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Che cosa sono i 10 diritti assertivi e perché sono utili per prevenire la violenza contro le donne

Oggi non dobbiamo solo combattere la violenza contro le donne, ma prevenirla. Con la psicologa Erica Pugliese parliamo di assertività e del perché è così importante per sviluppare relazioni sane.
Intervista a Dott.ssa Erica Pugliese
Psicologa, psicoterapeuta, presidente dell'Associazione Millemè
A cura di Francesca Parlato
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Cosa ci si aspetta dalle donne oggi? Disponibilità, cura dei figli, essere accomodanti. E queste aspettative, che hanno una natura prettamente culturale, e diciamolo pure, intrisa di patriarcato, sono il terreno fertile per relazioni poco sane. Nella Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne può essere utile tirare fuori dal cassetto un concetto teorizzato negli anni '70 dagli psicologi statunitensi Albert, Emmons e Manuel J. Smith, ovvero l'assertività che si definisce come "un comportamento che permette a una persona di agire nel proprio pieno interesse, di difendere il proprio punto di vista senza ansia esagerata, di esprimere con sincerità e disinvoltura i propri sentimenti e di difendere i propri diritti senza ignorare quelli altrui". "Conoscere i diritti, farli propri ci permette di creare uno spazio di giustizia anche rispetto a quelli che sono i nostri bisogni e i bisogni dell'altro ed è la base per sviluppare delle relazioni sane, il nostro obiettivo deve essere infatti non tanto combattere la violenza sulle donne, ma prevenirla" ha spiegato a fanpage.it la psicologa e psicoterapeuta Erica Pugliese, presidente dell'Associazione Millemé, che si occupa proprio di violenza di genere e dipendenze affettive e che ai diritti assertivi ha dedicato un video disponibile sui loro canali social.

Come educare all'assertività

Essere assertivi vuol dire non aver paura di esprimere i propri pensieri, sentimenti e bisogni all'interno di una relazione. "È il primo passo per creare dei confini – spiega la psicologa – Confinare l'altro, spiegare fin dove può spingersi, è un modo che mette tutti al sicuro". Quando parliamo di relazione non immaginiamo soltanto quella d'amore. "I diritti assertivi sono importanti anche nella relazione madre figlio o padre figlio. Ed è in queste relazioni che si gettano i semi per far sì che i più piccoli crescano nel rispetto dell'altro. Già all'interno della famiglia bisogna mostrare il rispetto dei propri spazi, un genitore che rispetta gli spazi dell'altro genitore sta dando il buon esempio al figlio che apprenderà prima per imitazione, in maniera passiva e poi da adulto sarà in grado di metterlo in pratica nelle sue relazioni".

Quali sono i diritti assertivi

Lo studioso Manuel J. Smith, nel suo libro "When I Say No, I Feel Guilty" (trad. Quando dico no, mi sento in colpa) ha teorizzato i dieci diritti assertivi:

  1. Diritto a essere l'unico giudice di te stesso;
  2. Diritto di non dover giustificare il proprio comportamento;
  3. Diritto di decidere se occuparti o meno dei problemi degli altri;
  4. Diritto di cambiare idea;
  5. Diritto di sbagliare e di assumersi le proprie responsabilità;
  6. Diritto di dire non so;
  7. Diritto di essere indipendente dalla benevolenza degli altri;
  8. Diritto di prendere decisioni illogiche;
  9. Diritto di dire non capisco;
  10. Diritto di dire non mi interessa

In una relazione tossica uno dei diritti che più spesso si fa fatica a esprimere è il diritto di dire no, non mi interessa. "Anche in questo caso è bene che sin da piccoli si diano insegnamenti e indicazioni giuste. Se il figlio vede che il ‘no' detto da un genitore è rispettato dall'altro, che il ‘no' è un confine che non va superato, crescerà con questa consapevolezza. Al contrario vedere una coppia litigiosa, una relazione conflittuale in cui i confini non vengono rispettati e in cui il ‘no' non ha alcun valore avrà più difficoltà da grande a comportarsi in maniera rispettosa. Le relazioni sicure si sviluppano proprio attraverso dei confini da non superare: ‘no' vuol dire ‘no', senza se e senza ma". 

Perché non dobbiamo sempre prenderci cura degli altri

Un'altra situazione tipica in cui le donne spesso finiscono loro malgrado è la responsabilità degli altri, dai figli ai parenti anziani, fino al partner carnefice quando si trovano in una una relazione tossica. "È vero che a livello culturale in Italia è alla donna che viene chiesto di svolgere il ruolo di accudimento, di caregiver. Ma in realtà è un problema che si rintraccia quasi sempre quando il diritto di prendersi cura dell'altro diventa più importante della cura di sé stessi e questo non conosce differenze di sesso. In una relazione tossica avviene quello che definiamo ciclo della violenza: il partner carnefice maltratta la sua partner e subito dopo si mostra estremamente fragile, innescando così un circolo vizioso per cui la donna sentirà di doversi prendere cura di lui. Invece di curarsi e scappare da quella relazione si sentirà responsabile della vita dell'altro".
I diritti assertivi di Smith non si riferiscono soltanto alle donne "Sono validi per tutti, uomini, donne, bambini e bambine. Prenderne consapevolezza non è detto sia facile – chiarisce la psicologa Pugliese – ma tra questi dieci diritti cerchiamo di capire quale è quello in cui sentiamo più fatica a farlo rispettare dagli altri e cominciamo da lì il lavoro con noi stessi".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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