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L’ex meccanico del “Sic” in gravi condizioni, il papà: “Che Marco lo aiuti da lassù”

Elvio Deganello è l’ex meccanico di Marco Simoncelli. Oggi 44enne e data engineer in Suzuki, sabato scorso l’uomo ha avuto un incidente in moto sulla pista di Sasso Marconi. Adesso è ricoverato in gravi condizioni all’Ospedale Maggiore per la frattura scomposta della quinta vertebra. Suo padre Aligi confessa: “Il ‘Sic’ per me era come un altro figlio. Ora spero che possa aiutare Elvio. L’ho chiesto a lui e ai parenti cari che non ci sono più”.
A cura di Maurizio De Santis
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"Sic, dà un occhio a mio figlio da lassù". Il papà di Elvio Deganello ha la voce commossa, rotta dalle lacrime quando parla di Marco Simoncelli. Lo ricorda come fosse ieri, nonostante siano passati 8 anni dall'incidente mortale, e gli sembra di averlo accanto adesso che il "suo ragazzo" di 44 anni è ricoverato in gravi condizioni all'ospedale Maggiore di Bologna dopo l'impatto sulla pista di Sasso Marconi. La percorreva con una Kawasaki 500 ma qualcosa è andato storto: ha perso il controllo del mezzo rovinando sull'asfalto e riportando la frattura scomposta della quinta vertebra. Sabato scorso la caduta tremenda, nei prossimi giorni non è escluso che possa essere trasferito in un'altra struttura per ricevere ulteriore assistenza.

Meccanico e grande amico dell'ex pilota, Deganello lavora attualmente in Suzuki come data engineer ma in passato ha ricoperto il ruolo di capotecnico del "Sic". Lavoro e amicizia, le due cose andavano di pari passo: il loro rapporto andava oltre l'aspetto agonistico, come ricordato dal signor Aligi nell'intervista al Corriere della Sera.

A Marco penso tutti i giorni. Per me era come avere un altro figlio, per Elvio era un altro fratello. Quando è morto si è spenta la luce. Ora spero che gli dia un occhio da lassù e che lo possa aiutare. L’ho chiesto a lui e ai parenti cari che non ci sono più.

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Muove le braccia, dice il papà di Elvio Deganello e si fa forza quando parla delle condizioni del figlio. La situazione resta molto preoccupante ma è forte la speranza e la fiducia nei medici

Il danno è serio – ha aggiunto il signor Aligi -. Quando mi hanno detto che muove le braccia mi si è allargato il cuore. Spero che i medici, bravissimi, facciano miracoli e lo aiutino a riacquistare la piena autonomia. Abbiamo bisogno di lui, ce l’hanno la moglie e le due figlie.

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