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Perché l’avversione di Djokovic al vaccino lo sta trasformando in un tennista normale

Djokovic ha perso due delle quattro partite giocate nel 2022 e anche a Montecarlo è stato subito eliminato. I pochi incontri disputati gli hanno tolto fiducia, condizione e i suoi colpi.
A cura di Alessio Morra
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Novak Djokovic è ancora il numero 1 ATP, perché lo scorso anno ha vinto quasi tutto e ha accumulato migliaia di punti. Ma in questo 2022 ha disputato solo due tornei, ha giocato quattro partite e ne ha perse due. L'ultima nel secondo turno del torneo 1000 di Montecarlo contro lo spagnolo Davidovich Fokina. Un match in cui il serbo ha palesato tutte le sue enormi difficoltà, in piazza, o meglio sul campo si è visto un Djokovic completamente differente rispetto a quello che gli appassionati e soprattutto i rivali hanno avuto modo di vedere in questi ultimi quindici anni.

Ma perché Djokovic ha iniziato così male la stagione? Qual è il problema? Perché non riesce a recuperare la condizione fisica e mentale? Le risposte sono parecchie e non sembrano nemmeno così complesse. Il serbo ha chiuso la scorsa stagione giocando la Coppa Davis, avrebbe voluto giocare gli Australian Open, ma a causa della ben nota vicenda personale è stato espulso dall'Australia il giorno prima dell'inizio del torneo. Alle gare è tornato a Dubai, avvio folgorante, due successi prima di perdere con Vesely, giocatore piazzato fuori dalla top 100. Una sorpresa enorme, anche se in pochi pensavano potesse tornare a dominare sin da subito. Poi altro stop perché non essendo vaccinato contro il Covid non ha potuto volare negli Stati Uniti saltando così Indian Wells e Miami.

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Sulla terra rossa inizia la sua vera stagione. Djokovic ha giocato Montecarlo, sapeva di non essere al meglio, ma voleva andare molto avanti, pure per giocare partite. Il problema principale è proprio questo. A Novak mancano le partite. Uno come lui ha bisogno di giocare, di competere, di sentire la ‘garra' degli avversari e gli serve soprattutto avere continuità nei colpi. Perché pure se sei il numero 1 non puoi pensare di vincere solo con la tua presenza in campo. Come si dice banalmente a Djokovic mancano le partite. Contro Davidovich il venti volte vincitore Slam ha fatto colpi straordinari che ha alternato, però, a degli errori banalissimi. E dopo la partita ha anche dichiarato di non avere più energie, la birra in corpo è finita dopo un paio d'ore di gioco.

Ma il problema è anche mentale. Perché per vincere nello sport e nel tennis ancora di più c'è bisogno della ‘testa' o meglio di tante concentrazione e tanta forza mentale. A Montecarlo c'è stato l'esempio concreto. In altri tempi Djokovic dopo aver ripreso per i capelli la partita, era sotto di un set e un break (due volte) e nel tie-break era sotto 5-3 – avrebbe vinto e invece è stato travolto nel terzo set da Davidovich, che ha i suoi meriti ma ha anche sfruttato una valanga di errori. Il 6-1 del terzo set è abbastanza esplicativo. Novak ha mollato, una cosa non da lui.

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Ha bisogno di giocare e lo farà disputando il torneo di Belgrado che organizza la sua famiglia, poi proseguirà con i grandi tornei sul rosso di Madrid e Roma prima del Roland Garros, dove difende il titolo vinto lo scorso anno. L'abitudine a non giocare gli sta complicando tanto i piani. Ritroverà il gioco, i suoi colpi e tanta forza mentale. Ma attualmente è tremendamente indietro. Due tornei giocati, due vittorie e due sconfitte. 90 punti conquistati a Dubai, 10 a Montecarlo. In totale ha 100 punti. Ha iniziato la settimana da numero 167 della Race, la classifica che conta solo i risultati dell'anno solare. Mai così in basso, nemmeno quando aveva diciotto anni. Naviga al fianco di tennisti che mai avevano sognato di essergli davanti o comunque solo al fianco. Nadal e Alcaraz sono i primi due della classifica, Djokovic segue Timofey Skatov e Matheus Pucinelli de Almeida.

La classifica ATP Race dell'11 aprile.
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