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In volo sui jet privati dei ricchi, la testimonianza della hostess: “Orge, minacce, fiumi di champagne”

A Danielle Styron ne sono capitate tante nei 7 anni di lavoro come assistente di volo sui jet privati dei miliardari. Ha raccontato tutto in un libro.
A cura di Giusy Dente
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Sembrava il lavoro dei sogni, ma si è rivelato un incubo ad alta quota, che Danielle Styron ha raccontato in un libro. L'ex assistente di volo nel 2015 ha cominciato a lavorare sui jet privati, a bordo di velivoli frequentati da uomini ricchi e potenti, soprattutto imprenditori. Ovviamente ad attrarla erano stati guadagni: le era stato offerto uno stipendio a sei cifre, con benefit e la possibilità ovviamente di viaggiare sempre, girare il mondo, frequentare resort di lusso. Ma nessuno le aveva parlato degli aspetti negativi di quel lavoro che sembrava così perfetto, almeno all'apparenza.

La storia di Danielle Styron in un libro

Danielle Styron ricorda con esattezza il primo impiego a bordo di un jet privato, quando aveva 32 anni. Si era un po' insospettita quando il pilota le aveva prospettato un volo "alternativo": solo dopo ha capito cosa intendesse con quella strana parola. Il proprietario del jet, infatti, era un uomo sposato, che però era solito viaggiare spesso anche con le amanti. In quelle occasioni, chiedeva alle assistenti di volo di organizzare delle orge. "Come donna, è stato doloroso far parte di tutto questo – ha detto al New York Post – Anche se non avevo scelta. Cosa avrei dovuto fare, mandare all'aria la mia vita e dire: ehi il tuo uomo ti tradisce? Probabilmente lei lo sapeva già". E non è la sola situazione strana che si è ritrovata di fronte, in quei viaggi. Ne ha collezionati talmente tanti in sette anni, da riuscirci a scrivere un libro, incoraggiata da suo fratello James. L'autobiografia si intitola The Mile High Club: Confessions of a Private Jet Flight Attendant.

"I nomi sono stati cambiati per tutelarmi "si legge nell'introduzione. Nel volume racconta anche di quando un passeggero la rimproverò perché non aveva la tequila giusta in dispensa e di quando un altro assistente minacciò di prenderla a pugni in faccia, per un panino servito non abbastanza caldo. Poi c'è stata una volta in cui una donna l'ha spintonata: "Trattava meglio i cani degli esseri umani a bordo". Uno dei momenti più difficili di cui parla nel libro risale a quando le fu chiesto di procurare dello champagne sull'isola tropicale di St. Martin, subito dopo che un uragano aveva del tutto devastato la zona. C'era il disastro intorno, ma quel cliente pretendeva a tutti i costi bollicine. Al New York Post ha detto: "Ero lì a pensare: c'è stato solo un uragano di proporzioni enormi, la gente è lì ad aspettare il pane e tu mi chiedi di spendere 20.000 dollari in spumante". Ha dovuto cercare l'unico supermercato aperto: "Sembrava distopico" ha detto.

Un'altra volta ancora a Los Angeles, l'aereo è rimasto fermo sulla pista per un problema meccanico. Le era stato chiesto di intrattenere gli ospiti del charter mentre i piloti cercavano di riparare il mezzo: a bordo c'era l'attore e comico Jamie Foxx. A differenza della maggior parte dei clienti più in vista con cui ha avuto a che fare, lui è l'unico di cui conserva un bel ricordo. "La celebrità più deliziosa – ha ammesso –  Faceva battute e raccontava storie. Eravamo senza cibo, la gente stava perdendo la pazienza, ma non Jamie. Lui sorrideva ancora. Sempre gentile. Mi ha restituito la fiducia nell'umanità".

L'esperienza a contatto con quegli uomini facoltosi le ha insegnato molto. Apparentemente sono persone che hanno tutto, che possono viaggiare, vedere posti sempre diversi, scoprire il mondo, conoscere persone nuove. Ma non è tutto oro ciò che luccica. "Pensi che queste persone abbiano tutto, ma ho visto il contrario. Sono davvero insicuri". Oggi lei si è ritirata da quel mondo e lavora come estetista: lì si sente a suo agio perché non deve coccolare l'ego di nessuno, ma prendersi cura di persone normale. "È meno glamour ma molto più tranquillo" ha detto.

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