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Bjorn Borg: “Loredana Berté voleva un figlio, depositai il seme. Ma per salvarmi dovevo fuggire da lei”

Bjorn Borg racconta la sua malattia e come la sua vita deragliò fuori dal campo per l’abuso di droga, alcol e farmaci. Loredana Berté gli salvò la vita, ma tra loro non poteva durare: “Per salvarmi dovevo fuggire da lei e da quell’ambiente”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Dire Bjorn Borg significa dire tennis: pochi come il 69enne campione svedese hanno cambiato la storia del gioco, al di là dell'essere stato numero uno al mondo per 109 settimane e dell'aver vinto 11 tornei del Grande Slam, tra cui una leggendaria striscia di 5 Wimbledon consecutivi. Borg era un martello di regolarità da fondo campo, poteva stare lì in campo per ore sbagliando pochissimo, fece impazzire uno come John McEnroe, che più diverso da lui non poteva essere. Nelle scorse settimane, il campione di Stoccolma ha fatto notizia per la rivelazione di avere un cancro alla prostata, ora spiega cosa gli è successo e riapre il libro della sua vita fatta di eccessi fuori dal campo, parlando anche di come e perché finì il matrimonio con Loredana Berté.

Bjorn Borg e il cancro alla prostata: "Molto aggressivo, ora faccio controlli ogni sei mesi"

"Di recente sono stato operato di un cancro alla prostata molto aggressivo – racconta Borg a ‘Repubblica' – Invito tutti gli uomini a fare prevenzione perché è un tumore silenzioso. Il medico mi ha chiesto quanto volessi vivere. Gli ho risposto: per sempre non si può, ma qualche anno ancora sì. E lui: allora deve operarsi al più presto. E così sono andato dritto in ospedale. Ora faccio controlli ogni sei mesi".

Bjorn Borg impegnato nel suo iconico rovescio bimane
Bjorn Borg impegnato nel suo iconico rovescio bimane

"Devo la vita a Loredana Berté, ma per salvarmi dovevo fuggire da lei e da quell'ambiente"

Borg torna a quando la sua vita è iniziata a deragliare: "Nel 1982 ho provato la polvere bianca. Poi ho aggiunto alcol e medicinali. E giù cocktail. Lì è iniziata la mia caduta: mi trascinavo nei night, mi stordivo con feste e festini, perché tornare a casa? Ero depresso, avevo attacchi di panico, divorziai (dalla prima moglia, la tennista rumena Mariana Simionescu, ndr), mi misi con Jannike Bjorling, nacque Robin, ma non ero un padre all'altezza. E soprattutto avevo paura di stare solo, sovrapponevo le relazioni, se non avevo compagnia me la procuravo. Conobbi Loredana Bertè a Ibiza, mi trasferii a Milano, ma per me che lottavo contro droghe e farmaci quella città fu un disastro. Però non è vero che nell'89 il mio fu un tentativo di suicidio. Ero solo sfinito, stanco di vivere in quel modo, era un grido d'aiuto".

Bjorn Borg con Loredana Berté nel 1991: si separarono l’anno dopo
Bjorn Borg con Loredana Berté nel 1991: si separarono l’anno dopo

In quel frangente, se non fosse stato per Loredana, oggi Bjorn non potrebbe raccontare nulla di tutto questo: "Sì, le devo la vita. Mi trovò a letto incosciente, chiamò l'autoambulanza, all'ospedale mi fecero una lavanda gastrica. Frequentavo persone sbagliate, accettavo passivamente tutto, ero in un groviglio. Loredana che era diventata mia moglie voleva un figlio, era comprensibile, aveva sei anni più di me, arrivai a depositare un campione di sperma per l'inseminazione. Ma per salvarmi dovevo fuggire da lei e da quell'ambiente. Mi trasferii a Londra e ripresi ad allenarmi. Quando mi sono risposato, lei mi ha denunciato per bigamia e la sua accusa mi ha impedito di tornare in Italia. E comunque a Milano non ci ho voluto più mettere piede".

"Che posto mi assegno nella storia del tennis? Nei primi cinque ci posso stare"

Vedere oggi Borg, dopo le molte vite che ha vissuto, in condizioni psicofisiche spettacolari può forse sorprendere, lui spiega come ha cambiato radicalmente il suo stile di vita: "Ho avuto fortuna, mai un chilo in più, mascheravo bene, il mio corpo non mi ha tradito, mi peso ogni giorno, e guai all'etto in più. Nei 60 metri, i dieci passi più decisivi del tennis, non mi batteva nessuno, la mia frequenza cardiaca a riposo è di 38 battiti al minuto. Oggi mi sveglio alle sei, ogni mattina faccio 45 minuti di cyclette, la sera vado a letto alle 10, spesso senza cena, con mia moglie ci accontentiamo di un panino. Niente più superalcolici, solo vino bianco e birra. Che posto mi assegno nella storia del tennis?Nei primi cinque ci posso stare. Per numero di titoli Djokovic ha vinto di più, ma io Federer e Nadal abbiamo portato il tennis in un'altra dimensione. La mia vita è stata una lunga partita, non sono stato solo a giocarla, sono grato a tutti. Dalla cima ho visto il fondo, ma ne è valsa la pena".

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