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Gerusalemme capitale d’Israele: palestinese ucciso, oltre 200 feriti. Italia contro Trump

Tensioni a Gerusalemme per il venerdì di preghiera per i musulmani. Sarebbero state bruciate alcune bandiere israeliane, mentre a confine della Striscia di Gaza un palestinese sarebbe stato ucciso dai militari israeliani. Scontri in molte città della Cisgiordania con centinaia di feriti.
A cura di Annalisa Cangemi
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UPDATE – Gli ambasciatori alle Nazioni Unite di cinque nazioni europee (Italia, con l'ambasciatore Sebastiano Cardi, Francia, Gran Bretagna, Germania e Svezia ) hanno letto una dichiarazione comune al Palazzo di Vetro dicendosi in "disaccordo" con la decisione di Trump. La decisione "non è in linea con le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza e non è di aiuto alla prospettiva per la pace nella regione", hanno avvertito i cinque ambasciatori: "Lo status di Gerusalemme deve essere determinato attraverso negoziati tra israeliani e palestinesi". L'Italia, ha poi annunciato Cardi, manterrà la sua ambasciata in Israele a Tel Aviv.

Tensione a Gerusalemme dopo la decisione del presidente Trump di spostare nella città l'Ambasciata americana da Tel Aviv. Migliaia di palestinesi si sono radunati sulla Spianata delle Moschee per pregare ma anche per protestare contro la presa di posizione della Casa Bianca, ma gli scontri più violenti coi sono stati invece lungo il confine della Striscia di Gaza e in Cisgiordania. A Gaza un palestinese è stato uccisi da soldati israeliani negli scontri, mentre in Cisgiordania le proteste hanno fatto oltre duecento feriti. Il ministero della sanità di Gaza ha confermato la vittima mentre una seconda persona, inizialmente dato per morto, è stata portata in sala operatoria in gravissime condizioni. Mentre a Gerusalemme sono state bruciate alcune bandiere israeliane e di fronte la Porta di Damasco è stata organizzata una manifestazione palestinese controllata dalla polizia, a Gaza, secondo l'esercito israeliano, centinaia di palestinesi hanno fatto rotolare pneumatici in fiamme, lanciando pietre contro i soldati oltre il confine che hanno risposto sparando.

"Ho mantenuto la mia promessa elettorale – gli altri non lo hanno fatto", twitta trionfante il presidente americano. E posta un video in cui compaiono gli ex presidenti Usa, Bill Clinton, George W. Bush e Barack Obama, dove tutti affermano che Gerusalemme è la capitale di Israele, e invece l'attuale presidente lo ha dichiarato ufficialmente, riconoscendo la città capitale dello Stato ebraico. In realtà per trasferire l'ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme ci vorranno almeno due anni. Lo ha detto il segretario di Stato Usa, Rex Tillerson, a Parigi per la conferenza sul Libano. Il capo della diplomazia statunitense ha anche sottolineato come lo status finale di Gerusalemme sarà definito nei negoziati tra israeliani e palestinesi.

Dopo gli scontri di ieri c'è allerta per le strade di Israele per le preghiere dei musulmani del venerdì, Per Hamas infatti la decisione shock di Trump è stata vista come una "dichiarazione di guerra contro i palestinesi". E ha invocato una nuova "intifada", cioè una rivolta della popolazione palestinese contro gli occupanti israeliani. Scontri sono stati segnalati a Betlemme, ad Hebron, a Qalqilya, a Ramallah, a Kusra (Nablus). Scontri anche a Beit Khanun ai margini della Striscia di Gaza.

Intanto continuano anche in Turchia le proteste contro Gerusalemme capitale e contro Trump. Nel giorno della preghiera islamica del venerdì, gruppi di manifestanti si sono riuniti davanti alla storica moschea di Fatih a Istanbul, luogo simbolo delle adunate dei movimenti islamisti, sventolando bandiere turche e palestinesi. Tra gli slogan più urlati, "Israele assassino, Stati Uniti collaborazionisti" e "Gerusalemme è nostra e resterà nostra". Diverse manifestazioni si erano già svolte in Turchia già nei giorni scorsi, che erano sfociate anche in un rafforzamento delle misure di sicurezza intorno alle missioni diplomatiche Usa.Il presidente Erdogan è oggi in Grecia, dove incontrerà la minoranza musulmana di origine turca.

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