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Il ritorno di Fiorucci a Milano, la nuova designer Francesca Murri: “Nella collezione c’è un erotismo fluido”

Durante la Fashion Week milanese, viene presentata la nuova collezione Fiorucci, simbolo del Made in Italy: “Vogliamo creare una community come faceva Elio”
A cura di Arianna Colzi
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La collezione Zero di Fiorucci per la P/E 24
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L'eredità di Elio Fiorucci è pronta a tornare sulla scena della moda italiana. Durante la Milano Fashion Week Primavera/Estate 2024 è stata presentata la Collezione zero del nuovo Fiorucci, con la quale il brand torna sotto la direzione creativa di Francesca Murri e la guida del CEO Alessandro Pisani. Ma chi era Elio Fiorucci e cos'ha rappresentato per la moda italiana al punto da rendere la presentazione della collezione uno degli eventi più attesi della Milano Fashion Week? La designer lo racconta ai microfoni di Fanpage.it

Chi era Elio Fiorucci e perché ha rivoluzionato la moda italiana

Il primo negozio Fiorucci viene inaugurato a Milano in Galleria Passarella negli anni Sessanta. Nonostante la vendita a una società giapponese negli anni Duemila, la prima boutique di Milano rimane sempre il cuore pulsante del brand. Ma non si trattava di un semplice negozio: era una vero e proprio punto d'incontro per artisti, dove si potevano trovare oggetti di ogni tipo. Un crogiolo di anime, colori e musica replicata nel 1976 a New York dove Elio Fiorucci aprì una boutique a dieci anni di distanza da quella di Milano. Per dare l'idea di cosa rappresentava Fiorucci a New York, basti pensare agli artisti che popolavano il negozio – dipinto da Keith Haring nel 1983 – tra questi Bianca Jagger, Andy Warhol, Grace Jones, Elizabeth Taylor e Cher.

Il vecchio logo di Fiorucci
Il vecchio logo di Fiorucci

Il boom arriva negli anni '80 quando Fiorucci, partito come un marchio focalizzato sui jeans e sul denim, diventa l'emblema della creatività, della provocazione, di quella visione ironica della vita che trapelava attraverso capi colorati. Ciò che rendeva diverso Fiorucci dagli altri brand italiani, dal lavoro di Franco Moschino ad esempio, era la componente edonistica e sensuale. La visione del mondo di Fiorucci divenne pop anche grazie alle mitiche campagne pubblicitarie realizzate in collaborazione con Oliviero Toscani: scatti rivoluzionari, diventati il simbolo della cultura pop anni '80.

Un look della collezione Primavera/Estate 2024 di Fiorucci
Un look della collezione Primavera/Estate 2024 di Fiorucci

Un modo di comunicare che, come spiega la designer Francesca Murri nell'intervista a Fanpage.it, non vuole abbandonare: "Il brand deve essere desiderabile – spiega la designer – e per esserlo è necessario che abbia una certa attitudine credibile, affinché il cliente possa ritrovarsi in quello che acquista. Tuttavia, l'erotismo che le campagne di Fiorucci con Toscani comunicavano oggi non è più replicabile, non in quella chiave almeno. Quello del nuovo Fiorucci è un erotismo più fluido fatto con un guardaroba che passa senza problemi dall'uomo alla donna".

Un look della nuova collezione Fiorucci
Un look della nuova collezione Fiorucci

Dopo la vendita del brand alla società giapponese Edwin International, nel 2014, la direzione creativa di Fiorucci rimane sempre nelle mani di Elio, che scompare nel 2015 a 80 anni, lasciando un vuoto incolmabile. Senza il fondatore e in seguito ad anni di incertezza a livello di posizionamento del brand, l'eredità di Fiorucci rischiava di perdere la spinta propulsiva che la rende ancora oggi super contemporanea. Proprio sull'eredità del brand, Francesca Murri racconta a Fanpage.it come si è approcciata a questa sfida per creare la nuova collezione Primavera/Estate 2024: "Ho studiato a lungo l'archivio di Fiorucci – rivela Murri – Più che per le sue creazioni, Fiorucci era famoso per il suo modo di fare moda: ha creato forse le prime community di cui tutti volevano far parte, il negozio in sé era un ambiente super interessante e studiare tutto questo mi ha permesso di creare una nuova storia. Dall'altra parte ci ho messo tanto del mio: volevo essere vera, concreta e coerente nel raccontare qualcosa di nuovo.

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Su come si riuscita a innovare, pur mantenendo l'heritage dello storico marchio, la nuova Direttrice Artistica spiega: "Ho trovato dei punti in comune con il passato, per esempio, l'approccio che aveva Elio Fiorucci alle silhouette piaceva anche a me. Io ne sono ossessionata, penso che siano il segreto dell'armonia, bilanciando giacche con spalle over un po' anni '80 con sotto qualcosa di più stretto. Ho giocato con gli accessori facendo dell'utopia la realtà, unendo elementi pop divertenti con oggetti fruibili da tutti. Mi sono divertita molto a creare la collezione e, insieme con l'ufficio stile, con cui ormai siamo diventati una famiglia allargata, stiamo cercando di trovare uno spazio Fiorucci che ci rappresenti e dove vogliamo coinvolgere artisti e designer, come faceva lui".

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