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Giugiaro spiega perché è ancora vivo dopo il volo col SUV nel precipizio: lui se lo può permettere

Giorgetto Giugiaro è uscito quasi illeso dal grave incidente automobilistico nel quale è stato coinvolto qualche giorno fa in Sardegna, quando il suo SUV è precipitato in un dirupo per una ventina di metri. L’87enne designer spiega perché lui è vivo e perché qualcun altro al suo posto non lo sarebbe stato: “Sono un privilegiato. È una ferita che si apre”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Giorgetto Giugiaro, eccellenza italiana alla voce design automobilistico, nome noto in tutto il mondo per le sue creazioni marcate Alfa Romeo, Fiat, Volkswagen, Maserati e Lamborghini tra le tantissime, è "non solo un sopravvissuto, ma un privilegiato". Il privilegio del suo benessere economico gli ha consentito di minimizzare le conseguenze del grave incidente automobilistico che lo ha visto coinvolto lo scorso 25 luglio in Costa Smeralda, in Sardegna. Giugiaro, 87 anni tra pochi giorni, era alla guida di un SUV di ultima generazione, la Land Rover Defender 110, che è precipitato in un dirupo. Il piemontese è uscito quasi illeso dai rottami del veicolo ed è lui stesso adesso a spiegare il perché, ponendo all'attenzione il problema della sicurezza delle vetture e il fatto che non sia accessibile a tutti.

Quello che è rimasto del SUV di Giorgietto Giugiaro dopo l’incidente in Sardegna
Quello che è rimasto del SUV di Giorgietto Giugiaro dopo l’incidente in Sardegna

L'incidente di Giorgetto Giugiaro in Sardegna: il suo SUV precipita per una ventina di metri, lui è quasi illeso

Giugiaro stava guidando da solo ad Abbiadori, nel comune di Arzachena, vicino a Porto Cervo, quando intorno alle 13 ha perso il controllo del suo SUV in un tornante stretto. Il veicolo è uscito di strada, ha sfondato un muretto di protezione e si è ribaltato più volte, precipitando per una ventina di metri lungo una scarpata e atterrando sulla carreggiata sottostante, sul fianco sinistro, con la parte anteriore distrutta. Il designer è uscito dall'abitacolo autonomamente, cosciente ma frastornato. Soccorso dai medici del 118 e trasportato in elisoccorso all'ospedale Giovanni Paolo II di Olbia, ha riportato la frattura di tre vertebre, contusioni al volto e agli arti inferiori, ma le sue condizioni non sono mai state considerate critiche. È stato dimesso dopo due giorni con l'obbligo di indossare un busto ortopedico per un paio di mesi ed è tornato a Torino per la convalescenza.

"Vi parlo da uomo, sono vivo grazie alla tecnologia"

"Oggi non vi parlo da designer. Vi parlo da uomo, un uomo di 87 anni che, per un soffio, è ancora qui a scrivere queste righe – racconta Giugiaro a ‘La Stampa' – Pochi giorni fa, la mia macchina ha deciso di fare un capriccio, un numero da circo: si è ribaltata, è volata giù in un dirupo. Un incidente pauroso, di quelli che ti fanno vedere il confine tra la vita e il nulla. Eppure, eccomi qui, con fratture a tre vertebre basse, un busto ortopedico che mi scoccia già al solo pensiero e una gran voglia di tornare al mio tecnigrafo. Sono vivo. E lo devo alla tecnologia che ho contribuito, nel mio piccolo, a plasmare. Se fossi stato a bordo di un'auto di quindici anni fa – l'età media delle vetture che circolano sulle strade italiane – probabilmente non sarei qui a raccontarlo".

"La sicurezza, oggi, è un lusso. Chi può permettersi un'auto nuova ha più chance di tornare a casa vivo"

Giugiaro va al cuore del problema, senza ipocrisie: "Le statistiche non mentono: un'auto nuova, con i suoi dispositivi di sicurezza, offre sette volte più possibilità di sopravvivere a un incidente rispetto a una di quindici anni fa. Io sono una di quelle volte. La mia macchina, con le sue cinture con pretensionatori intelligenti, i mille airbag, la scocca rinforzata a deformazione progressiva, mi ha protetto come un guscio. È stata la differenza tra un epilogo e un nuovo inizio. Ma qui si apre una ferita, una di quelle riflessioni che pesano più di un fuoristrada accartocciato. La sicurezza, oggi, è un lusso. Chi può permettersi un'auto nuova ha più chance di tornare a casa vivo. Nel 2024, in Italia, abbiamo contato 173.364 incidenti stradali. Quanti di quei guidatori, in macchine datate, non hanno avuto la mia fortuna? La tecnologia salva vite, ma è una salvezza che costa cara. E questo, per uno come me, che ha sempre voluto disegnare auto per tutti, è un pensiero che brucia".

Giugiaro al lavoro nel 1993 sul disegno di una Bugatti
Giugiaro al lavoro nel 1993 sul disegno di una Bugatti

"Non sono solo un sopravvissuto, sono un privilegiato. E ho ancora tanti fogli bianchi da riempire"

"Non voglio essere frainteso: non sono qui a fare la morale – continua Giugiaro – Sono solo un uomo che, sceso da un'auto capottata, si è guardato allo specchio e ha visto non solo un sopravvissuto, ma un privilegiato. I vigili del fuoco sono arrivati, ma non hanno dovuto tirarmi fuori dalle lamiere. Ero già in piedi, a osservare il disastro con la calma di chi, forse, ha passato una vita a domare il caos su un foglio bianco. Ho 87 anni, e ancora mi diverto a piegare il destino alle mie regole. Ho disegnato il Novecento, ho dato forma a macchine che ancora oggi fanno girare la testa a chi le incrocia. E no, non ho intenzione di smettere. Questo incidente non è una fine, ma un promemoria: la vita è una curva, un tornante, e serve un'auto buona per affrontarlo. E forse, chissà, da questa disavventura nascerà una nuova linea, un nuovo modo di pensare la sicurezza. Perché il futuro, come le auto, si disegna un tratto alla volta. E io, ve lo assicuro, ho ancora un sacco di fogli bianchi da riempire e tele da disegnare".

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