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Ceccon racconta l’Italia maleducata: “Mi hanno risposto male, con durezza. Dico, un po’ di rispetto”

Punta di diamante dell’Italia ai Mondiali di nuoto, Thomas Ceccon è reduce da quattro mesi in Australia. Lì il campione olimpico ha conosciuto una nuova realtà, e il confronto con l’Italia – appena è tornato – lo ha avvilito: “Sono ripiombato nella solita atmosfera maleducata”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Thomas Ceccon martedì ha l'appuntamento con l'oro ai Mondiali di Singapore nella sua gara, i 100 dorso, di cui è primatista con 51″60. "Sono venuto per arrivare primo. O vinco o vinco, non c'è altra opzione – ha detto alla vigilia il campione olimpico – Prima mi nascondevo, preferivo passare inosservato. Ora è diverso: sono io ad aspettarmi tanto da me, senza aver bisogno delle pressioni altrui". Ceccon si è qualificato col quarto tempo delle semifinali (52"35) dopo il grande spavento del mattino, quando ha rischiato l'eliminazione in batteria per troppa superficialità nel risparmiarsi. Intanto oggi il 24enne nuotatore di Thiene si è portato a casa un bronzo nei 50 delfino, che in un Mondiale non si butta certo via. Thomas si sente al massimo, è reduce dagli allenamenti in Australia, dove ha conosciuto un'altra vita e scoperto anche un altro Ceccon. Tornato a casa, ha ritrovato l'Italia maleducata che aveva lasciato: "Neanche un po' di rispetto".

Ceccon in Australia per quattro mesi, è tornato un nuovo Thomas

Il campione veneto era andato in Australia per cambiare qualcosa nelle solite abitudini, ci è rimasto per quattro mesi, da gennaio ad aprile, prima di fare ritorno a casa. Una nuova casa, tutta sua, visto che è andato a vivere da solo e cerca apertamente una compagna, "una persona che mi aspetti quando torno a casa" (ve lo abbiamo raccontato qui, con tanto di requisiti richiesti). "Avevo bisogno di fuggire, ma è stato uno sbalzo emotivo enorme – Ceccon ha raccontato a ‘Repubblica' alla vigilia dei Mondiali – Per la prima volta sono andato via da solo, alloggiavo presso una signora e mi cucinavo. Nulla di speciale, molte proteine e tanto tonno in scatola. Ho mangiato e bruciato di più. E spesso ho anche ordinato fuori le cene, perché ero stremato dalla fatica".

Thomas Ceccon con la medaglia di bronzo vinta ai Mondiali nei 100 delfino, ha già anche un argento in staffetta
Thomas Ceccon con la medaglia di bronzo vinta ai Mondiali nei 100 delfino, ha già anche un argento in staffetta

"Ho imparato ad aprirmi con le persone, a chiedere: come va, come stai?"

"Mi sono adeguato al gruppo di Dean Boxall con cui lavoravo. Lui è un allenatore molto famoso, eravamo circa 18 persone. Sveglia alle 5:30, niente riposo pomeridiano, io alla siesta ero abituato, palestra tre volte a settimana, molti chilometri in acqua. Ero stanchissimo, soprattutto all'inizio, alla sera crollavo, alle 22 a nanna. Proprio io che sono insonne, che vado a letto alle sei di mattina, che litigavo con la notte. Lì invece cadevo fulminato. L'Australia mi ha aiutato a svuotarmi la testa, è un'esperienza che consiglio – ha spiegato Ceccon, che si sente profondamente cambiato da questa esperienzaHo imparato ad aprirmi con le persone, a chiedere: come va, come stai? A interessarmi un po' agli altri, al significato delle cose, a guardarmi attorno. Anche perché il mio inglese è migliorato e due parole in più potevo dirle".

Ceccon impegnato a Singapore nel dorso, la sua specialità prediletta
Ceccon impegnato a Singapore nel dorso, la sua specialità prediletta

Il confronto con l'Italia: le brutte intenzioni, la maleducazione

Questa apertura totale, degli altri verso di lui e viceversa, ha fatto sentire a Thomas la differenza profonda con quanto accade in Italia: "Da noi è troppo l'opposto, nessuno ti saluta o ti ringrazia, ognuno per la sua strada, tutto è dato per scontato. In Italia l'aria è cupa e pesante, capisco chi a 18 anni fugge via in cerca di spensieratezza. Quell'entusiasmo per la vita mi è piaciuto, lo dico da introverso che ha abbassato le difese. Un po' di gentilezza non costa. In Australia l'atleta saluta e ringrazia il coach, i colleghi con cui si allena, il magazziniere dell'impianto, il custode, chiunque incontri. E viene ricambiato. Si sorride, c'è un forte senso di comunità, ognuno è diverso, ma tutti siamo connessi. Mi sono adeguato, prima ero avaro di ringraziamenti, stavo sulle mie. Poi mi sono detto: ‘Che problema c'è ad aprirsi, a lasciarsi andare? In fondo sono persone che non rivedrò più, che male può farmi?'. È servito a liberarmi, anche perché la mia testa spesso è molto affollata, gira così tanto che a volte divento paranoico, poi per fortuna a calmarmi c'è l’acqua".

Il confronto tra Australia e Italia si è palesato in maniera stridente quando Ceccon ha rimesso piede nella sua vecchia piscina di Verona: "Appena rientrato sono ripiombato nella solita atmosfera, maleducata direi. Ero in piscina al centro federale ad allenarmi. Ho chiesto a dei ragazzi di spostarsi, non vedevo un orologio, mi hanno risposto male, con durezza. C'è stata una discussione. Dico, un po' di rispetto…".

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