Verstappen: “Il GP a Monaco è come giocare a Mario Kart, magari puoi lanciare anche banane”

Max Verstappen ha commentato con ironia l'esperienza vissuta al Gran Premio di Monaco. L'olandese, che pure è rimasto in testa per un po', ha chiuso al 4° posto (la stessa casella da cui era partito in griglia) con un distacco di 20 secondi dal leader e vincitore, Lando Norris su McLaren. E se era opinabile che l'asfalto del Principato non sarebbe stato terreno di caccia preferito per le Red Bull, il quattro volte campione del mondo ha espresso disappunto per le condizioni in cui le vetture odierne sono costrette a competere lì. E tanto per essere chiaro s'è armato di umorismo e ha citato perfino suggerimenti folli per movimentare l'evento. "Stavamo quasi giocando a Mario Kart – ha ammesso a Sky Sports dopo la corsa -. Poi si potrebbero installare sulla macchina pezzi come quelli nel video-game e magari potresti anche lanciare banane in giro".
Da cosa nasce il disappunto di Verstappen
L'umorismo nel Team Radio per i problemi al cambio non c'entrano, la questione è più complessa. Il circuito cittadino di Monte Carlo ha sicuramente un grande fascino ed è considerato un'icona della F1 ma le caratteristiche e la conformazione del tracciato stridono con dimensioni crescenti e prestazioni migliori delle monoposto, un fattore che incide sulla guida dei piloti (ipotizzare sorpassi è un azzardo), sullo spettacolo e, di riflesso, sulle emozioni della gara. Si spiega anche così il tentativo di trovare una soluzione ricorrendo all'obbligo dei due pit-stop.

L'obbligo del doppio pit-stop usato come strategia estrema
Una carta che la Red Bull ha giocato come opportunità estrema di dare una svolta a una gara piatta per come s'erano messe le cose e per le difficoltà incontrate dall'olandese che, dopo aver lanciato e fallito l'assalto (per quanto sia possibile a Monaco) al terzo posto di Oscar Piastri, non ha avuto alternative. Il Team ha scelto di tenerlo in pista fino al penultimo giro prima di effettuare la sua seconda sosta obbligatoria, sperando in una bandiera rossa o in una Safety Car. Ma inutilmente ed è rimasto fuori dal podio.
"Non credo abbia funzionato – ha aggiunto Verstappen -. Tanto non si può correre qui, quindi non importa cosa si faccia. Una sosta, dieci soste… Ero addirittura in testa alla fine, ma le mie gomme erano completamente consumate e non si poteva comunque sorpassare. Credo che al giorno d'oggi, con una F1, da queste parti si possa sorpassare solo una Formula 2".
Olandese rassegnato: "Il 4° posto è il massimo che potevamo ottenere"
Quanto alla strategia di attesa per il secondo pit-stop, la chiosa è stata sulla falsariga delle riflessioni precedenti. "Alla fine siamo rimasti fuori ad aspettare perché avevo un distacco enorme alle spalle, quindi ero libero di fare ciò che volevamo con la nostra ultima sosta. Non avevamo nulla da perdere, le gomme erano piuttosto usurate e non potevamo spingere al massimo per competere con quelli davanti, però avevamo un grande distacco. Abbiamo continuato a spingere per vedere se fossimo stati fortunati con la safety car o con la bandiera rossa. Non c'era molto altro che potessimo fare per cambiare il risultato. Monaco è così e il quarto posto è sicuramente il massimo che potevamo ottenere".