Le mestruazioni sono ancora un tabù: il 40% delle donne si vergogna di avere il ciclo

Passano gli anni, ma il tabù resta e il discorso oggi è più pertinente che mai. Il 28 maggio, infatti, è la Giornata Internazionale dell’Igiene Mestruale nata proprio per sensibilizzare su un tema che per troppo tempo è stato avvolto nel silenzio, creando solo disinformazione e un clima di paura. L'appuntamento annuale vuole ricordare il ruolo fondamentale che gioca una corretta igiene mestruale, qualcosa che purtroppo non è garantito a tutte. In alcuni Paesi l'argomento mestruazioni è un forte tabù e questo fa sì che le donne siano completamente incapaci di gestire il ciclo mestruale, praticamente ed emotivamente. Lo vivono con imbarazzo, vergogna e quasi senso di colpa. E l'accesso stesso ai dispositivi igienici è difficoltoso, mentre dovrebbe essere un diritto. La nuova ricerca Dignity di Initial ha messo a confronto due generazioni, Millennial e Gen Z, per analizzare l'evoluzione del rapporto con le mestruazioni e l'impatto di certi stereotipi nella quotidianità. È emerso che lo stigma è ancora forte, che nonostante le mestruazioni siano del tutto naturali, vengono ancora percepite con disagio, come qualcosa di cui vergognarsi, da nascondere.
Millennial e Gen Z, età diverse ma stesso tabù
Secondo la ricerca il 37% delle Millennial ritiene che avere libero accesso agli assorbenti nei luoghi pubblici avrebbe migliorato la gestione del ciclo durante l’adolescenza. Una donna su due ha dichiarato di aver rinunciato ad attività sportive o ricreative per mancanza di assorbenti o di spazi idonei per il cambio, una percentuale che arriva al 61% nella Gen Z. Un dato che deve far riflettere è il 37% delle donne che ha rinunciato almeno una volta a un appuntamento privato o professionale per il timore di non avere una protezione adeguata. Questo numero fa capire quanto possa influire nella vita di tutti i giorni lo stigma delle mestruazioni, se non affrontato nel modo giusto. Per questo sono soprattutto le nuove generazioni a chiedere un cambiamento, per un futuro più libero: il superamento dei pregiudizi legati al tema e un libero accesso ai sistemi di supporto.
A fare la differenza è sicuramente il primo impatto con il ciclo mestruale, perché andrà a determinare come poi questo argomento verrà vissuto negli anni a seguire. Trovarsi impreparate lascerà spazio a sensazioni come incertezza, disagio e timore, di cui sarà difficile liberarsi. Il fatto che in passato le mestruazioni fossero un argomento tabù, in famiglia e tra gli amici, ha fatto sì che soprattutto le donne nate negli anni Ottanta e Novanta sviluppassero un sentimento molto negativo. Tra le Millennial, 1 su 3 afferma di aver sperimentato il primo ciclo senza alcuna informazione preventiva. Grazie ai graduali passi avanti fatti negli anni e alla maggiore apertura sul tema, infatti, la Generazione Z ha vissuto meglio della precedente l'arrivo delle mestruazioni, con maggiore tranquillità. Il 78% si è sentito preparato all'arrivo del primo ciclo mentre e il 31% si è sentito più libero di parlarne durante le prime fasi dell'adolescenza. Questa è la fase più delicata. Proprio le adolescenti, infatti, sono le più colpite dal sentimento di imbarazzo: si parla di Period Shaming. Tra le intervistate più giovani, il 27% ha subito prese in giro legate al ciclo: nel 65% dei casi da persone di sesso maschile e nel 38% da altre donne. Ma cosa ne pensano gli uomini? Oltre il 26% degli italiani intervistati ammette di non essere a proprio agio con il ciclo femminile: il 17% non ha mai trattato l’argomento.
Nonostante la maggiore apertura culturale che caratterizza la Gen Z, c'è comunque un elemento che persiste, che fa da filo conduttore con i Millennial. Il 25% delle intervistate ha raccontato di essersi sentita osservata. A questo si aggiunge un altro 40% che, pur non avendo vissuto l’esperienza negativamente, ha provato comunque un certo disagio. Tra le cause dell’imbarazzo, il 39% ha indicato il timore di doversi alzare per andare in bagno, spesso legato alla paura che l’assorbente non fosse nascosto completamente.
Il corpo non è solo qualcosa di fisico: ha a che fare con la cultura, con la società. Ecco perché quando si parla di mestruazioni non si parla solo di un fenomeno biologico, ma per esteso ci si riferisce al tema dell'identità, della libertà personale. Affrontare il tema con un'adeguata preparazione significa tutelare il proprio benessere psicofisico, significa vivere il rapporto con se stesse in modo consapevole e stare bene con gli altri, senza sentirsi in difetto, quasi in dovere di chiedere scusa per il solo fatto di essere donne.