Djokovic severo su Sinner e il doping: “Sono rimasto scioccato. È stato tutto molto, molto strano”

Nel corso dell'intervista con Piers Morgan, trasmessa su YouTube nel format "Piers Morgan Uncensored", Novak Djokovic è tornato a parlare del caso Clostebol che aveva travolto Jannik Sinner, costringendolo a tre mesi di squalifica (dal 9 febbraio al 4 maggio 2025) dopo aver patteggiato con la WADA. Le parole dell'ex numero uno del tennis mondiale sono state dure, a tratti spiazzanti, e non hanno risparmiato critiche alla gestione dell'intera vicenda.
"Quando è successo sono rimasto sinceramente scioccato. Credo che non l'abbia fatto di proposito, ma il modo in cui è stato gestito l'intero caso è pieno di campanelli d'allarme", ha infatti detto il 38enne serbo, alludendo a una gestione poco chiara da parte degli organismi competenti. Il classe '87 ha ammesso di conoscere Sinner da quando era poco più che un ragazzino, sottolineandone il carattere genuino e la dedizione assoluta al tennis, ma ha anche ribadito un principio di responsabilità: "Non l'ha fatto apposta, ma ovviamente è responsabile. Queste sono le regole".

Djokovic ha espresso forti dubbi sulla trasparenza e l'equità del procedimento, lasciando intendere che il trattamento ricevuto dal tennista azzurro non sarebbe stato lo stesso per un giocatore di basso profilo. "Se fosse stato il numero 500 al mondo, credo che sarebbe stato squalificato per anni", ha dichiarato, condividendo il pensiero del conduttore britannico. "La mancanza di trasparenza, l'incoerenza, la comodità di una squalifica tra gli Slam… è stato tutto molto, molto strano" ha quindi aggiunto.
Il riferimento è alla sospensione di tre mesi concordata tra la difesa di Sinner e la WADA, una decisione che molti nel circuito avevano già giudicato troppo favorevole. "Non mi è piaciuto come è stato gestito quel caso", ha ribadito Djokovic, ricordando che altri tennisti in passato sono stati fermati per periodi ben più lunghi per episodi simili.
Pur mantenendo un tono severo, il 24 volte campione Slam ha però mostrato empatia nei confronti dell'azzurro: "Non è stato facile per lui. Provo empatia, perché ha gestito la tempesta mediatica con grande maturità. E in mezzo a tutto questo continua a giocare un tennis straordinario, vincendo Slam".
Djokovic ha poi concluso con una riflessione amara: la vicenda, secondo lui, non verrà mai dimenticata. "Credo che questa storia lo seguirà come una nuvola per il resto della carriera, proprio come la questione del Covid seguirà me. Col tempo svanirà, ma non sparirà mai del tutto", un giudizio netto, che conferma come per l'ex numero uno del ranking ATP il caso doping di Sinner resti una ferita aperta non solo per l'azzurro, ma per l'intero sistema del tennis professionistico.