Sabalenka a cuore aperto con Zverev dopo lo sfogo a Wimbledon: “Se lo tieni dentro, ti distrugge”

Lo sfogo di Alexander Zverev dopo la sconfitta e l'eliminazione al primo turno di Wimbledon ha fatto molto rumore, alimentato preoccupazione, smossa la coscienza di chi ha rischiato di essere risucchiato "buco nero" (per usare una delle espressioni del tedesco) ma s'è aggrappato forte a se stesso e ne è uscito più forte di prima. "Se lo tieni dentro di te, prima o poi ti distrugge", è la frase che Aryna Sabalenka ha dedicato al collega tennista invitandolo a farsi aiutare. Ha ascoltato quelle parole sul "senso di vuoto" e le ha fatte proprie: certi cattivi pensieri hanno sfiorato anche lei che passa per essere una tigre; alcuni risultati indigesti e a sorpresa hanno fatto traballare anche le sue certezze di numero uno al mondo. "È incredibile sentire queste cose da Sascha (è il soprannome di Zverev, ndr) che è sempre circondato dalla sua famiglia".
Le parole di Sabalenka sulla crisi di Zverev
In conferenza la bielorussa ha messo a parte le ciarle sui balletti o i duetti inattesi con Novak Djokovic o, ancora le battute su questo pazzo tabellone di Wimbledon che annovera a ogni turno un risultato inaspettato (Paolini, finalista della scorsa edizione, è finita subito fuori), tanto che lei stessa ha faticato contro Bouzkova. Aryna sa cosa vuol dire camminare sul ciglio del burrone: quando è toccato a lei disimpegnarsi da equilibrista s'è messa al lavoro sia al punto di vista tecnico sia mentale. S'è rivolta a uno specialista in biomeccanica per migliorare i suoi movimenti al servizio e a un altro che sa orientarsi meandri della psiche e tra le curve della memoria per fare un tagliando a livello emotivo attitudinale.
"A Zverev mi sento di dare solo un consiglio – ha ammesso Sabalenka nell'appuntamento coi media -. Ho avuto una terapeuta per circa 5 anni. Penso che sia davvero importante parlare apertamente di qualsiasi cosa si stia affrontando. Soprattutto se hai la tua famiglia, puoi dire ai tuoi cari quello che provi. È davvero importante essere aperti e parlare di qualsiasi cosa si stia vivendo. Se lo tieni dentro, ti distruggerà. Credo che è quello che sta succedendo a lui. Penso che abbia solo bisogno di aprirsi con chiunque gli sia vicino. La famiglia è la cosa migliore… persone che possono accettare qualsiasi cosa tu stia affrontando. E anche col suo team. Nel momento in cui inizi a parlare dei tuoi problemi, inizi a capire molte cose. Aiuta a risolverli". E completa la riflessione citando un altro aspetto dell'esperienza personale. "Con la mia squadra parlo di tutto so che non mi giudicherà. Lo accetteranno e basta e lavoreremo insieme".
La solidarietà di Rublev: "Il tennis è solo il punto d'innesco"
Oltre a Sabalenka anche Andrey Rublev ha commentato la confessione di Zverev. I suoi tormenti interiori, la sua difficoltà a contenere la rabbia, le sue esplosioni plateali al limite dell'autolesionismo sono state finora l'espressione più evidente (e preoccupante) del livello di disagio in cui può dibattersi un tennista che non riesce a gestire la pressione agonistica e il livello di competitività. "Quello che dice Alexander non ha niente a che fare con il tennis perché il tennis è solo il punto di innesco. È qualcosa dentro di te con cui devi fare i conti. Sascha ama il tennis… quelli che non lo amano, che non tengono veramente al tennis, sono più rilassati. Non gli importa davvero perché forse hanno priorità diverse, ma per chi ama il tennis, allora capita questo".