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Alcaraz la prende male e chiede di cambiare una regola del tennis: “Non è bello”

Dopo aver vinto il match con Jaume Munar al torneo del Queen’s, Carlos Alcaraz si è lamentato per l’applicazione della ‘time violation rule’ da parte del giudice di sedia: “Non è bello per lo spettacolo e nemmeno per noi, è una regola che dovrebbe cambiare. Forse il giudice di sedia voleva essere al centro dell’attenzione”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Carlos Alcaraz oggi è impegnato nei quarti di finale del torneo del Queen's contro il francese Rinderknech, dopo aver eliminato giovedì nel turno precedente il connazionale spagnolo Jaume Munar. Una partita che è stata una maratona, considerando soprattutto che si è giocata su erba – superficie che accorcia gli scambi  – e al meglio dei tre set. Il match è durato tre ore e mezza ed è stato vinto 7-5 al terzo dal numero due al mondo. Alcaraz ci ha scherzato su alla fine, scrivendo nell'abituale messaggio sulla telecamera: "3:30 h? Siamo sulla terra rossa?". Poi, intervenuto in conferenza stampa, ha avuto meno voglia di scherzare quando si è parlato dei problemi avuti nel corso del match col giudice di sedia, che lo ha sanzionato per la ‘time violation rule', ovvero la regola che stabilisce il tempo massimo che un giocatore può impiegare per prepararsi a servire o ricevere tra un punto e l'altro.

Il messaggio ironico di Carlos Alcaraz sulla telecamera dopo aver battuto Munar
Il messaggio ironico di Carlos Alcaraz sulla telecamera dopo aver battuto Munar

Cosa dice la ‘time violation rule' contestata da Carlos Alcaraz

La regola è stata introdotta per evitare eccessive perdite di tempo (talora anche strategiche) da parte dei tennisti e accelerare il gioco: stabilisce che dopo la fine di un punto i giocatori hanno 25 secondi per dare inizio al punto successivo. Uno ‘shot clock' visibile conta i secondi, in modo che i tennisti ne abbiano contezza. Se il limite non viene rispettato, il colpevole può ricevere una ‘time violation', che alla prima infrazione comporta un ‘warning' (ovvero solo un ‘avvertimento'), mentre le violazioni successive nello stesso match comportano penalità crescenti: la perdita di un primo servizio (il giocatore deve servire direttamente il secondo servizio), e ancora la perdita di un punto o, in casi estremi, altre sanzioni a discrezione dell'arbitro.

"Non è bello, è una regola che dovrebbe cambiare. Forse il giudice di sedia voleva essere al centro dell'attenzione"

Alcaraz si è beccato un warning per ‘time violation' durante il match con Munar e non l'ha presa bene: "Gli arbitri devono essere anche un po' più elastici. Abbiamo giocato per tre ore, in quel caso abbiamo concluso un punto lungo a rete, dovrebbero essere un po' più elastici e darci un po' più di tempo. Quando non riesci a preparare il punto successivo nel modo giusto, non puoi giocarlo nel modo giusto, quindi penso che non sia il massimo per lo spettacolo. Non è bello, e non lo è nemmeno per noi. Personalmente cerco di andare il più veloce possibile. Non ricordo l'ultima volta che mi è stato dato un warning per il tempo, e al primo turno non ho avuto problemi. Oggi ne ho avuti diversi. Non capisco".

"Penso anche che sia un problema del giudice di sedia, che forse voleva essere al centro dell'attenzione oggi, ma è una regola che dovrebbe cambiare – ha aggiunto Alcaraz, che ha giocato una delle partite più lunghe nella storia del torneo e ha fatto il punto sul suo adattamento all'erba – C'è poco tempo per adattarsi a questa superficie, per allenarsi, per abituarsi a come muoversi. Più tempo si passa in campo, meglio è. Tre ore e mezza non sono state necessarie, ma ovviamente questa partita mi aiuta molto per quello che mi aspetta. Mi ha dato un feedback molto positivo su cosa devo migliorare, su cosa devo fare. Ho giocato un tennis molto migliore rispetto al primo turno. Mi sentivo molto meglio in termini di mobilità".

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