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Stuprata in spiaggia a Rimini, la vittima: “Bestie impazzite. Parlavamo, poi ci hanno picchiato”

Il racconto della ragazza polacca di 26 anni violentata in spiaggia da un branco di quattro persone mentre si trovava insieme a un amico. “Parlavamo, poi sono cominciate le botte”. Secondo la loro testimonianza, gli aggressori “avevano la pelle olivastra” e “sembravano nordafricani”. Continuano le indagini.
A cura di Ida Artiaco
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"Volevano attaccare bottone, poi ci hanno portato sulla spiaggia e hanno cominciato a picchiarci. Sembravano bestie impazzite". È ancora sconvolta la 26enne polacca protagonista dello stupro consumatosi nelle notte tra venerdì e sabato scorsi a Rimini mentre si trovava con un amico, suo connazionale, che hanno a sua volta derubato e malmenato. Lo ha raccontato in un inglese stentato agli inquirenti che indagano su quanto accaduto, e le sue parole, riprese dal Corriere della Sera, hanno poi fatto il giro della stampa nazionale. La coppia voleva solo scattare qualche foto in riva al mare prima di ritornare in Polonia quando è stata brutalmente aggredita. "Cercavo di capire cosa volevano quei ragazzi, quando l’ho capito è stato troppo tardi, mi hanno colpito con una bottiglia…", ha ricordato il ragazzo.

I due polacchi, che erano arrivati in Romagna il giorno prima dalla Toscana, hanno anche riferito che i loro aggressori, per un totale di quattro persone, "avevano la pelle olivastra" e "sembravano nordafricani": una descrizione abbastanza scarna, ma che sembra coincidere con quella del trans peruviano che, stando a quanto ricostruito dagli investigatori, il gruppo avrebbe aggredito e violentato poco dopo. Sulle loro tracce si sono concentrate le forze dell'ordine. Al lavoro senza sosta sono gli uomini della polizia scientifica e della squadra mobile della Questura di Rimini, guidata dal questore Maurizio Improta, oltre agli agenti dello Sco inviati da Roma con agenti specializzati in crimini di genere. Intanto, i due amici restano ancora ricoverati in osservazione in ospedale ed è attesa nella giornata di domenica 27 agosto la visita del console polacco in Italia.

La ricostruzione dello stupro

Stando ad una prima ricostruzione fornita dagli inquirenti, i due amici, parte di un gruppo che alloggiava all'Hotel Aramis, pare si siano appartati in spiaggia intorno alle quattro del mattino per scattare alcune foto e stavano camminando sulla battigia quando sono stati aggrediti da un gruppo di quattro persone. Questi hanno picchiato il giovane, che ha perso i sensi, e poi hanno abusato della ragazza su un pattino, spingendola poi in mare. Pochi minuti dopo, hanno anche violentato un trans peruviano lungo una strada statale. Per il momento non c'è nulla di certo e il condizionale è d'obbligo, anche se sicuramente si tratta di giovani che hanno agito sotto l'effetto di sostanze.

I precedenti

Non è la prima volta che sulla spiaggia di Rimini si verificano episodi simili. La notte di Ferragosto del 2015, ad esempio, una ragazza di Monza è stata violentata mentre si trovava in vacanza con gli amici. Per questo è stato arrestato un ragazzo di origine senegalese, che gli inquirenti scoprirono essere l'autore di altre violenze denunciate nei giorni precedenti. Quello stesso anno, qualche giorno più tardi, una ragazza tedesca di 19 anni fu stuprata sulla spiaggia di Miramare, la stessa dove è avvenuta quella ai danni della 26enne polacca, e trovata sulla battigia semincosciente. Non riuscì a fornire elementi utili ad identificare il violentatore. Chi conosce la zona afferma che "se ne conosce il grado di pericolosità, ma che tutti continuano ad andarci". Ci sono persino dei cartelli che vietano l'accesso alla spiaggia dall'una alle cinque del mattino, perché l'area è poco illuminata a causa della sua estensione.

Rimini, città sotto shock

Intanto, gli abitanti di Rimini sono preoccupati dell'episodio di violenza consumatosi nella notte tra venerdì 25 e sabato 26 agosto. "Per le tre vittime dell'allucinante notte di terrore tra venerdì e sabato, Rimini chiede giustizia – ha dichiarato il sindaco Andrea Gnassi, annunciando che il Comune si costiutirà parte civile -. Significa, una volta individuati, arrestati e processati, condannare i responsabili alla punizione massima prevista dalle leggi vigenti – aggiunge -. Senza sconti, senza attenuanti, senza psicologismi e sociologismi, senza buone condotte: la punizione massima prevista dalle leggi vigenti". Gli fa eco l'assessore regionale al Bilancio e alle Pari opportunità, Emma Petitti, secondo la quale "gli episodi di violenza e orribile terrore che si sono verificati a Rimini sono inaccettabili e intollerabili. Stiamo seguendo con ansia il lavoro delle nostre forze dell'ordine nell'attesa che i responsabili vengano consegnati alla giustizia il prima possibile".

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