Ecuador. I Paesi che partecipano al sistema stanno valutando quale tipo di sostegno e assistenza mettere a disposizione". In questo ambito anche l'Italia farà la sua parte come ha confermato il Premier Renzi, assicurando che "la nostra protezione civile è a disposizione per aiutare l'Ecuador e il suo popolo" e che il Dipartimento "è già in contatto con Bruxelles".

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