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Fognini spiega la differenza tra Sinner e Alcaraz: “Io ero più come Carlos. È un limite e un pregio”

Fognini sulla rivalità Sinner-Alcaraz ai microfoni di Supernova di Cattelan: “Oggi c’è un solco tra i primi due del ranking e tutti gli altri. Jannik lucidissimo dopo gli US Open.
A cura di Marco Beltrami
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Fabio Fognini ha parlato della sua nuova vita, da ex tennista, al microfono di Supernova Podcast di Alessandro Cattelan. Un'occasione per dire la sua anche sulla rivalità tra Sinner e Alcaraz, anche sulla base della sua esperienza professionale. Il campione ligure si è soffermato anche sulle differenze tra i due giovani campioni reduci dalla finale degli US Open.

Fognini e le differenze tra Sinner e Alcaraz

Idee molto chiare da parte di Fognini che si rivede più in Alcaraz come attitudine e atteggiamento in campo e fuori, pur riconoscendo ovviamente l'eccezionale valore del connazionale Sinner. L'ex giocatore vincitore del torneo di Monte Carlo ha dichiarato sul connazionale: "Sono due giocatori diversi. Jannik noi italiani lo conosciamo di più, lo seguiamo di più, lo tifiamo di più. Poi, come ben sai, in Italia quando uno vince è un fenomeno, quando perde — come l’altro giorno — si cominciano a mettere i puntini sulle i. Jannik è “quadrato”: io ho giocato con Seppi, no? Lo chiamavo “Crucco” perché ‘di là dai monti', mezzo tedesco, mezzo italiano, non si capiva… E Jannik è come lui: è quadrato, per carità con doti extra fuori dalla portata di chiunque, però è lì, sa quello che vuole, sa come prenderselo, è un lavoratore".

Molto diverso invece Alcaraz: "Carlos, invece, sembra un ragazzo che si diverte — non che Jannik non si diverta, eh — però lo vedi. Non so se hai visto il suo documentario: io l’ho visto tutto. L’hanno anche criticato perché diceva che dopo le partite ha bisogno di andare a divertirsi. Ed è così: conoscendoli entrambi e avendoci giocato, lui trasmette proprio questo, un ragazzo che si diverte e che ha bisogno di quel divertimento fuori dal campo. Io ero più così. Tant’è che, come ho detto, sono passati due mesi e mezzo e in questo periodo ho visto un set — sì, possiamo dire un set — della finale di due giorni fa; il resto zero, zero totale".

I pregi e i difetti del disconnettersi dal tennis

Un'affinità che però nasconde anche dei lati negativi a detta di Fabio Fognini, che ne ha avuto conferma sia durante la sua carriera che dopo: "Quando mi dicevo “disconnettiti, divertiti”, andava bene: mettevo via la racchetta, la incordavo il giorno prima di allenarmi. Da una parte è buono, dall’altra è sbagliato, perché rimanere nell’ambiente ti tiene concentrato. Però ognuno ha il suo".

D'altronde non tutti i tennisti si divertono, anche perché i ritmi e la routine spesso e volentieri sono durissimi. Al momento poi, a detta di Fognini, c'è un grande equilibrio e una bella differenza tra i primi due del ranking e tutti gli altri: "Ad oggi quello che ho notato e che sto notando è che giocano tutti bene, dal numero uno al numero 500-1000. Ovviamente ora Jannik e Carlos stanno facendo un po’ il solco. E c’è un grosso, secondo me, gap dal numero 3 al numero 10: secondo me gente come Musetti, questa gente qua, anche lo stesso Matteo, se avesse avuto un pochettino più di fisico che lo reggeva… stava giocando bene, era ritornato 30 del mondo. Quindi ho detto: “Guardate, ragazzi, che se continua a giocare ha l’opportunità di reggere, entrare in ritmo e poteva ritornare alto”. Poi ha avuto i suoi problemi e, fisicamente, sappiamo com’è e quello che ha vissuto. Però c’è tanto margine adesso".

La lucidità di Sinner dopo gli US Open

L'ultima considerazione poi di Fognini è arrivata in merito anche al peso degli allenatori durante le partite. Gente come Sinner e Alcaraz è attenta ai dettagli, e la conferma è arrivata proprio dalle parole di Jannik post ultima sconfitta: "La strategia vera la prepari prima: Sinner e Alcaraz si conoscono a memoria e ogni volta aggiungono qualcosa. Jannik è stato lucidissimo dopo gli US Open: “Sono diventato prevedibile, devo uscire dalla comfort zone”. Parole pesanti, per uno di 23-24 anni".

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