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Fare l’amore, cibo e meditazione: come essere felici stimolando la produzione di serotonina nel corpo

Che cosa ci rende davvero felici? Ognuno ha i propri personalissimi momenti di felicità ma esistono alcune attività e comportamenti in grado di aumentare il benessere di tutti.
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A cura di Francesca Parlato
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Fare l'amore. Una corsa sulla spiaggia. Mangiare il cioccolato. Un giorno di ferie in mezzo alla settimana. Cosa ci rende davvero felici? Cosa aumenta il nostro benessere? Niente è più personale e soggettivo della felicità, ma è vero anche che si può allenarla. Ci si può esercitare a essere felici e anche a portarne un po' al prossimo. In occasione della Giornata Internazionale della Felicità abbiamo trovato alcune attività che possono aumentare il nostro livello di benessere e migliorare il nostro umore.

Sii gentile con te stesso e con gli altri

La felicità inizia con la gentilezza, verso sé stessi e verso gli altri. "Nel primo caso possiamo parlare di self-compassion – spiega la psicologa e psicoterapeuta Francesca Santamaria Palombo – Significa letteralmente provare compassione verso sé stessi e vuol dire non giudicarsi. Se ci sentiamo tristi, accogliamo questo stato d'animo, se falliamo un esame ad esempio non colpevolizziamoci, cerchiamo di non essere troppo severi. Abbracciamoci, cerchiamo di essere comprensivi e meno giudicanti e severi. Le donne soprattutto, che hanno un giudice interiore molto forte, dovrebbero cercare di essere più gentili verso sé stesse". Secondo uno studio dell'Università di Harvard, la self compassion è in grado di migliorare la salute, le relazioni e il livello di benessere generale, riducendo anche gli stati d'ansia e depressione. Ma anche praticare la gentilezza nei confronti degli altri è foriero di felicità. Una ricerca pubblicata sul J Soc Psychol  ha seguito un gruppo di persone che per 7 giorni  ha praticato almeno un atto gentile nei confronti di familiari o sconosciute e in tutte è stato misurato alla fine della settimana un livello più alto di felicità e benessere. "Cerchiamo il bello, pratichiamo la gentilezza, anche a casaccio come dice la famosa frase, rispondiamo in maniera gentile alla telefonata del call center, apriamo la porta al vicino di casa, cerchiamo di essere bendisposti nei confronti dell'altro". 

Le madeleine di Proust e il cibo che ci rende felici

Anche la tavola è fonte di felicità. Per due motivi diversi: il cibo può essere evocativo, può ricordarci un momento della nostra vita, una persona e per questo cucinarlo o mangiarlo può renderci felici. "Pensiamo alle madeleine di Proust – spiega la nutrizionista Renata Bracale, autrice del volume "La mia cucina mediterranea" – Gustare un certo sapore attiva dei particolari circuiti nel cervello che ci provocano un'emozione speciale". E poi ci sono degli alimenti che grazie ad alcune caratteristiche speciali sono in grado di stimolare ‘chimicamente' la felicità (qui ne trovate 11). "Ci sono alcuni alimenti che attivano quegli stessi circuiti neurologici, ma dal punto di vista biochimico. Sono alimenti che contengono per esempio il triptofano, un aminoacido precursore della serotonina (l'ormone della felicità). Un esempio: mandorle, cioccolato, cannella".

Se il sesso attiva i circuiti della felicità

Tra le attività che sia emotivamente che chimicamente ci procurano felicità ovviamente c'è anche il sesso. "Il sesso influisce sul nostro buonumore perché in grado di attivare dal punto di vista fisiologico dei neurotrasmettitori che sono un vero e proprio antidepressivo naturale – spiega la sessuologa e psicoterapeuta Maria Claudia Biscione – Si riduce lo stress, diminuisce l'ansia e aumenta il buonumore e l'energia". Ma oltre all'aspetto fisiologico una vita sessuale ricca aumenta i propri livelli di autostima. "Ci fa sentire qualificati, competenti e soddisfatti. All'interno di una relazione crea complicità, vicinanza ed è anche un collante molto potente". Questo mix di fattori biologici, relazionali e di identità sono una premessa essenziale per sentirsi bene, appagati e ovviamente felici.

Coltivare le relazioni affettive

Una vita ricca di relazioni amicali e affettive ci rende inevitabilmente più felici. "Ci predispone alla vicinanza con gli altri, minimizzando i livelli di solitudine e di bassa autostima. – spiega Biscione – Le relazioni sono un grande tesoro emotivo. Avere delle relazioni significa essere in ascolto degli altri, ma anche sentirsi più ascoltati, creano un ponte di empatia che produce un circolo virtuoso all'interno della percezione di sé e di come si sta nel mondo". Avere delle relazioni piene significa vuol dire avere stimoli, delle opportunità di confronto che aiutano a sentirsi migliori. "Ci danno la possibilità di un movimento. Cosa che invece non può avvenire quando si è soli. Il rischio è sentirsi non voluti, non amati, in difficoltà e più in contatto con le nostre debolezze e fragilità". Una vita ricca di relazioni ci fa sentire pieni e migliora il nostro senso di autoefficacia. "Ci sentiamo in sintonia con gli altri e con il mondo e più competenti nei rapporti che costruiamo: ci sentiamo cercati, amati e questo migliora inevitabilmente il nostro benessere e il nostro livello di gratificazione.

Avere una stanza tutta per sé

La felicità si coltiva anche dedicando spazi a sé stessi, che non vuol dire essere egoisti, ma ritagliarsi dei momenti tutti per sé, mettersi al centro, fare qualcosa che ci dia piacere o che ci aiuti a decomprimere. "In questo caso ci può venire in aiuto la mindfulness – spiega Santamaria Palombo – Se abbiamo voglia di tornare in sintonia con noi stessi bastano cinque minuti al giorno. Mettiamo il timer sul telefono e per cinque minuti concentriamoci sul respiro. Respiriamo profondamente, se subentrano dei pensieri è assolutamente normale ma cerchiamo di allontanarli e ritornare al flusso del respiro. Si tratta di una pratica semplice che se riusciamo a svolgere tutti i giorni è in grado di aumentare significativamente il nostro stato di benessere".

Attenti a notare la felicità

In uno dei suoi discorsi agli universitari lo scrittore Kurt Vonnegut li incita a riconoscere la felicità quando arriva, "Quando siete felici fateci caso" è il titolo della raccolta di moltissimi suoi interventi alle cerimonie di consegna dei diplomi nei college statunitensi, che ben sintetizza il suo pensiero. A volte infatti siamo troppo distratti, troppo presi dal quotidiano o impegnati a lamentarci per cose non veramente importanti, da renderci conto invece di quanto siamo felici o di quanto potremmo esserlo. E allora, facciamoci caso.

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