Healthy ageing: i suggerimenti dell’esperto per invecchiare bene e in salute

Archiviamo l'idea dei nonni e degli anziani chiusi in casa a ricamare e a cucinare per il pranzo della domenica. Gli over 70 di oggi sono persone dinamiche: escono, viaggiano, sostengono i figli e i nipoti sostituendosi al welfare pubblico. E questo perché l'età media si sta allungando, l'aspettativa di vita è sempre più alta. E diventa per questo sempre più urgente e centrale per la medicina moderna garantire alla popolazione un invecchiamento in salute, in inglese healthy ageing.
Che cosa è l'healthy ageing
Ma cosa vuol dire invecchiare in salute? "Sono state date molte definizioni all'healthy ageing – ha spiegato a Fanpage.it il professor David Della Morte Canosci, ordinario di nutrizione clinica e geriatria dell'Università di Roma Tor Vergata – La migliore e quella sposata da tutti i professionisti a livello internazionale è quella che spiega l'healthy ageing come la possibilità di vivere il più a lungo possibile in salute. Non si guarda quindi soltanto agli anni di vita ma agli anni di vita liberi da malattie croniche, che sono le malattie di questo secolo come il diabete, le malattie cardiovascolari o quelle dell'apparato respiratorio". Vivere liberi da malattie croniche vuol dire non solo una vita migliore e più bella ma anche una vita indipendente. "Le malattie croniche mettono a rischio la salute dell'anziano rendendolo una persona fragile e soprattutto dipendente da altri. Essere indipendenti nella terza età vuol dire continuare ad avere una vita sociale, sessuale, possibilità di viaggiare e continuare a fare tutto quello che si desidera in maniera autonoma".
Il segreto di una vecchiaia in salute: la prevenzione
La nostra società, quella occidentale, ma in particolare proprio l'Italia, è fatta principalmente di persone con un'età avanzata. "Queste persone devono essere attive e per essere socialmente attive e vivere una vita longeva e sana la migliore cosa da fare è la prevenzione. – continua il professore – Bisogna ripensare il sistema sanitario nazionale che è attualmente fondato sull'attesa: si aspetta il paziente da curare, si aspetta che si ammali prima di intervenire. Questa modalità oggi non è più sostenibile né economicamente né eticamente: abbiamo tecnologie a disposizione che ci consentono una prevenzione attiva". Giocare d'anticipo vuol dire quindi muoversi su alcuni punti fermi che sappiamo essere in grado di incidere sulla lunghezza ma soprattutto sulla qualità della vita delle persone: "Attività fisica, dieta giusta e medicina personalizzata. Il contesto, l'ambiente in cui si vive è un fattore imprescindibile: un 50enne giapponese è diverso e avrà esigenze e rischi diversi da un coetaneo che vive a New York o Napoli. E prima riusciamo a cambiare il nostro mindset più lontano arriveremo".
Attività fisica e dieta equilibrata: gli elisir di lunga vita
Fare prevenzione primaria non vuol dire fare esami su esami e o vivere una vita medicalizzata. La prevenzione primaria si basa principalmente sullo stile di vita. "Oggi sappiamo che fare attività fisica e mangiare sano, in maniera equilibrata incidono sul nostro benessere. In particolare l'attività fisica è in grado di darci una vita più sana, una dieta equilibrata contribuisce non solo sulla salute ma, è stato dimostrato da molti studi scientifici, proprio sulla lunghezza della vita". Per attività fisica non si intende necessariamente passare ore in palestra o sul campo da tennis. "Lo sport che ci garantisce la salute è quello praticato anche a bassa intensità ma in maniera costante. Possiamo pensarlo come un farmaco. Lo sport è uno dei più potenti betabloccanti naturali: abbassa la frequenza cardiaca, agisce contro osteoporosi e sarcopenia (due malattie tipiche della terza età) e ci aiuta anche con il buonumore, attraverso il rilascio di endorfine". L'importante è che lo sport diventi un'abitudine delle nostre giornate: basta anche mezzora di camminata al giorno purché si faccia tutti i giorni.
La dieta per vivere a lungo e in salute
Gli italiani sono un popolo fortunato da questo punto di vista. Siamo tra le popolazioni dove vivono più centenari e viviamo nel paese della dieta mediterranea: uno dei regimi alimentari più sani e ricco di sostanze e nutrienti che garantisce tutto il necessario affinché il nostro organismo sia in salute. "Uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine ha dimostrato che seguendo diverse linee dietetiche (dieta antiossidante, antinfiammatoria, dieta mediterranea) si otteneva un miglioramento significativo sia sul fronte delle malattie croniche sia su quello della mortalità. La dieta mediterranea in particolare ci dà tutto quello di cui abbiamo bisogno con la giusta frequenza: ci sono carboidrati, proteine, grassi tutto nelle giuste proporzioni. E poi è ricca di ingredienti come l'olio d'oliva, prezioso in quanto fonte di antiossidanti e polifenoli. Un altro regime alimentare che sta dimostrando ottimi risultati? La dieta del digiuno intermittente". Ingredienti magici non esistono, poco ma sicuro, ma è vero che ci sono alcuni nutrienti, micronutrienti, in grado di dare un apporto significativo al benessere. "Dicevamo i polifenoli dell'olio ad esempio. Ma pensiamo al paradosso francese: nonostante i francesi facciano un abuso di formaggi (e quindi grassi saturi) non sono un popolo con una forte incidenza di malattie cardiovascolari. E questo perché nella loro alimentazione un posto d'onore spetta al vino rosso che è ricco di resveratrolo, un antiossidante naturale potentissimo. Ma anche la nostra dieta è ricca di queste sostanze antiossidanti e antinfiammatorie. Con un'alimentazione equilibrata il nostro organismo riesce a introdurre tutto quello che serve". Niente integratori dunque? "Gli integratori servono appunto a integrare, quando si ha difficoltà ad assorbire determinate sostanze, quando ci sono delle carenze, ma lasciamo che sia il medico a stabilirlo, evitando di affaticare senza motivo fegato e reni".
La neurobica per allenare il cervello
Fino a venti anni fa il navigatore satellitare era un accessorio da ricchi e viaggiatori. Utile per chi viaggiava in auto da solo e non aveva modo di consultare facilmente le cartine stradali. Da qualche anno invece lo usiamo pure per muoverci nelle nostre stesse città, anche se camminiamo a piedi. Una comodità certo per arrivare prima, per non chiedere ai passanti per strada, per verificare lo stato del traffico, ma quanto pesa questa comodità sul nostro cervello? "Il cervello va allenato, la tecnologia è un ausilio indispensabile a cui non dobbiamo rinunciare ma oggi sappiamo che l'abuso di tecnologie è collegato a un aumento delle malattie neurocognitive. La mente è fatta di neuroni che sono plastici e più li alleniamo, più li usiamo, più mantengono questa caratteristica di plasticità. Diversamente il rischio è che si perdano e una volta persi non si riproducono più". Per questo oggi si parla di neurobica, una crasi tra neuroni e aerobica, una ginnastica per il cervello. "Ogni tanto proviamo a cambiare strada a lavarci denti con la mano sinistra se siamo destri e viceversa se siamo mancini. Facciamo le parole crociate, facciamo dei test, degli esercizi per allenare il cervello e in questo modo attiveremo dei processi neuronali che permettono di inibire l'accumulo di proteine dannose per il cervello, quelle che sono alla base delle demenze e di malattie come l'Alzheimer. Ma il segreto è cominciare subito: non a 70 anni".