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Come ha fatto Jacob Elordi a diventare Frankenstein: “È stata una trasformazione liberatoria”

Dopo l’uscita al cinema, “Frankenstein” arriva su Netflix il 7 novembre. L’attore Jacob Elordi si è sottoposto a ore di trucco per trasformarsi nel mostro.
A cura di Giusy Dente
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Per la rivisitazione del capolavoro di Mary Shelley, il regista Guillermo Del Toro ha scelto Jacob Elordi. L'attore australiano è stato chiamato a interpretare la creatura mostruosa protagonista della storia, che viene fuori dalle ossessioni e dalle mani dello scienziato Victor Frankenstein (interpretato da Oscar Isaac). Nel cast c'è anche Mia Goth, che interpreta Elizabeth Lavenza. Il film è stato una dura prova attoriale per lui, un'esperienza complessa anche dal punto di vista dell'impegno fisico richiesto. Jacob Elordi ha preso lezioni di danza per calibrare ogni singolo movimento rendendolo umano ma non troppo e poi sono state necessarie lunghissime sessioni di make-up. Dopo l'uscita nelle sale cinematografiche, il film è pronto a sbarcare su Netflix il 7 novembre.

La trasformazione di Jacob Elordi in Frankenstein

Elordi ha dovuto sottoporsi a lunghe sessioni di make-up, dieci ore al giorno circa, necessarie per trasformarlo nel mostro e rendere il suo aspetto non umano: nel film è irriconoscibile. Il merito è delle tante protesi impiegate: Mike Hill e il suo team hanno creato appositamente per lui ben 42 pezzi diversi, di cui 14 solo per la testa e il collo. Non solo: ha indossato una dentiera finta che ha modificato la sua voce e la sua intonazione, ha indossato delle lenti a contatto deformanti. Una vera e propria metamorfosi. Tutto era funzionale a costruire l'anatomia di un essere umano ricomposto, pezzo dopo pezzo. Tutto questo lo ha investito non solo dal punto fisico: è stato un lavoro anche sull'anima.

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Si è rivelata un'esperienza profonda e toccante, molto coinvolgente, perché il film affronta temi universali come il perdono, il rapporto padre-figlio, la spiritualità. Non solo. La chiamata di Del Toro è arrivata in un momento particolare. Inizialmente il ruolo della Creatura era stato dato a Andrew Garfield, che però si è tirato indietro e così è subentrato Elordi. Quel ruolo e la relativa trasformazione è arrivato proprio quando ne aveva più bisogno, perché si trovava alle prese con una crisi di obiettivi. Ha dichiarato al LA Times: "In quel periodo della mia vita volevo davvero nascondermi. E ho capito subito che la Creatura era il posto in cui avrei dovuto andare. Avrei dovuto rifugiarmi in quella maschera di libertà".

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E ha aggiunto: "Mi sono sentito libero con questo trucco. Non dovevo più essere questa versione di me stesso. In quei sei mesi, mi sono completamente ricostruito. E sono uscito da questo film con una pelle completamente nuova. È stata un'esperienza quasi religiosa". Per quanto estenuanti, quelle 10 ore alla fase trucco sono state al tempo stesso liberatorie: lo hanno messo dinanzi a un altro sé, si è potuto abbandonare completamente a essere qualcosa di nuovo e diverso, a rinascere.

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Il significato dei costumi

Il guardaroba della Creatura riflette il suo percorso di apprendimento di come essere una persona, racconta il suo percorso dalla mostruosità all'umanità. I costumi del film sono opera di Kate Hawley, che aveva già lavorato con Guillermo Del Toro in altre sue produzioni. Ad Harper Bazaar ha spiegato che il regista ha operato in modo molto analitico: volutamente non ci sono bulloni in vista sul corpo o punti di sutura ovunque, perché non si è rifatto alla tradizione. Ha raccontato: "Il primo indumento della Creatura sono delle bende che evocano il Cristo. Poi, quando gli vediamo per la prima volta un indumento addosso, lo ha recuperato dai resti di un soldato sul campo di battaglia. Quel cappotto assume un linguaggio tutto suo. È diventato come un'altra pelle sfilettata, il ricordo di un altro uomo. Quando arriva al mulino, la sua prima esperienza d'amore è nel dono di vestiti. Quindi l'abbigliamento ha uno scopo ancora diverso. Quando lo vediamo alle nozze, è quasi nobilitato".

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