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Divampano le polemiche per il messaggio politico di Djokovic al Roland Garros: “Non deve rifarlo”

Novak Djokovic è finito tra le polemiche per una frase scritta al termine del match di primo turno del Roland Garros. Il serbo è stato criticato anche dal ministro dello Sport francese.
A cura di Alessio Morra
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La polemica ha iniziato a montare piano piano tanto da diventare un caso vero e proprio, tanto da far intervenire nientemeno che il ministro dello sport francese. Ancora una volta Novak Djokovic è il protagonista di un caso spinoso, stavolta è una frase scritta al termine del match vinto con Kovacevic a far nascere delle polemiche che non accennano a terminare.

"Il Kosovo è il cuore della Serbia. Stop alla violenza". Questo ha scritto l'ex numero 1 del mondo dopo aver sconfitto all'esordio del torneo Kovacevic per tre set a zero. Una frase che Djokovic ha scritto dopo un weekend tesissimo in Kosovo, dove ci sono stati feroci scontri nel Nord del paese. Scontri nati dopo che i sindaci di etnia albanese si sono insediati nelle aree del Nord a prevalenza serba. La forza di mantenimento della pace guidata dalla NATO Kosovo Force ha riportato che solo nel fine settimana 25 soldati sono rimasti feriti. La Serbia ha messo in allerta l'esercito e ha inviato le truppe al confine. Insomma una situazione delicatissima.

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Djokovic ha fatto sentire la sua voce con un messaggio che per lui voleva essere di pace, scrivendo ‘stop alla violenza'. Ma la frase precedente ha alimentato enormi discussioni: "Il Kosovo è il cuore della Serbia". Frase polemica perché la Serbia non ha mai riconosciuto il Kosovo come stato a sé stante, e i rapporti tra i due paesi sono inesistenti.

Nella conferenza stampa post primo turno Novak ha spiegato che lui vuole solo la pace e considera il Kosovo un posto di famiglia, visto che lì ci è nato il padre, e ha dichiarato anche di essere consapevole che le polemiche erano dietro l'angolo. E sono arrivate in modo puntuale.

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A Orahovac in Kosovo è stato distrutto un murales che era stato dedicato a Djokovic, mossa firmata letteralmente dall'UCK (Esercito Liberazione del Kosovo). Ma durissima è stata soprattutto Amelie Oudea-Castera, ministro dello sport francese, che in uno dei programmi del mattino francesi ha detto: "Quando vogliamo mandare messaggi in difesa dei diritti umani, messaggi che uniscono persone sulla base di valori universali, un atleta è libero di farlo. Ma in questo caso parliamo di un messaggio militante e politico e questo non deve accadere nuovamente".

Quindi un enorme cartellino giallo per Djokovic, che ha ricevuto un avvertimento da parte del governo francese. Il ministro ha poi concluso: "Ho parlato con la direttrice del torneo, Amélie Mauresmo, che ha parlato con l'entourage del giocatore, che in passato ha già dichiarato pubblicamente la sua posizione politica sul Kosovo, e ha insistito sul fatto che non si deve ripetere perché c'è un principio di neutralità".

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