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MotoGP, Manuel Poggiali a Fanpage.it: “Valentino Rossi ancora in pista? Ognuno ha il suo percorso”

Il due volte iridato nella classe 125cc e 250cc del Motomondiale Manuel Poggiali in un’intervista concessa in esclusiva a Fanpage.it racconta del suo presente, oggi coach dei giovani piloti del team Gresini, e del suo futuro senza rimpianti per un ritiro a soli 25 anni senza approdare in MotoGP. Ma anche di campioni come Valentino Rossi e Andrea Dovizioso con cui ha incrociato le ruote in pista diverse volte e oggi ancora al vertice nella classe regina, nonché di talenti in rampa di lancio nel CIV, nella Moto3 e nella Moto2 e dell’attuale lotta per il Mondiale della MotoGP.
A cura di Michele Mazzeo
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Campione del mondo della 125cc nel 2001 e della 250cc nel 2003, Manuel Poggiali è stata una delle stelle più splendenti del Motomondiale nei primi anni del nuovo millennio. Considerato uno dei più forti motociclisti della sua generazione (al pari di Marco Melandri, Randy de Puniet, Daniel Pedrosa e Casey Stoner), il sammarinese classe '83 ha lasciato tutti stupiti quando a soli 25 anni ha deciso di ritirarsi con 12 vittorie, 35 podi complessivi, 11 pole position e 7 giri veloci nel Motomondiale, ma neanche un'apparizione nella classe regina, la MotoGP. In un'intervista esclusiva rilasciata ai microfoni di Fanpage.it Manuel Poggiali, oggi coach dei giovani piloti del team Gresini, ha parlato del suo passato, del suo presente e del suo futuro, e anche di protagonisti dell'attuale MotoGP come Valentino Rossi e Andrea Dovizioso con cui più volte ha incrociato le ruote nella sua breve e vincente carriera nel Motomondiale.

Manuel, la tua carriera è stata molto anomala: 2 titoli iridati nelle due categorie inferiori del Motomondiale, considerato uno dei migliori piloti della tua generazione e sul più bello un ritiro a soli 25 anni senza nemmeno un gara in MotoGP. Rimpianti?

No. Nessun rimpianto. Rifarei quella scelta. Era ciò che consideravo giusto in quel momento. Bisogna avere la capacità di capire quando smettere e soprattutto di farlo.

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Dopo un periodo di lontananza, fatta eccezione per il ritorno in pista nel CIV tra il 2013 e il 2014, da qualche anno ti sei riavvicinato al mondo delle corse. Dal 2019 sei entrato nel team Gresini, di cosa ti occupi?

Quest'anno in particolare, date le limitazioni dovute al coronavirus, non mi occupo delle squadre del Motomondiale. Sono impegnato nel campionato italiano: seguo la crescita dei giovani talenti e mi occupo anche dell'organizzazione. Siamo in testa attualmente al campionato di Moto 3 con Kevin Zannoni e stiamo crescendo molto con i due più giovani talenti che abbiamo nel team, ossia Andrea Natali e Andrea Giombini. E nell'ultimo appuntamento di Imola siamo riusciti ad entrare in top-10 con tutti e tre i piloti. Stiamo crescendo dopo l'inizio che è stato un po' più complicato soprattutto per i due piloti più giovani che arrivavano dalla categoria pre-Moto3.

E quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?

Per il team valuteremo di anno in anno, ragioneremo al termine della stagione. Il mio obiettivo personale è di crescere e ritagliarmi un ruolo manageriale sempre più importante nell'ambito delle corse, che comunque sono state la mia vita fin da piccolo. Penso che sia una naturale prosecuzione del mio percorso.

A proposito di giovani talenti, guardando al Motomondiale, chi sono a tuo parere i piloti più promettenti in Moto3 e Moto2?

Quest'anno nella classe Moto3 finora mi hanno particolarmente entusiasmato Jeremy Alcoba del team Gresini e il giapponese Ai Ogura che sta facendo un campionato incredibile alla sua seconda stagione nel Mondiale. In Moto2 invece c'è Enea Bastianini che sta facendo un grandissimo campionato, mentre gli altri stanno rispettando le aspettative. Mi aspettavo un po' di più da Nicolò Bulega che ha cominciato male e, anche se nelle ultime gare sta facendo un po' meglio, penso che abbia le qualità per fare molto di più rispetto a quello che sta facendo attualmente.

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In MotoGP ci sono ancora alcuni piloti che hai incrociato in pista quando correvi. Tu hai cominciato dopo e smesso molto prima di Valentino Rossi, per esempio. Che effetto ti fa vederlo ancora nella classe regina? 

A me non piacciono tanto i paragoni in quanto secondo me ognuno ha il suo percorso di vita. Valentino è un'istituzione. Per quello che ha fatto, per i titoli che ha vinto: i numeri parlano molto chiaro. E nonostante tutto è ancora abbastanza competitivo in MotoGP. Gli faccio i complimenti per quello che ha fatto e per quello che fa.

Con Andrea Dovizioso invece vi siete più volte affrontati nella stessa categoria. Cosa pensi del suo addio alla Ducati al termine della stagione?

Si è chiuso un ciclo e, se cosi è, è giusto andare via. Penso che abbia giocato molto il momento in cui è arrivata la sua decisione. Mi dispiace molto che ancora non ha trovato una squadra per restare in MotoGP anche nel 2021. Lo meriterebbe perché è un pilota ancora molto veloce, vice campione del mondo in carica e attualmente leader del Mondiale. Gli faccio un grosso in bocca al lupo.

Dovi è attualmente leader del Mondiale più equilibrato di sempre. Qual è il tuo pronostico per il titolo iridato? Chi vince?

Me lo avessi chiesto a inizio stagione ti avrei risposto Marc Marquez senza esitare. Con il suo infortunio però la lotta è diventata molto livellata, poi con una gara dietro l'altra senza sosta le cose possono cambiare in un attimo. Il primo ha solo 84 punti, pochissimi dopo 7 gare. Tutto è possibile. Vedo molto bene Pecco Bagnaia anche se tra infortunio e cadute ha perso tanto terreno, vedo bene Andrea Dovizioso, nonostante il calo nelle ultime gare, e vedo molto bene anche Joan Mir che magari non vincerà il titolo ma sicuramente vincerà almeno una gara da qui alla fine dell'anno.

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