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Stamina, il papà della piccola Sofia scrive a Renzi: “Ripristinate le cure”

“Le scrivo con mia figlia tra le braccia, esamine e sconvolta dopo una giornata intera di convulsioni e crisi di dolore acuto resistente ai farmaci”: con una lettera Guido De Barros, il papà di una delle bimbe “simbolo” della cura Stamina, chiede aiuto al premier.
A cura di Susanna Picone
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“La prego di non ignorare la richiesta di aiuto”: a chiederlo è Guido De Barros, il papà della piccola Sofia, bambina affetta da una grave malattia degenerativa e in passato curata con il controverso metodo Stamina del professor Davide Vannoni. È al premier Matteo Renzi che il papà della piccola Sofia De Barros si rivolge con una lettera-appello. Una lettera per chiedere al governo di ripristinare le cure con il metodo Stamina. “Caro presidente del Consiglio, da padre a padre. Dal padre di Sofia al padre di Ester, Emanuele e Francesco, le scrivo con mia figlia tra le braccia, esamine e sconvolta dopo una giornata intera di convulsioni e crisi di dolore acuto resistente ai farmaci prescritti dai medici dell’ospedale pediatrico Meyer a seguito dell'ultimo ricovero di urgenza appena una settimana fa”. Guido De Barros ha deciso di scrivere a Renzi nel giorno in cui sua figlia Sofia è tornata di nuovo nell'ospedale pediatrico di Firenze per ulteriori accertamenti dopo il continuo peggioramento degli ultimi giorni. Quella della famiglia di Sofia vuole essere una lettera che ha l’obiettivo di abbattere “il muro di indifferenza che circonda la sofferenza dei nostri malati”. Una lettera-appello per chiedere il ripristino delle cure compassionevoli di Brescia per la piccola Sofia e per tutti gli altri pazienti.

La lettera del papà di Sofia De Barros al premier Matteo Renzi

Nella missiva Guido De Barros sottolinea, come fatto già in passato, come la cura Stamina sia stata d’aiuto a sua figlia: “Fintanto che Sofia ha avuto il privilegio di ricevere le cure compassionevoli a base di staminali presso gli Spedali Civili di Brescia la sua condizione di invalida al 100% a soli quattro anni, era vissuta con una serenità disarmante, senza dolore, senza effetti collaterali di sorta. Per alcuni mesi la mia piccola famiglia ha ritrovato la tranquillità necessaria per offrire a Sofia cure e affetto maggiorati, grazie al fatto che pure noi genitori avevamo recuperato forze e speranza”. Il papà di Sofia nella sua appassionata lettera invita anche il premier a casa sua: “La invito a venire a casa nostra come amico di Sofia e degli altri malati per valutare con i suoi occhi le condizioni di vita cui è condannata nostra figlia, nell'abbandono e nella rassegnazione scientifica più totale”. La lettera al premier si conclude così: “Esca dalla fredda burocrazia ed entri nell'umanità di una realtà domestica ‘alternativa', che sicuramente l'arricchirà nel profondo, assieme a noi famiglie che abbiamo imparato a credere, amare e resistere”.

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