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Non si è donne solo se si è madri, Giorgia Surina: “Non considerare chi non sei diventata”

Non per tutte le donne la vita segue il percorso ideale, quegli step che ci hanno insegnato a guardare come passi imprescindibili per essere felici e realizzati. La maternità è un aspetto su cui le donne subiscono ancora molta pressione, soprattutto superata una certa età. Giorgia Surina non vuole essere giudicata perché questo passaggio è mancato. Intervistata da Fanpage.it ha spiegato il suo rapporto col cosiddetto orologio biologico.
A cura di Giusy Dente
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Ci è stato insegnato che se vogliamo sentirci realizzati dobbiamo essere allineati a un percorso prestabilito, fatto di una serie di passi da seguire rigorosamente in un determinato ordine. Prima la laurea e poi un lavoro con un buon contratto; prima il fidanzamento, poi il matrimonio e l'allargamento della famiglia. Quando si imboccano strade alternative o ci si allontana dal sentiero principale, ecco che avanzano le pressioni, soprattutto se si è superata la fatidica soglia degli enta, particolarmente pericolosa per le donne: è come se da quel momento in poi subentrasse una data di scadenza. Non c'è pranzo in famiglia o cena tra conoscenti che non sfoci nella fatidica domanda: e un figlio quando? Giorgia Surina gli enta li ha superati e non ha seguito la famosa strada maestra che conduce alla felicità tradizionalmente intesa: non ha un marito, non ha figli. E con questo ha voluto farci i conti. Si è messa a ragionare sul perché le sue scelte di vita debbano metterle l'etichetta di donna "a metà" e da tutto questo è nato il suo primo libro: In due sarà più facile restare svegli. A Fanpage.it ha confidato come ha affrontato il percorso di scrittura, quali pensieri l'hanno accompagnata e a quali nuove consapevolezze è giunta.

Donne e maternità, ancora tante pressioni

Nel libro Giorgia Surina si sofferma sulla complessità del desiderio di maternità, sulle sue contraddizioni e implicazioni. Lo fa attraverso le storie delle protagoniste Bea e Gaia. Le loro domande e le loro preoccupazioni sono quelle di chi, a un certo punto della propria vita, sente che qualcosa è fuori posto, che qualcosa non è andato per il verso giusto. È una sorta di senso di colpa e di fallimento che ha radici culturali molto profonde: "Siamo nel Paese della famiglia, legata alle tradizioni e alle pressioni della religione, che ha stabilito una serie di step da rispettare per avere una vita corretta. È bello che tutto funzioni così, ma ci sta che a volte le cose non vadano come vuoi, o la vita non ti dia alcuni pezzi del puzzle" ha spiegato l'autrice.

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Diventare madri: una scelta e una responsabilità

Bea e Gaia hanno 40 anni e sono single. Le due amiche decidono di intraprendere il percorso della procreazione medicalmente assistita (pma) e di crescere insieme i rispettivi figli che verranno. Se verranno. Incarnano modi differenti di affrontare la maternità, vissuta come possibilità da un lato, come scelta dall'altro ma anche come responsabilità. "Non facendo un figlio probabilmente nella società in cui siamo nate e cresciute ci sentiamo di non onorare questo potere che ci è stato dato" ha spiegato Giorgia Surina a Fanpage.it. Ma è davvero qualcosa per cui sentirsi in colpa? "Una donna non è una donna solo perché può diventare madre o meno, è una donna e basta" ha concluso.

Giorgia Surina, Ph. Fabrizio Cestari
Giorgia Surina, Ph. Fabrizio Cestari

Procreazione assistita, l'ennesimo tabù

Nel libro Giorgia Surina si sofferma sulla pratica della pma, che è ancora un tabù nella nostra società. La procreazione medicalmente assistita espone le donne a un percorso estenuante fisicamente e psicologicamente, che a volte dura anni, prima di giungere al coronamento del sogno (che non sempre si realizza). La storia del libro è di fantasia, ma è nata ascoltando le testimonianze di una cinquantina di donne, coinvolte affinché si potesse rendere giustizia a una pluralità di situazioni ed esperienze che hanno tutte pari dignità: "Alcune non vogliono raccontare questo calvario, altre invece vogliono che si capisca che non è un atto di egoismo" ha detto l'autrice.

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E qui entra in gioco il sottile confine tra desiderio di maternità e accanimento: "Ognuno di noi dovrebbe sapere a che punto è importante fermarsi. A volte la mente, il cuore, la pancia te lo suggerisce, altre no e lì diventa difficile".  Al momento in Italia la pma non è accessibile alle donne single, eppure più che una figura paterna a tutti i costi è forse altro che qualifica una famiglia come tale: "Crescere senza papà non è facile. Ma non può essere sbagliato quando sei circondato d'amore" ha detto Giorgia Surina.

Giorgia Surina, Ph. Fabrizio Cestari
Giorgia Surina, Ph. Fabrizio Cestari

Donne, tutte diverse ma nessuna sbagliata

Ascoltare le storie diverse di tante donne e dare vita a Gaia e Bea ha costretto l'autrice a porsi inevitabilmente delle domande, a fare i conti anche con quei quesiti che nel tempo aveva un po' accantonato, aveva fatto finta di non vedere. Il desiderio di un figlio è presente da molto tempo: "Ho un istinto materno molto forte" ha ammesso. Ma la vita ha fatto altri giri, ad oggi quel desiderio non si è ancora concretizzato e non vuole essere giudicata per questo: "Per me è importante capire che ci sono donne diverse. È importante che si arrivi a non giudicare. Come io non giudico chi fa un figlio a 20 anni non vorrei che qualcuno giudicasse me perché fino a questo momento quel passaggio non è arrivato, per mille motivi", ha confidato.

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Si può trovare realizzazione non necessariamente con la maternità, che non per tutte è un punto di arrivo: per qualcuna non lo è per scelta, per qualcuna non lo è perché le condizioni non lo permettono. Ma dall'esterno nessuno deve sentirsi in diritto di puntare il dito: "Devi giocartela come puoi, non considerando quello che non sei diventata, quello che non hai fatto, quello che non hai detto, ma cercando di valorizzare al meglio quello che puoi fare".

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