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“Stop al femminicidio”, sono 54 le donne uccise dagli uomini nel 2012

La rete di donne di “Se non ora quando” lancia una petizione all’indomani dell’omicidio di Vanessa Scialfa, l’ultima vittima appena ventenne del “suo” uomo. Migliaia le adesioni, tutti uniti per sconfiggere questa piaga italiana.
A cura di Susanna Picone
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La rete di donne di “Se non ora quando” lancia una petizione all’indomani dell’omicidio di Vanessa Scialfa, l’ultima vittima appena ventenne del “suo” uomo. Migliaia le adesioni, tutti uniti per sconfiggere questa piaga italiana.

Mai più complici. È questo l’imperativo da seguire all’indomani dell’ultima violenza intollerabile registratasi nel nostro Paese. Un Paese che, tristemente, ha un primato quando si parla di donne, un primato che la rete di “Se non ora quando” vuole far conoscere e sperare che l’indignazione e la rabbia possano far invertire la marcia. Nella petizione lanciata dal gruppo di Snoq, qualche ora dopo l’omicidio di Vanessa Scialfa, la ventenne siciliana strangolata e gettata da un viadotto dal fidanzato, il numero che si legge è cinquantaquattro. Con Vanessa sono cinquantaquattro, appunto, le donne morte per mano di un uomo dall’inizio dell’anno ad oggi.

“L’Italia rincorre primati” – Un numero altissimo, un triste primato, che non deve passare inosservato ma, al contrario, deve spingere chi di dovere a fare qualcosa per evitare quello che viene ridefinito un “femminicidio”. Femminicidio perché parlare di delitti passionali o di amori sbagliati non basta, sono dei crimini, che vanno raccontati nel modo più esaustivo possibile. Nella maggior parte dei casi, infatti, sono delitti d’odio che di passionale hanno ben poco. “Vogliamo che l’Italia si distingua per come sceglie di combattere la violenza contro le donne e non per l’inerzia con la quale, tacendo, sceglie di assecondarla”, è l’appello di “Se non ora quando”, petizione che nel giro di pochissime ore ha racconto migliaia di adesioni. Normali cittadini, uomini e donne, e tanti personaggi pubblici, da Susanna Camusso ad Anna Finocchiaro, da Renata Polverini a Rosetta Loy, tutti hanno speso qualche parola per provare ad interrompere questa scia di violenza.

Migliaia di adesione alla petizione, donne e uomini per dire basta al femminicidio – Donne che devono mantenere sempre alta l’attenzione ma anche uomini, chiamati direttamente in causa dal movimento, a “camminare e mobilitarsi con noi, per cercare insieme forme e parole nuove capaci di porre fine a quest’orrore”: ecco dunque le adesioni di Roberto Saviano, di Pierluigi Bersani, di Nicola Zingaretti, di Nichi Vendola e ancora altri. Il presidente di Sel, aderendo a “Mai più complici”, propone di “costruire da subito una forte reazione culturale, sociale e politica contro l’insopportabile sequenza di violenza, sopraffazione, morte nei confronti delle donne nel nostro Paese”. Perché c’è bisogno in Italia di proposte per combattere questi crimini, per combattere l’orrore che troppo spesso avviene tra le mura di casa, che in troppe donne non sanno ancora denunciare, orrori che ancor più spesso vengono facilmente dimenticati a causa dell’indifferenza generale.

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