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MotoGP, Jorge Lorenzo sul ritorno ‘lampo’ di Marc Marquez: “Sa che sta rischiando molto”

L’ex compagno alla Honda Jorge Lorenzo avvisa Marc Marquez che sarà al via del GP di Andalusia a soli tre giorni dall’operazione all’omero del braccio destro fratturato la scorsa domenica a Jerez: “Sa che tornare a correre così presto comporta alcuni rischi importanti, un’altra caduta potrebbe avere conseguenze molto più serie”.
A cura di Michele Mazzeo
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Marc Marquez tornerà a gareggiare in MotoGP a tre giorni dall'operazione all'omero del braccio destro fratturato in seguito alla caduta nel GP di Spagna. Per il campione del mondo in carica è arrivata infatti l'idoneità da parte della commissione medica del circuito di Jerez de la Frontera che gli consentirà di prendere parte al GP di Andalusia in programma in questo week end sempre sul tracciato spagnolo. Di questo ha parlato un'altra leggenda del motociclismo iberico, Jorge Lorenzo che ha vissuto qualcosa di simile quando nel 2013 corse ad Assen appena dopo essersi operato alla clavicola.

"Prima di tutto, la scelta di correre mostra il grande desiderio che hai di ottenere il titolo Mondiale – ha detto il classe '87 vincitore di cinque titoli iridati nel Motomondiale al quotidiano spagnolo AS-. Se non ti andasse, la cosa logica sarebbe stare a casa. Immagino che tu voglia provare. Suppongo che stia bene dopo l'operazione – ha proseguito il maiorchino –, perché se stesse male, non gli sarebbe venuto in mente di farlo. Da lì, dopo i primi giri che farà, deciderà se continuare o meno. 

La verità è che è stata una sorpresa per tutti, perché tutti pensavamo di vederlo a Brno ma, se ha un carattere forte e vede che il suo braccio sta bene, proverà perché si vede chiaramente che vuole vincere questa Coppa del Mondo. Suppongo anche che sappia che farlo comporti alcuni rischi importanti – ha evidenziato infine l'ex pilota di Yamaha, Ducati e Honda –, perché un'altra caduta con il braccio operato di recente può avere conseguenze, come quelle che ho avuto in Germania. O peggio ancora, perché un infortunio al braccio o all'omero è più complicato di quello ad una clavicola. È qualcosa di più serio".

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