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Che cos’è Threads, il nuovo social network che sta conquistando il mondo della moda

Dopo che il social ha riscosso molto successo negli Usa, si attende l’arrivo dell’app in Europa. Intanto alcuni marchi di moda e beauty hanno già iniziato a usare la piattaforma per interfacciarsi con la propria audience.
A cura di Eleonora Di Nonno
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Non è Twitter, non è Instagram. È un social network a metà tra immagine e parola che punta a fare concorrenza a entrambi. Si chiama Threads ed è un'app satellite di Instagram lanciata a metà luglio da Meta, una piattaforma che presto potrebbe diventare uno spazio utile ai brand di moda e beauty per dialogare in modo innovativo con la propria audience.

Come funziona Threads 

I contenuti che si possono trovare su Threads spaziano da video in cui il direttore creativo di Louis Vuitton, Pharrell Williams, parla del suo rapporto con la moda fino al dietro le quinte delle sfilate di Michael Kors. Sono solo alcuni esempi dei marchi di moda attivi sul social network. Anche Nike, Adidas, Estée Lauder si sono uniti al gruppo di chi sta sperimentando questa nuova forma di comunicazione (o promozione, che dir si voglia) digitale.

post della Nike pubblicato su Threads.net
post della Nike pubblicato su Threads.net

In un articolo pubblicato su Repubblica, Jade Beguelin fondatrice di 4AM, brand di cosmetici per la GenZ, ha spiegato alcuni dei motivi del fenomeno: Threads è il mezzo ideale per dialogare con l'audience, riuscendo a instaurare una comunicazione vera e propria con i followers. Così, un marchio può rivolgersi direttamente al proprio pubblico e chiedere, per esempio, se preferirebbe un prodotto invece che un altro. Threads privilegia "la parola", seguendo una logica molto simile a quella di Twitter. Non è chiaro come Meta abbia intenzione di gestire la pubblicità, nel frattempo la moda e il beauty possono usare la piattaforma per annunciare il lancio di nuovi prodotti o raccontare le proprie iniziative durante eventi come la Fashion Week.

Un post di Louis Vuitton su Threads
Un post di Louis Vuitton su Threads

Quando è stato lanciato, a inizio luglio, il social contava oltre 100 milioni di iscritti già nei primi giorni. Con lo scemare dell'effetto novità, però, il numero di utenti è calato del 79%. In Europa l'app è bloccata a causa di problemi normativi, il divieto è arrivato dal Garante della privacy irlandese perché Threads raccoglie dati personali come posizione, cronologia, contatti acquisiti. L'interrogativo, però, rimane: questa nuova forma di comunicazione tra brand e consumatori sarà il futuro?

Eliminare i confini. Quali sono i rischi?

Per disintermediazione digitale si intende quel processo attraverso il quale i consumatori possono raggiungere in tempo reale il produttore. Una trasformazione che è penetrata in qualsiasi settore, dalla politica, al giornalismo fino – in questo caso – al settore della moda e del beauty. Quasi tutte le aziende fanno uso dei social network per interfacciarsi con la propria audience, un modo per creare una community e dare l'immagine di essere un marchio affidabile e credibile. Il rischio di un rapporto così diretto tra brand e consumatore è quella di un'eccessiva vicinanza tra queste due realtà. L'esempio lampante è quello delle polemiche che spesso vengono alimentate sotto i post. Discussioni e commenti negativi che potrebbero ledere l'immagine di un marchio. In poche parole? A cavalcare troppo l'onda dei social c'è il rischio di finire in una bufera mediatica.

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