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Olimpiadi invernali 2022 a Pechino

La Federazione sport invernali sbotta dopo le polemiche a margine delle Olimpiadi: “Basta falsità”

Duro comunicato ufficiale a tutela degli atleti e a difesa dell’operato della Commissione Medica: “Inaccettabili giudizi da parte di persone estranee alla Federazione sul suo operato”
A cura di Alessio Pediglieri
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La foto che ritrae alcuni degli azzurri medagliati a Pechino 2022 (sito FISI)
La foto che ritrae alcuni degli azzurri medagliati a Pechino 2022 (sito FISI)
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Sono state delle Olimpiadi invernali più che positive  per quanto riguarda il risultato finale della spedizione azzurra a Pechino. Un medagliere più che dignitoso che è riuscito a far sorridere 17 volte i nostri tifosi, a fronte di due ori, sette argenti e otto bronzi. Ma tra le tante gioie e sfide sul ghiaccio ci sono state anche feroci polemiche che hanno accompagnato i Giochi  di Pechino e che hanno visto coinvolti diversi atleti azzurri, dal dualismo quasi esasperato tra Sofia Goggia e Federica Brignone, alle denunce della plurimedagliata Arianna Fontana.

Un clima torrido, malgrado i Giochi si siano svolti sul ghiaccio e sulla neve di Pechino, ha fatto da contorno alle imprese sportive di cui si sarebbe dovuto parlare, accantonando tutto il resto. Eppure queste Olimpiadi invernali saranno ricordate non solo per aver ottenuto un numero di medaglie da record, seconde solamente alle venti conquistate a Lillehammer nel 1994, superando di slancio il risultato di Pyeongchang 2018. Ma passeranno come i Giochi del confronto – non proprio in pista – tra due big del nostro sci alpino, Sofia Goggia e Federica Brignone , e delle fulmini a ciel sereno, rilasciate da Arianna Fontana, costretta a prepararsi lontano dall'Italia, vittima di attacchi precisi nei suoi confronti in allenamento.

Situazioni a latere che non sono state ben digerite dalla FISI, la Federazione Sport Invernali che ha provato durante le settimane olimpiche a far buon viso a cattivo gioco, evitando considerazioni o prendendo posizione davanti a quanto accadeva fuori dalle piste. Ma adesso, a Giochi conclusi, è arrivato un forte e fermo comunicato ufficiale, di condanna a quanto avvenuto e che demarca una linea di confine invalicabile.

Nessun riferimento a persone, nessun nome o cognome inserito nella nota ma tra le righe – e non solo – il riferimento principale è proprio su ciò che è successo con l'intervento della mamma di Federica Brignone, Ninna Quario, che ha fomentato ulteriormente il confronto, portando la stessa Goggia a ribattere duramente. "La Federazione Italiana Sport Invernali condanna pesantemente le troppe voci che si susseguono da giorni, con toni molto polemici, attorno agli atleti delle Nazionali" si legge nel comunicato FISI. "Non sono accettabili giudizi personali rivolti ad atleti da persone estranee alla Federazione, così come sono esecrabili giudizi espressi sull’operato federale, da parte di soggetti che non hanno alcuna cognizione di causa. I fatti sono ancor più gravi, se emergono durante un evento di grande rilevanza come i Giochi Olimpici"

La Federazione, oltre a condannare quanto avvenuto per preservare e a tutelare gli stessi atleti – "tutto ciò non porta altro risultato che far crescere la tensione fra atleti e atlete, non permettendo loro di mantenere il massimo della concentrazione verso i rispettivi impegni agonistici" – ha poi voluto anche difendere l'operato della propria Commissione Medica. Anche in questo caso, il riferimento (non tanto celato) è rivolto soprattutto alle velenose dichiarazioni di Ninna Quario, mamma della Brignone verso il "presunto" infortunio di Sofia Goggia: "La FISI, inoltre intende tutelare l’operato della propria Commissione Medica, additata – in modo estremamente grave – di raccontare falsità in merito allo stato di salute degli atleti che ha in cura". A tal punto da riservarsi il diritto di rivalersi legalmente: "Per tale motivo la Federazione diffida chiunque dal mettere in dubbio la correttezza e la professionalità dell’operato della Commissione Medica FISI e sarà pronta a difenderne le ragioni in ogni sede necessaria".

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