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Olimpiadi invernali 2022 a Pechino

Il prodigio olimpico di Sofia Goggia: 134 km/h giù in picchiata a -20° con un ginocchio sofferente

Sofia Goggia con la medaglia in discesa alle Olimpiadi invernali ha compiuto un’impresa leggendaria. I numeri e i dati sulla prova dell’atleta reduce dall’infortunio, lo confermano.
A cura di Marco Beltrami
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Sofia Goggia alle Olimpiadi invernali di Pechino è andata oltre. Quanto fatto dalla sciatrice azzurra sulla neve di Yanqing non è solo un risultato storico: senza esagerazione, si può parlare tranquillamente di un'impresa leggendaria. Se già presentarsi ai blocchi di partenza della discesa femminile a 23 giorni dall'infortunio di Cortina sembrava un risultato a dir poco importante, figuriamoci la conquista di una medaglia, addirittura d'argento. Ma con Sofia tutto è possibile e l'Italia grazie a lei e anche a Nadia Delago, arrivata terza per una super doppietta, ha vissuto una giornata indimenticabile. Ma per capire, qualora ce ne fosse bisogno, la portata di quanto fatto dalla Goggia, dobbiamo analizzare nel dettaglio quanto accaduto.

Distorsione al ginocchio sinistro con lesione parziale del legamento crociato e una micro-frattura del perone. Questo il pesantissimo verdetto dopo i controlli post-Cortina, che sembrava compromettere la presenza alle Olimpiadi invernali di Sofia Goggia. E invece la classe 1992 dopo aver stretto i denti, senza lasciarsi affossare dai momenti di sconforto, è approdata in terra cinese (obiettivo già da lei definito come un "miracolo") con la voglia di prendere tutto quello che il suo coraggio e la sua capacità di resistere anche al dolore le permetteva di raccogliere. Dopo le prove dei giorni scorsi, e le sensazioni positive, la bergamasca si è spinta oltre l'imprevedibile a Yanqing.

La Goggia scatenata in discesa
La Goggia scatenata in discesa

È riuscita a fare meglio di tante atlete a pieno regime, dimostrandosi la migliore nel tratto più tecnico, facendo registrare anche la velocità più alta tra tutte quelle scese in discesa. Sofia Goggia infatti ha fatto registrare un picco di 134.14 km/h, un risultato già eccezionale al top della forma figuriamoci in condizioni precarie come le sue, quasi su una gamba sola. Alla fine, la nostra portacolori è riuscita a far meglio di Nadia Delago, e si è arresa solo ad una strepitosa Corinne Suter. La Svizzera ha dovuto fare letteralmente gli straordinari per avere la meglio e vincere l'oro, visto che dopo aver condotto per i primi tre intermedi, aveva incassato prima del Canyon 18 centesimi di ritardo dalla sciatrice italiana. Tutto poi si è deciso nel finale, con la Suter che alla fine ha chiuso con un vantaggio di 16 centesimi.

Praticamente, considerando la velocità, è come se la Goggia fosse stata beffata di soli 4 metri e 70 centimetri.  Di fronte ad un vantaggio finale così risicato, si può anche considerare che in queste situazioni potrebbero essere stati fondamentali anche altri fattori, come il vento (lo ha confermato poi nel post-gara la stessa azzurra "In gara ho avuto buone sensazioni, nella parte centrale credo di aver preso un po’ di vento"), la temperatura (Sofia è scesa a meno 20°) o le stesse condizioni della pista e dell'equipaggiamento.

Tutte considerazioni che sottolineano ulteriormente il valore dell'impresa di Sofia Goggia che se fosse stata probabilmente al top della forma, avrebbe potuto vincere questa gara a mani basse. Oggi però non è il giorno dei rimpianti, ma della gioia per tutta l'Italia: non è importante il materiale, ma la medaglia stessa per una Goggia che ha scritto una pagina di sport letteralmente leggendaria.

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