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Teo Davidov, il 12enne prodigio che gioca a tennis senza rovescio: ha scoperto come fare

Teodor Davidov è un giovanissimo tennista diventato molto popolare grazie alla sua capacità di giocare con entrambe le mani. Una scelta voluta fortemente dal papà.
A cura di Marco Beltrami
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Teodor Davidov a soli 12 anni è già una star nel mondo del tennis. Nell'era dei social, questo ragazzo di origini bulgare che vive negli Stati Uniti ha conquistato la scena per i risultati importanti ottenuti con uno stile di gioco particolare e inusuale. Teodor infatti gioca cambiando rapidamente la mano con cui impugna la racchetta tirando così di fatto due dritti, o all'occorrenza due rovesci.

I video della giovane promessa che ha già al suo attivo numerosi titoli juniores sono diventati virali, e mostrano come sia perfettamente a suo agio in campo nello sfruttare questa particolare tecnica. È destro o mancino? Questo si chiede senza dubbio chi gioca contro Davidov e si trova di fronte un giocatore che colpisce sempre di dritto da un lato e dall'altro.

Per raggiungere questo livello, il giovanissimo tennista necessità di un allenamento costante, con 30-40 ore settimanali di tennis. Infatti la difficoltà principale sta nell'aumentare la reattività del cambio di mano. Su questo ha insistito suo papà Kalin, che è anche il suo allenatore. Dopo aver riscontrato infatti sia la passione che la predisposizione per il tennis di suo figlio, si è optato per farlo giocare in questo modo. Teodor dunque può rinunciare al rovescio (molto meno probabile che rinunci al dritto) che però a detta di suo papà "è comunque molto buono".

Quali sono i pro e i contro di questo stile di gioco? Tra i pro c'è sicuramente il fatto di poter sfruttare principalmente il dritto sia con la destra che con la sinistra, e dunque quello che solitamente è il colpo più potente e più naturale. Senza dimenticare poi anche l'aspetto agonistico con la mancanza di punti di riferimento per gli avversari, che si ritrovano a fare i conti con un giocatore che colpisce alla stessa maniera sia dal lato sinistro che da quello destro. In questo modo poi si riducono gli squilibri a livello muscolare tra le parti del corpo, situazione invece con cui devono fare i conti i giocatori professionisti costretti a costanti esercizi specifici.

I punti sfavorevoli? Il fatto di cambiare sempre mano in campo può essere un vantaggio fino a certe velocità di gioco. La musica potrebbe cambiare quando il livello si alza e la pallina arriva molto più rapida. In questa situazione il passaggio dalla destra alla sinistra o viceversa può far perdere comunque una frazione di secondo importante ed essere destabilizzante. D'altronde non è un caso che finora non ci siano mai stati giocatori ambidestri arrivati nelle zone altissime del ranking.

Proprio su questo aspetto però Kalin Davidov ha voluto già chiarire che per suo figlio le cose sono diverse, visto che più la palla è veloce più lui si trova a suo agio. In un'intervista a TennisMajors ha dichiarato: "In effetti le persone che lo conoscono bene e lo hanno visto giocare sul cemento contro giocatori bravi più anziani hanno visto che più veloce è il ritmo, più gli piace e in realtà meglio si comporta. Quindi se la palla arriva più veloce, sarà effettivamente a suo vantaggio. Non si rende quasi conto di cambiare mano? Ha trovato il suo modo di farlo, e si è rivelato piuttosto efficiente".

Entrando poi nello specifico, papà Davidov ha spiegato come Teodor sappia farsi trovare pronto in ogni situazione per essere particolarmente aggressivo nelle risposte. Tutto grazie all'impugnatura, che gli permette di ottimizzare i tempi nel cambio e di dare rotazione alla pallina. La scoperta del feeling giusto con l'attrezzo è stata la svolta per lui: "Non deve cambiare mano, sono entrambe pronte in una presa semi-western e in realtà impiega meno tempo rispetto ai giocatori convenzionali che giocano diritto e rovescio, quindi non deve cambiare nulla. Ha escogitato il suo modo di impugnare la racchetta, quindi in realtà è piuttosto efficiente".

C'è già un'eccessiva pressione dunque su questo bambino prodigio del tennis? E questa scelta particolare legata alla tipologia di gioco è funzionale solo al risultato? In realtà no, perché la scelta di giocare con entrambe le mani, è legata ad una "filosofia" ben precisa, che prescinde dal tennis.

Questa la teoria del papa di Teodor: "Sappiamo che anatomicamente, fisiologicamente, la parte sinistra del corpo è controllata dall'emisfero destro del cervello e viceversa, inoltre l'emisfero sinistro è quello più razionale, quello che ci rende più estroversi, e l'emisfero destro è quello più meditativo. La personalità di Teo è molto focosa, è molto socievole ed estroverso, ma gli manca la capacità di rilassarsi un po', di potersi sedere e concentrarsi e di essere in grado di essere più meditativo, più creativo, ecc… quindi ho voluto sperimentare".

Insomma l'obiettivo è quello di rendere il ragazzino una persona migliore, a prescindere poi dalla sua strada nel mondo della racchetta: "Il tennis è solo una piccola parte del quadro. Per me il tennis è uno strumento per renderlo una persona migliore, per farlo crescere. Il tennis è come lo yoga  e per me il tennis è solo un gioco. È temporaneo, e solo uno strumento per renderlo una persona migliore, per stimolare l'espansione della sua consapevolezza". 

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