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Gerusalemme capitale, scontri e proteste: almeno 114 feriti. Hamas lancia intifada

Incidenti sono stati registrati a Gaza, Betlemme, Hebron e Ramallah. Il leader di Hamas, Ismail Haniya, dopo le dichiarazioni di Donald Trump: “Le sue parole uccidono gli stessi accordi di Oslo. Lavoreremo per lanciare una nuova Intifada contro il nemico sionista”.
A cura di Davide Falcioni
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Ismail Haniya, numero uno di Hamas, ha dichiarato questa mattina che la decisione degli Stati Uniti di riconoscere Gerusalemme come capitale d'Israele è una "dichiarazione di guerra contro i palestinesi". Il politico ha inoltre chiesto una nuova "intifada", cioè una rivolta della popolazione palestinese contro gli occupanti israeliani. Secondo il leader di Hamas le dichiarazioni di Donald Trump su Gerusalemme hanno "ucciso" il già delicatissimo processo di pace israelo-palestinese. "Le dichiarazioni di Trump uccidono gli stessi accordi di Oslo. Lavoreremo per lanciare una nuova Intifada contro il nemico sionista".

E alle parole del Presidente USA hanno fatto seguito diversi scontri tra dimostranti palestinesi e reparti militari israeliani in Cisgiordania, a Gerusalemme est e lungo la linea di demarcazione con Gaza. Almeno 114 persone sarebbero rimaste ferite perché colpite con armi da fuoco, intossicate da gas lacrimogeni o contusi da proiettili rivestiti di gomma.

Ieri il presidente degli Stati Uniti Donald Trumo ha rilasciato una dichiarazione che rischia di gettare nuovamente nel caos il Medio Oriente: "È ora di riconoscere Gerusalemme come capitale dello Stato di Israele, è l'inizio di un nuovo approccio al conflitto israelo palestinese. Israele è uno stato sovrano che ha il diritto, come ogni altro Paese, di decidere la sua capitale. Essere consapevole di questo è una condizione necessaria per raggiungere la pace". Il capo della Casa Bianca ha aggiunto: "Gerusalemme non è solo il cuore di tre religioni, ma di una delle democrazie più importanti al mondo. Gli israeliani hanno costruito un paese dove tutti sono liberi di professare la loro religione. Gerusalemme è e deve restare un posto dove tutti possono pregare. Oggi riconosciamo l'ovvio: Gerusalemme è la capitale d'Israele. È Il riconoscimento della realtà, niente di più".

Naturalmente la dichiarazione di Donald Trump è stata salutata con gioia dai leader israeliani, in primis dal primo ministro Benjamin Netanyahu: "La decisione segna un giorno storico ed è un importante passo verso la pace". Altrettanto soddisfatto il presidente israeliano, Reuven Rivlin: "Grazie al presidente americano Donald Trump per il suo annuncio, non c'è regalo più bello né adeguato, quando ci avviciniamo ai 70 anni dell'indipendenza dello Stato d'Israele". La decisione della Casa Bianca di riconoscere Gerusalemme come capitale d'Israele, ha affermato, "è un risultato nel riconoscimento del diritto del popolo ebraico alla nostra terra e una pietra miliare nel nostro cammino per la pace".

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