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Ricostruzione e tangenti ne L’Aquila del post-terremoto: arresti e perquisizioni

Bufera a L’Aquila per la nuova inchiesta “Do ut des” sulla ricostruzione del post terremoto del 2009. Indagato il vicesindaco. Coinvolti assessori del Comune e funzionari pubblici.
A cura di Biagio Chiariello
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Arresti e numerose perquisizioni dalla prima mattinata di oggi, 8 gennaio, nella provincia aquilana nell'ambito della nuova inchiesta sul terremoto del 6 aprile 2009, denominata "Do ut Des" o "Eagle Affair". Secondo gli inquirenti sugli appalti legati alla ricostruzione del post-sisma ci sarebbe l'ombra di tangenti che coinvolgono il Comune dell'Aquila. 4 persone sono finite agli arresti domiciliari. Nell’inchiesta risultano indagate otto persone, tra cui il vicesindaco del capoluogo abruzzese Roberto Riga, all’epoca dei fatti assessore all’urbanistica. Diverse le perquisizioni in ditte e abitazioni dello stesso comune di ex assessori, funzionari pubblici aquilani, imprenditori, tecnici e faccendieri ritenuti responsabili, a vario titolo, di millantato credito, corruzione, falsità materiale e ideologica, appropriazione indebita su appalti legati alla ristrutturazione de L'Aquila.

Secondo le indagini della Squadra Mobile della Questura dell'Aquila, con la collaborazione di quella di Teramo e di Perugia, effettuate anche con intercettazioni, si sarebbe concretizzato un sistema corruttivo, secondo il quale alcuni imprenditori interessati ai lavori per la ricostruzione, provvedevano a illecite dazioni, quantificate in circa 500mila euro, nei confronti di funzionari pubblici che rispondevano con l'aggiudicazione degli appalti relativi a lavori di messa in sicurezza delle strutture danneggiati dal sisma del 2009 (tra cui Palazzo Carli, sede dell'Università di L'Aquila). È stata inoltre accertata l'appropriazione indebita di oltre 1,2 milioni di euro, da parte di alcuni indagati, relativa al pagamento di questi lavori. I fatti si riferiscono al periodo che va da settembre 2009 a luglio 2011.

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