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Master 1000 Cincinnati di tennis

Jannik Sinner a Cincinnati, risponde in maniera secca alla domanda su Ferrara: “Non c’è altro da dire”

Il numero uno al mondo è tornato a parlare di sé in conferenza. Ha tagliato corto quando gli hanno chiesto del preparatore atletico, richiamato nello staff dopo il caso Clostebol. E sul manicotto al braccio destro ha svelato: “Il gomito sta bene. Così ho la sensazione di colpire meglio la palla”.
A cura di Maurizio De Santis
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Jannik Sinner è a Cincinnati per il Masters 1000 e torna a parlare di sé. Dove eravamo rimasti? La domanda a cui risponde in maniera lapidaria riguarda il preparatore atletico, Umberto Ferrara, e la decisione di richiamarlo nello staff dopo averlo inizialmente allontanato per il caso Clostebol. Il numero uno al mondo ha poca voglia di discutere sull'argomento e non concede appigli di alcun tipo nella replica. Si limita a richiamare il testo della nota divulgata al momento.

Sinner taglia corto alla domanda su Ferrara: "Non c'è altro da aggiungere"

È una sfinge, recita in maniera telegrafica l'unica frase che ritiene di dover concedere alla platea di taccuini e tv che ha dinanzi a sé. "Non c'è altro da aggiungere rispetto a quanto ho già detto nel comunicato stampa". Stop, punto e capo. Cosa lo abbia portato a licenziare Panichi e Badio e perché si sia affidato di nuovo al ‘vecchio' collaboratore è motivazione che conosce solo lui. Tutto il resto è solo nel campo delle ipotesi.

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Il manicotto al braccio destro: "Il gomito sta bene, così colpisco meglio la palla"

Su una cosa, invece, si sbottona un po' di più: perché continua a tenere quel manicotto al braccio destro infortunato proprio a Londra? Non c'è alcun problema fisico, non è a fini terapeutici né precauzionali. "Il gomito sta bene, mi piace la sensazione di maggiore stabilità nell'impatto con la palla. Ho l'impressione di riuscire a colpirla meglio".

La sensazione dopo Wimbledon: "Ho stupito me stesso"

Se a Wimbledon ha funzionato (Alcaraz, col quale ha scherzato sul campo d'allenamento, lo ricorda bene…) e, anzi, sembra trarne beneficio perché disfarsene? Sinner non lo farà. Anche questo fa parte della routine di tennista ‘normale' pur essendo il più forte al mondo. Forse il segreto è proprio questo: restare umile nonostante il gran baccano e la pressione mediatica che è su di lui sempre. E allora capita che, parlando della recente esperienza sul prato inglese, dica: "A Londra ho stupito anche me stesso. Dopo il Roland Garros (la delusione è stata cocente per la finale persa con Alcaraz subendo una rimonta bruciante, ndr) non mi aspettavo di rientrare in campo e riuscire ad esprimere quel livello di tennis".

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Cincinnati evoca ricordi agrodolci: l'udienza di 6 ore sul doping prima della finale

Cincinnati evoca ricordi agrodolci: un anno fa, prima della finale vinta contro Tiafoe, in un'udienza durata ben 6 ore, provò a convincere i suoi interlocutori che non aveva alcuna responsabilità diretta, né dolo o malafede per la positività a un controllo anti-doping. Oggi racconta che nel video-diario in cui raccoglie pezzi della sua vita ha diverse sequenze: "Ma non riguardano il gioco del tennis. La gente ci conosce solo come tennisti, ma non sa come viviamo. A me piace circondarmi di persone genuine e godermi i momenti semplici, anche con la famiglia".

Dal riposo coi suoi cari alla chiusura di stagione in America

L'ultima frase fa da gancio a un altro argomento: come ha trascorso il periodo di vacanza dopo il trionfo nello slam londinese? "Mi sono preso un po' di tempo per le persone a me più care. Poi sono tornato ad allenarmi per essere pronto per la stagione americana, che è davvero importante". Negli States deve difendere i punti ottenuti grazie ai successi a Cincinnati e, in particolare, all'US Open. Sinner dovrà dosare bene le energie anche alla luce di un Masters 1000 che si annuncia più ‘faticoso' considerata la formula a 96 e non più 56 giocatori. "Preferirei un torneo di una settimana… Come a Monte Carlo, per esempio. Ma noi tennisti non possiamo controllare tutto".

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