Paolo Bertolucci: “Pensare che in telecronaca tifiamo contro Sinner è folle. A Elena non dico nulla”

Jannik Sinner sarà regolarmente in campo contro Ben Shelton nei quarti di Wimbledon. È questa la notizia che tutti aspettavano e che Paolo Bertolucci, voce storica di Sky Sport e grande conoscitore di tennis, ha confermato, in mezzo a un mare di speculazioni e polemiche. Lo abbiamo intervistato su Fanpage dopo le rassicurazioni di Darren Cahill sul gomito del numero uno al mondo. Un confronto, in cui Bertolucci ha parlato non solo delle condizioni di Sinner, ma anche delle critiche purtroppo talvolta feroci e addirittura becere piovute sulla telecronaca sua e di Elena Pero.
Un'occasione per soffermarsi sulla crescente morbosità che circonda il tennis italiano e sulla nuova dimensione popolare raggiunta da questo sport. Tra ironia, competenza e quella schiettezza che lo contraddistingue, Bertolucci spiega anche perché, per lui, si tifa sempre e soltanto per il tennis.
Paolo, alla fine dunque Sinner si è allenato, lontano dalle telecamere, e Cahill ha fugato ogni dubbio sulla sua presenza contro Shelton. Era diventato un tormentone.
"Sì, sì, c'è stato tutto questo rincorrersi da ieri mattina per conoscere le condizioni: campi prenotati, vuoti, disdetti, eccetera, e di qua e di là… Insomma, al di là di questo e di questa morbosità, credo che siano importanti le dichiarazioni del suo allenatore. L’importante è che oggi sia al 100%, perché, come si è visto l'altro ieri, purtroppo basta un piccolo problema e il rendimento scende".

Anche perché contro un giocatore come Shelton, che tra l'altro ha un servizio poderoso, non si può giocare con un gomito a mezzo servizio.
"Basta un 10% in meno a questi livelli ed esci dal campo sconfitto, insomma non riesci a rendere al massimo. Cioè, Munar lo batti anche da zoppo, ma Dimitrov, se non sei a posto, non lo batti. Al di là della velocità, cioè, lui dovrà giocare, adesso non lo so, dico una cifra, 500 dritti e 356 rovesci. Quello è il problema. Non è che deve giocare tre colpi come se fossero tre lanci del peso, tre lanci del disco… sono centinaia e centinaia di esecuzioni. Quindi se c’è qualcosa, ogni volta senti anche solo una leggera punturina, un po’ di fastidio, un po’ di timore, non puoi essere competitivo a questi livelli".
Considerando anche il problema fisico, qual è l'aspetto che ti ha più colpito in negativo della serata di Sinner contro Dimitrov?
"Ma no, niente, perché lui ha avuto questo fastidio al primo game, quindi non è giudicabile. Si vedeva chiaramente che era un po’ trattenuto, che c’era qualcosa che non andava e quindi, di conseguenza… Poi se ti concentri tutto su quello e se la mente va tutta lì al gomito, oltre al dolore, finisce che giochi male anche il rovescio, per dire. Sei un po’ meno attento, ti muovi un po’ meno bene… insomma, poi è un insieme di cose che si sommano una sull’altra".
Tu hai parlato di morbosità. Dalla partita con Dimitrov a ieri sera, non credi che tanti abbiano superato il limite? Penso alla ricerca folle di notizie sulle condizioni di Jannik, e alle critiche feroci per la telecronaca.
"Guarda, il limite secondo me lo superiamo giorno per giorno in tutte le cose della vita. Uno pensa sempre di aver toccato un limite in qualsiasi cosa, poi invece non è così. Io credo che naturalmente questo boom del tennis abbia per fortuna allargato non poco la platea. Prima era un po’ una nicchia e adesso anche per Sky fare un milione di persone davanti alla televisione è ormai diventata una regola. Prima era una cosa che succedeva solo in qualche partita di calcio".

Insomma, i soliti pro e contro di un avvicinamento di massa al tennis, non credi?
"È bene che si sia allargata la platea naturalmente, però quando si allarga la platea c'è qualcuno che è arrivato all’ultimo momento e con tre partite pensa di aver capito tutto. Altri magari sono nel tennis da tanto tempo però non si erano mai espressi, e ora invece sono diventati tifosi accaniti. E tifosi accaniti significa anche, come dire, avere un po’ il prosciutto davanti agli occhi ed essere meno obiettivi".
Cosa pensi degli attacchi arrivati sui social a te e a Elena Pero per il racconto di Sinner-Dimitrov? Forse tanti vorrebbero la telecronaca del tifoso…
"Io in telecronaca cui cerco di essere il più obiettivo possibile, e se vedo che l’avversario, che sia bulgaro piuttosto che filippino, gioca meglio o compie dei colpi meravigliosi, io lo sottolineo anche se gioca contro l’italiano. Poi, che dentro di me speri che vinca l’italiano mi sembra talmente ovvio, talmente una domanda pleonastica… e invece molti sono convinti che io faccia magari il tifo per un bulgaro o per uno spagnolo, a seconda dell’avversario di Sinner. Quindi da lì capisci che siamo alla follia".
Non sono mancati anche insulti e commenti beceri, con botta e risposta serrati sui social tra chi vi difende e chi vi accusa. Come reagisci tu e la tua collega Elena Pero?
"Uno può anche criticare dicendo che non sono capace, però da lì a dire che faccio il tifo contro… capisci che io vado fuori di testa. Il problema è che Elena non legge, quindi io non le dico nulla e va bene così, perché poi sono insulti anche pesanti, da querela, e quindi è meglio evitare".

Ogni tanto però non resisti, e rispondi in modo ironico.
"Non resisto perché quando leggo uno che da Macerata mi dice che si gioca sul Campo 1 oggi perché sa il motivo, o perché c’è un’altra cosa … mentre io invece parlo con gli allenatori e gli organizzatori. Lei ne sa più di me stando a Macerata. Ripeto, capisci che siamo alla follia?"
Pensi che questa situazione sia figlia di certe telecronache urlate e poco equilibrate nel calcio? Una sorta di deriva? Cioè la gente vuole proprio un telecronista tifoso?
"Lo so, è vero. Però fino a che non faranno, diciamo così, un canale come nel calcio, del telecronista tifoso, sarà sempre così. Io però non lo penso: non potrò mai far parte di quel canale anche qualora lo vendessero, perché io faccio il tifo per il tennis. E quindi anche oggi ho visto delle cose di Alcaraz meravigliose, e non posso non sottolinearle. Poi, se la gente è convinta che io faccia il tifo per uno piuttosto che per l’altro, faccia quello che vuole".
A proposito di Alcaraz, sembra che, al netto del tabellone, sia assolutamente il favorito e l’uomo da battere. Insomma, può solo perderlo questo Wimbledon?
"No, no… però insomma ha vinto le ultime due volte, ed è reduce dalla vittoria anche a Parigi. Per cui non può non essere lui il favorito. Poi naturalmente… sappiamo cosa sperare".