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L’Airbnb più isolato del mondo si trova in Groenlandia ed è un rifugio galleggiante tra gli iceberg

In Groenlandia esiste un Airbnb completamente isolato, difficile da raggiungere e immerso nella natura più incontaminata. Tra orsi polari, ghiacciai e cetacei, andare in questo rifugio ai confini del mondo significa tornare a respirare davvero e allontanarsi per un po’ dallo stress.
A cura di Elisa Capitani
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Il Floating Glacier Hut, Groenlandia
Il Floating Glacier Hut, Groenlandia

Niente connessione, niente strade, niente rumori umani. Solo il mare artico, il vento e il lento spostarsi degli iceberg. Nella parte orientale della Groenlandia, uno dei territori più isolati e selvaggi del pianeta, è stato realizzato un rifugio che sembra uscito da un sogno nordico: una minuscola cabina galleggiante, sospesa tra acqua e ghiaccio, che può essere prenotata su Airbnb. Il Floating Glacier Hut è considerato la struttura più remota del mondo, e trascorrervi una notte costa circa 990 euro. Non è un alloggio per chi cerca comfort o connessione, ma per chi desidera, anche solo per un giorno, perdersi davvero.

Ai confini del mondo

Arrivare fino al Floating Glacier Hut non è un viaggio, ma un piccolo rito di iniziazione alla cultura della grande isola. Si parte dall’Islanda, con un volo verso Kulusuk, un villaggio di poche centinaia di abitanti incastonato tra i ghiacci della Groenlandia orientale. Da lì si prosegue solo in barca o in elicottero, attraversando un paesaggio surreale di montagne bianche, acque profonde e silenzi che sembrano infiniti. Quando finalmente si intravede la cabina galleggiante, la sensazione è quella di essere arrivati ai confini del mondo: un piccolo punto verde scuro in mezzo a un mare argentato di ghiaccio. Il viaggio stesso fa parte dell’esperienza. Non ci sono strade, né segnaletiche, e ogni spostamento dipende dalle condizioni meteorologiche e dal movimento degli iceberg. È un luogo che non si conquista facilmente, bisogna impegnarsi davvero, e forse proprio per questo affascina chi è in cerca di qualcosa di più profondo di una semplice vacanza relax.

La stanza dell’Airbnb
La stanza dell’Airbnb

Il rifugio tra i ghiacci

La cabina, costruita in legno e dipinta di verde scuro per confondersi con l’ambiente, galleggia su una piattaforma ancorata nel fiordo. All’interno tutto è essenziale ma curato: un letto matrimoniale, una stufa a legna, un piccolo angolo cucina e ampie vetrate panoramiche che si affacciano direttamente sul mare. L’energia arriva da pannelli solari e l’acqua da un serbatoio, ma per il resto ci si affida alla natura e alla propria capacità di adattarsi. Durante la notte, quando il cielo è limpido, la cabina diventa un osservatorio naturale, grazie ai vetri trasparenti si può assistere all’aurora boreale sopra il fiordo, con i riflessi verdi e viola che si specchiano sul ghiaccio. Nei mesi estivi, invece, è il sole di mezzanotte a dominare il paesaggio, regalando una luce sospesa che non si spegne mai, anche se forse in questo caso può risultare difficile addormentarsi. Il rifugio è davvero completamente isolato. Seguendo la costa verso nord si raggiunge la città più vicina, Sermiligaaq, che ha una popolazione di circa 200 abitanti e poi nulla per 800 km finché non si raggiunge uno dei posti più isolati del mondo, Ittoqqortoormiit, che ha una popolazione di 345. A parte questi due piccoli insediamenti, il rifugio è completamente isolato e immerso nella natura più incontaminata che si possa avere, tra orsi polari, ghiacciai e cetacei.

Vista dell’Airbnb dall’alto
Vista dell’Airbnb dall’alto

Il lusso del silenzio

Trascorrere una notte al Floating Glacier Hut costa caro, tra i 900 e 990 euro, a cui si aggiungono i costi del trasferimento privato da Kulusuk, ma chi sceglie di farlo non cerca certo il lusso materiale. Si tratta di un’esperienza pensata per chi desidera un ritorno all’essenziale, un contatto diretto con la natura e con se stesso. In un mondo sempre iperconnesso e rumoroso, dormire qui diventa un gesto quasi radicale, vuol dire rinunciare alla velocità, alla comunicazione continua, per ritrovare un ritmo più umano. L’isolamento, in questo caso, può essere inteso non come solitudine ma come spazio di scoperta e crescita interiore. È la possibilità di guardare il mondo da una prospettiva diversa, di scoprire quanto poco serva davvero per sentirsi vivi. È un viaggio che probabilmente non tutti sono pronti a fare, ma chi ci riesce, difficilmente lo dimentica.

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