Michelle Obama contro gli standard di bellezza imposti alle first lady: era costretta a lisciare i capelli

Se sei la first lady d'America, trucco e parrucco non sono mai solo trucco e parrucco. Come ti vesti, come ti muovi, come acconci i capelli, che brand scegli: tutto finisce sotto la lente d'ingrandimento, nulla può essere lasciato al caso, perché ogni elemento acquista una particolare rilevanza. Lo sa bene Michelle Obama, che ha dedicato un intero libro a questa questione: a quanto sia complesso il look per una donna così esposta nel mondo della politica a livello mondiale. Lei è stata "la moglie del presidente" per otto anni, quelli dei due mandati consecutivi di Barack Obama, dal 2009 al 2013. Come per ogni first lady dell'epoca moderna, anche la sua immagine e il suo aspetto sono stati sempre meticolosamente analizzati: vestiti, make-up, fisicità, capelli. Ne ha parlato nel libro "the Look", appena pubblicato.
Perché Michelle Obama portava i capelli lisci alla Casa Bianca
Di Nancy Reagan si diceva che si facesse sistemare la chioma almeno una volta a settimana: non è mai stata vista con un capello fuori posto, era sempre impeccabile. Anche Jacqueline Kennedy pare fosse ossessionata dai capelli ed è passata alla storia per le sue acconciature glamour da diva. Si è tanto parlato anche dei capelli di Michelle Obama. Lei, da donna intelligente, ha capito molto presto che quella sua caratteristica sarebbe finita al centro dell'attenzione, col rischio di fagocitare il resto. Per questo motivo scelse di portare, per gli otto anni alla Casa Bianca, i capelli lisci, al posto della sua chioma naturalmente riccia. Scelse di adeguarsi in qualche modo alle 54 first lady che l'avevano preceduta: nessuna aveva mai avuto i suoi capelli, non c'era mai stata una first lady afroamericana (né tantomeno un presidente). I capelli sono uno degli argomenti trattati del libro "The Look", in cui Michelle Obama racconta le molteplici sfaccettature del suo stile personale e come ha sfruttato la moda per attirare l'attenzione sulle cause di suo interesse: l'istruzione, la salute dei bambini, le famiglie dei militari. Oggi non nasconde più la chioma e ha smesso di sentire l'obbligo di dover lisciare i capelli.

In "The Look", però, la signora Obama spiega quanta pressione ci sia sullo stile delle donne nere, orientato in due direzioni: bisogna scegliere tra rispettabilità e autenticità. "Ero un'avvocatessa aziendale prima di diventare First Lady: nessuna donna di colore portava le trecce o i capelli al naturale. Le nostre madri non lo facevano. Non ci sentivamo libere di mostrarci al mondo per come eravamo. Provo un profondo senso di orgoglio e affetto per questa generazione di giovani donne che stanno facendo le cose in modo diverso" ha raccontato al New York Times. Lei stessa, alla Casa Bianca scelse la rispettabilità, ammesso che su possa parlare davvero di scelta: "Non è una cosa con cui sento di dover fare i conti. Voglio dire, ho capito perché dovevo farlo allora, e discuterei con chiunque dicesse che avevo la libertà di fare qualcosa di diverso perché penso che sia solo fantasia".

Lo stile di Michelle Obama quando era first lady
Nel libro, l'ex first lady analizza bene il potere della moda nella politica. In quanto prima first lady nera degli Stati Uniti, lei è stata potentemente al centro dell'attenzione. Il suo stile non piaceva: la sua passione per i cardigan la faceva apparire sciatta e quando indossava i tubini senza maniche le venivano sempre fatte notare le braccia muscolose e scolpite, che le davano un aspetto troppo mascolino. Ecco perché durante il primo mandato del marito ha cercato di attenuare quell'attenzione, adeguandosi in qualche modo a ciò che ci si aspettava da lei: ha cercato di puntare su uno stile più femminile. Scelte diverse avrebbero spostato l'attenzione dal suo lavoro, portandolo sugli outfit: non voleva che i vestiti diventassero argomento di discussione, sostituendo le cose davvero importanti. Nel secondo mandato le cose sono cambiate e ha iniziato a sperimentare di più.