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La campionessa paralimpica Monica Boggioni racconta il furto delle foto: “Mi sono arrivati messaggi”

Monica Boggioni, 23enne nuotatrice paralimpica che ai Giochi di Tokyo ha vinto tre medaglie, è finita coinvolta in una brutta vicenda: “Questa persona si spacciava per me”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Monica Boggioni fa parte della nutrita schiera di atleti italiani che hanno fatto onore al tricolore nelle ultime Paralimpiadi andate in scena a Tokyo nello scorso agosto. La spedizione azzurra ha concluso i Giochi con un bottino record di 69 medaglie e di queste ben tre sono state conquistate dalla 23enne nuotatrice pavese. Il nome di Monica nelle ultime ore è tornato d'attualità non per le sue abilità sportive, ma per una brutta vicenda di furto d'identità. In un'epoca in cui la vita delle persone si è spostata molto sui social diventando spesso virtuale, situazioni come la sottrazione e l'uso improprio di foto altrui per costruire profili fake sono purtroppo molto frequenti.

La studentessa e nuotatrice lombarda peraltro non è una utente compulsiva dei social network – i suoi follower su Instagram sono cresciuti dopo i successi di Tokyo, ma siamo comunque su cifre relativamente basse, poco più di 3000 – e si è accorta per caso che alcune sue foto erano finite su dei siti di incontri: "Domenica sera un mio follower su Instagram, una persona che non conosco, mi ha fatto notare che su Facebook era spuntato un mio profilo falso. Ho verificato ed effettivamente ho trovato una pagina con il mio nome e le mie foto. Non era un'iniziativa di un fan o di un tifoso. Era proprio un'altra persona che si spacciava per me. Ho fatto subito la segnalazione a Facebook che ha prontamente bloccato il profilo".

Dal racconto fatto al Messaggero da Monica, si capisce bene come le conseguenze arrivino poi a cascata quando il meccanismo si innesca: "Poco dopo mi sono arrivati altri due messaggi, uno su Instagram e uno sempre su Facebook, di altri due ragazzi che dicevano di avermi visto su Tinder e su Badoo, che avevano guardato le mie foto e volevano conoscermi. I messaggi li ho ignorati anche perché io non ho dei profili su quei social. Ma ho capito che probabilmente questa persona non aveva creato solo una pagina falsa su Facebook ma si era allargata anche ai siti per incontri".

A quel punto la nuotatrice ha sporto denuncia ai carabinieri di Pavia. Adesso Monica mette in guardia i più giovani sui pericoli che si possono correre di questi tempi, muovendosi nel mare magnum della rete, spesso poco sorvegliato: "Anche se non ho ricevuto più messaggi, ci sono comunque persone che si sono appropriate del mio nome e che hanno fatto girare delle foto non di loro proprietà. L'età in cui ragazzi si avvicinano ai social è sempre più bassa e in quella fase della vita non hai necessariamente l'accortezza di pensare ad alcune cose. Pubblichi un selfie e dici ok, è una foto. Ma quante persone possono vederla? Dove va a finire? Bisogna essere consapevoli che quella foto diventa di dominio pubblico. Che non significa che ognuno può farne ciò che vuole, ma che bisogna stare attenti e sapere che si può finire in situazioni del genere. Io, di norma, pubblico solo cose che hanno a che fare con la mia vita da atleta e con il percorso da studentessa. Non mi interessano altri aspetti. Cambierà qualcosa? No, l'approccio di massima non cambierà, forse avrò solo la soglia di attenzione ancora più alta di prima".

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