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McLaren cambia idea sugli ordini di squadra ad Abu Dhabi: Brown aveva detto “piuttosto meglio un altro 2007”

Dopo mesi di “papaya rules” e il rifiuto di favorire un pilota, la McLaren cambia linea: Brown annuncia che userà gli ordini di squadra ad Abu Dhabi pur di assicurare il titolo a Norris. Una svolta clamorosa rispetto al “meglio un altro 2007” dichiarato solo un mese fa.
A cura di Michele Mazzeo
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La corsa al titolo della Formula 1 2025 arriva all'ultimo atto e la McLaren si ritrova davanti a un bivio che fino a poche settimane fa sembrava improponibile. Dopo una stagione governata dalle ormai celebri "regole papaya", Zak Brown annuncia la disponibilità a utilizzare gli ordini di squadra ad Abu Dhabi se durante la gara sarà chiaro che uno solo dei suoi piloti potrà giocarsi il Mondiale. "Sarebbe una follia non farlo", ha dichiarato a Sky Sports F1.

Una frase che stride con quanto detto dallo stesso Brown nel podcast Beyond the Grid a inizio novembre, quando aveva sorpreso il paddock sostenendo che avrebbe preferito "ripetere il 2007" piuttosto che favorire un pilota a scapito dell'altro. Allora l'ad McLaren rivendicava l'equità come principio non negoziabile. Oggi, a poche ore dalla gara decisiva, quella posizione non esiste più.

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Il contesto, del resto, è cambiato. Lando Norris arriva a Yas Marina con un vantaggio ridotto (dodici punti) su Max Verstappen, mentre Oscar Piastri (a -16) è ancora matematicamente in corsa ma con un margine minimo. In uno scenario come quello visto nella scorsa gara in Qatar (Piastri sul podio e Norris quarto con la vittoria dell'olandese) il titolo sfuggirebbe clamorosamente per un dettaglio. Ed è qui che la McLaren ha deciso di non rischiare.

Brown è netto: "Se arriviamo in gara e diventa abbastanza chiaro che uno ha una possibilità e l'altro no, faremo tutto il possibile per vincere il campionato piloti. Sarebbe una follia non farlo". Una posizione ribadita anche dal team principal Andrea Stella, che conferma colloqui interni con i piloti per evitare sorprese: la collaborazione non sarà più un'opzione, ma un obbligo se la matematica lo richiederà.

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La svolta è evidente: dalla difesa a oltranza della parità interna alle priorità dettate dal rischio concreto di vedere Verstappen laurearsi campione dopo un anno dominato dalla McLaren. Una prospettiva che a Woking considerano insostenibile, soprattutto dopo i rimandi continui al 2007, l'anno del titolo perso contro Raikkonen con Hamilton e Alonso in piena guerra interna.

Il messaggio, oggi, è l'opposto: niente più romanticismi, nessun "meglio perdere restando equi". Lo scenario in cui Piastri dovrebbe lasciare strada a Norris non viene più escluso ma considerato fisiologico. Ed è qui che la tensione sale: i due piloti non hanno ancora discusso direttamente del tema, ma Brown assicura che entrambi "rispetteranno i desideri della squadra".

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A Yas Marina, dunque, la McLaren arriva con una missione chiara: non buttare via un Mondiale già avuto in mano due volte (prima con Piastri, poi con Norris) mentre Verstappen continua la sua rimonta feroce. Se servirà, i papaya abbandoneranno ogni neutralità. Una decisione tardiva ma inevitabile, che smentisce clamorosamente il Brown di un mese fa e racconta tutta la paura di rivivere un altro finale alla 2007.

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