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Stamina, i pazienti sottoposti alla terapia non sono migliorati

Un’altra bocciatura dalla Procura di Torino. Oltre 70, finora, le potenziali vittime della Stamina Foundation. 13 le persone indagate, tra cui il presidente Davide Vannoni. Il Ministro Lorenzin: “Questa vicenda sta gettando discredito sull’Italia”.
A cura di Biagio Chiariello
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 Non accennano ad arrestarsi le polemiche sul caso Stamina, il trattamento farmacologico sperimentale utilizzato all’ospedale Civile di Brescia su concessione della Stamina Foundation di Davide Vannoni. I pazienti sottoposti alla terapia basata sulle staminali non sarebbero migliorati: è questa l'opinione dagli inquirenti della procura di Torino che stanno indagano sulle pratiche dello stesso Vannoni, incluse le infusioni di staminali praticate nella città lombarda come terapia "a uso compassionevole". E' un'ulteriore bocciatura per il metodo stamina che arriva a pochi giorni dal report che (già nel 2012) avrebbe dimostrato l'assenza di cellule staminali nei preparati somministrati ai pazienti. "Pericolosa e scadente": così il tavolo tecnico composto da Nas, Istituto Superiore di Sanità, Centro Nazionale Trapianti e Agenzia del Farmaco (Aifa) aveva giudicato la tecnica Stamina.

Altri indagati a Brescia – Va poi detto che sempre a Brescia si sta concentrando il lavoro degli inquirenti. Le indagini avrebbero portato all'iscrizione nel registro degli indagati di altre persone – la cui identità non è stata rilevata – la cui posizione va ad aggiungersi a quella delle dodici che hanno già ricevuto un avviso di chiusura indagini. Le accuse sono a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, somministrazione di farmaci imperfetti e somministrazione di farmaci pericolosi per la salute. Tra loro c'è anche Davide Vannoni. Sono oltre invece 70, finora, le potenziali vittime. Secondo le indagini del pm Raffaele Guariniello Stamina avrebbe ricevuto cifre dai 25mila ai 50mila euro a testa. Quella che si presentava come una onlus, secondo la magistratura, aveva un vertice "animato dall’intento – si legge nel capo d’accusa – di trarre guadagni da pazienti affetti da patologie senza speranza". Gente che avrebbe invitato i clienti a "non dire nulla in giro perché queste procedure sono vietate" e che, conversando, si sarebbe lasciata scappare frasi come: "per fortuna i malati sono in aumento".

Vannoni non è uno psicologo – A puntare il dito contro il Presidente della Stamina Foundation ci ha pensato oggi anche Giuseppe Luigi Palma, presidente del Consiglio Nazionale dell`Ordine degli Psicologi: "Non è uno psicologo" ha sottolineato, "non è iscritto ad alcun Ordine regionale degli psicologi e pertanto nulla ha a che vedere con la nostra professione. Continuare a definirlo psicologo oltre ad essere una notizia falsa reca gravissimo danno alla nostra professione additandola negativamente agli occhi dell`opinione pubblica e delle istituzioni", si legge nella nota. E non è tutto. Su Vannoni è stato aperto, nel frattempo, un nuovo fascicolo d'inchiesta: questa è del pm Giancarlo Avenati Bassi e ipotizza la tentata truffa alla Regione Piemonte.

Lorenzin: "Discredito sull'Italia" – E il caso Stamina rischia ora di gettare "discredito sull’Italia e rischia di avere un impatto anche sulla credibilità autorizzativa e regolatoria del nostro Paese, pure in materia di brevetti" ha detto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. "L’Italia – ha ricordato il ministro incontrando i giornalisti in occasione degli auguri per le festività natalizie – è uno dei maggiori produttori di nuove molecole a livello mondiale, rappresentando attualmente l’11% della produzione totale".

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