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Sinner racconta cosa gli è successo la prima volta che ha guidato una Ferrari: mai visto così

Jannik Sinner è andato a Maranello, dove ha guidato una meravigliosa Ferrari. Il tennista appena sceso dalla vettura ha parlato delle emozioni che ha provato.
A cura di Alessio Morra
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La Formula 1 non ha un pilota in più ma ha un tifoso in e un amico in più e cioè Jannik Sinner che ufficialmente è diventato Friend of F1′. Il tennista italiano sarà ad alcuni Gp e supporterà la promozione della Formula 1 soprattutto verso i più giovani. Ha parlato della sua passione e ha espresso la propria gioia il tennista che ha fatto anche tappa a Maranello, dove ha provato per la prima volta una Ferrari, guidata con tanto di casco.

La passione per i motori ce l'ha sempre avuta, ora Jannik è un amico della Formula 1 e in particolare della Ferrari. Dopo il successo in Davis ha fatto pure una capatina a Maranello, dove ha visitato il Museo Enzo Ferrari e ha fatto un bel giro sia nel reparto produzione, dove con la catena di montaggio nascono le vetture sia nel reparto dove si trovano le vetture Classiche quelle che hanno fatto la storia, non solo in pista.

Poi Jannik si è tolto uno sfizio non da poco – dopo i numerosi ottenuti sul campo:due successi su Djokovic, il trionfo in Davis, le straordinarie Finals, mettendosi al volante della SF90 Spider sul circuito di Fiorano e ha raccontato cosa ha provato: "Per me era la prima volta ed è stata un'emozione incredibile. Sia in questo modello che nella Purosangue mi sono sentito avvolto nell'auto, come se fosse un prolungamento del mio corpo. Un po’ come la mia racchetta: solo molto più grande". 

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Tra il fantastico finale di stagione e gli allenamenti in Spagna, in vista degli Australian Open, Sinner è volato a Maranello dove ha incontrato anche l'a.d. Vigna e il team principal della Scuderia di Formula 1 Fred Vasseur. Un bel momento per il numero 4 della classifica ATP, e recentemente vincitore dell'Award del tennista più amato, che sin da bambino è tifoso della Ferrari e appassionato di motori grazie alla sua famiglia: "Sono stati mio padre e mio nonno a trasmettermelo. Ho sempre guardato le gare con loro fin da quando ero ragazzino. Ma poi, quando ho cominciato a vincere a tennis, c’è stato il problema della sovrapposizione, perché se arrivi in ​​finale in un torneo, giochi la domenica, lo stesso giorno del gran premio. Quindi oggigiorno li guardo dopo". 

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Mentre parlando con Vasseur e alcuni meccanici e tecnici della Ferrari, Sinner ha parlato della correlazione tra il tennis e la Formula 1: "Sia il tennis che le corse sono considerati sport individuali, perché sei solo in campo o in monoposto. Ma per ognuno di noi è fondamentale avere una squadra alle spalle, che lavora in armonia per raggiungere un obiettivo. E i sacrifici dei componenti della squadra sono gli stessi di chi gioca o guida. Si arriva in cima solo insieme. Non andrai lontano da solo". 

Sinner è un vero appassionato e lo ha dimostrato parlando fin nei dettagli della sua visita a Maranello, dove è stato anche alle catene di montaggio: "Quando sono al volante, il dettaglio che mi dà più emozione è il suono. E il suono di una Ferrari è sempre qualcosa di unico. Ma qui a Maranello sono rimasto colpito dall'attenzione posta in ogni dettaglio e che rende ogni Ferrari unica, che si tratti della livrea, del sedile o anche delle finiture. È stato anche molto bello vedere il senso di appartenenza che provano tutti coloro che lavorano qui: sembra quasi un onore far parte di un marchio che ha scritto la storia di uno sport. E molto di più". 

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