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Quanti passi bisogna fare al giorno per stare bene: la risposta dell’esperto

“La stima più accreditata è quella dei 10 mila passi. Ma farli una volta all’anno non serve, vanno fatti tutti i giorni” ha chiarito l’esperto.
Intervista a Prof. Gian Mario Migliaccio
professore associato in Scienze dello sport - Università San Raffaele (Roma)
A cura di Giusy Dente
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L'attività fisica quotidiana è un toccasana per la salute, oltre ad avere effetti positivi sull'umore. Oggi siamo sottoposti a ritmi sempre più stressanti, le vite si sono fatte sedentarie: si fa poco sport, si cammina poco. Tutto questo ha un impatto negativo sul corpo. Per stare bene, invece, l'essere umano ha bisogno di una vita attiva e di un'alimentazione bilanciata: i due aspetti vanno sempre di pari passo. Un buon inizio, sarebbe fare quotidianamente 10 mila passi, un numero che dà benefici su diversi fronti, dal controllo del peso alla prevenzione delle malattie cardiovascolari. Il professor Gian Mario Migliaccio ha spiegato a Famnpage.it perché la passeggiata quotidiana è un toccasana.

Quanti passi al giorno bisogna fare per stare bene

Il professore ha chiarito: "Non c'è uno standard di riferimento, nel senso che è sempre individuale, però la stima più accreditata è quella dei 10.000 passi: dipende dall'altezza, dalla lunghezza del passo di una persona, perché può essere dai 3 ai 6 km. Ma farli una volta all'anno non serve, i 10 mila passi vanno fatti tutti i giorni".

Tenere conto della progressione giornaliera dei passi è utile per monitorare il proprio andamento, il proprio progresso, ecco perché l'esperto consiglia di munirsi di un contapassi: "Ci sono quelli che costano poco e che hanno solo questa funzione, ma anche quelli a braccialetto da polso che hanno misurazioni anche più importanti, come il sonno e la pressione. Sono utili come motivatore, perché effettivamente tu sai che devi fare almeno quel tot di passi per avere una vita attiva e se poi vai a controllare a fine giornata ne hai fatti 3000, ci rifletti di più. La cosa più utile di questi di questi strumenti non tanto il dato oggettivo, ma è che ci rifletti. È come avere un personal trainer accanto tutti i giorni".

I 10 mila passi quotidiani, però, non vanno confusi con l'attività fisica: "Fare attività fisica è una cosa diversa. Fare i 10 mila passi equivale a fare una vita attiva. I parametri sono tre: sedentaria, media, attiva. Poi se fai sport o vai in palestra, sommi un altro dispendio calorico. Molte volte invece le persone confondono, pensano di stare bene solo perché hanno fatto i 10 mila passi, ma quello significa che per la nostra genetica tu hai fatto solo il minimo indispensabile. L'essere umano è fatto per muoversi quindi quel valore della nostra biologia è calibrato in 10 mila passi".

Quali sono i benefici per la salute di una passeggiata

Più che i 10 mila passi, è una vita attiva a fare la differenza, uno stile in cui si tiene conto sia del movimento che dell'alimentazione. L'esperto ha sottolineato: "Camminare in generale dà un miglioramento sulle capacità cardiorespiratorie, sul consumo calorico: 10 mila passi sono mediamente 300-400 kcal. I benefici della salute, però, sono legati a nutrizione e attività fisica: l'uno accompagna l'altro. Quindi va bene la passeggiata, però se poi penso di premiarmi con cappuccio e cornetto, faccio un danno,  non ho fatto neanche il dispendio calorico necessario per quel premio. Ecco: la passeggiata non deve essere un premio. Deve essere inizialmente, soprattutto per le persone sedentarie, come un piccolo livello da raggiungere. Ma poi deve far parte delle nostre abitudini come bere, mangiare, dormire. Fare vita attiva fa parte delle buone abitudini, non è una cosa in più".

Qual è il ritmo della passeggiata da seguire per avere benefici

"A parità di chilometri io posso andare a qualunque velocità: quello che io brucio in 5 km è uguale se lo faccio a piedi camminando o correndo. 5 km valgono sempre 5 km ai fini energetici. Se lo faccio di corsa aggiungo invece altri aspetti, cioè chiaramente vado ad allenare, non a mantenere: è una differenza sottile ma non da poco. Con una vita attiva mantengo il mio fisico sano, ma se oggi sono in sovrappeso lo sarò anche domani. Consolido quello che ho. Con una vita più attiva, quindi passo a una camminata sostenuta e poi a una corsa, non sto più mantenendo il fisico, ma lo sto migliorando: miglioro la composizione corporea, diminuisco la massa grassa, miglioro la massa magra sui muscoli, aumento le capacità cardio respiratorie. Vado verso un miglioramento, è il secondo passaggio".

Qual è la differenza tra correre e camminare

C'è differenza tra correre e camminare: "Sono due schemi motori diversi e soggettivi. Dipende molto dalle proprie predisposizioni e qualità. Il livello di cambio tra il cammino e la corsa è intorno ai 7 km all'ora: se vado un pelo più veloce non posso più camminare, devo cambiare lo schema motorio e andare verso la corsa. Comunque la ricerca scientifica ha dimostrato che il cammino in pendenza è molto più efficace della corsa, quindi chi magari ha difficoltà a correre, può avere un impegno cardiocircolatorio e un dispendio calorico superiore alla corsa. Camminare in salita è molto efficace, non è detto che bisogna per forza correre per bruciare calorie".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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