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Tour, l’ombra del doping sullo strapotere di Froome. E spunta un video

Parametri sospetti cardiovascolari apparsi sui video durante la tappa pirenaica del 14 luglio hanno aperto la discussione attorno al britannico. C’è chi sospetta doping e chi di supporti elettromagnetici sulla bici. Intanto il campione inglese si dichiara innocente: “Pronto a nuovi test”.
A cura di Alessio Pediglieri
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Il Tour de France 2015 ha già un vincitore e porta il nome dell'inglese Chris Froome, che sta dominando la corsa imponendo la sua legge nelle tappe di montagna dove ha sbaragliato ogni concorrenza confermandosi leader indiscusso. E alimentando anche le male lingue e i sospetti di aiuti illeciti. C'è chi parla di doping, chi sospetta di una bicicletta ‘truccata'. Troppo forte, insomma, per essere credibile. Ma il campione inglese si difende dichiarandosi pulito e pronto a sottoporsi a nuovi test. Ma c'è un video che sta suscitando più di una perplessità anche se dalla direzione del Tour non sono ancora arrivati commenti ufficiali sulla veridicità dei parametri apparsi sui monitor.

Lo strapotere di Chris – La cavalcata trionfale di Chris Froome nella tappa pirenaica del Tour de France dello scorso 14 luglio è già storia con il campione inglese che ha mostrato uno strapotere che non si vedeva da anni, ancora più evidente del Froome già dominatore del Tour 2013. Richiamando alla mente altri dominatori indiscussi, da Indurain ad Armstrong per una frequenza di pedalate talmente frenetica in salita da richiamare da vicino proprio il texano dagli occhi di ghiaccio, vincitore di 7 Tour sul campo, tutti cancellati dall'Unione Ciclistica Internazionale, per doping.

Il parere di Armstrong, la difesa di Froome – Le stesse accuse – o illazioni – che starebbero coinvolgendo anche il campione britannico sul quale è intervenuto lo stesso Armstrong: "Chiaramente  Froome, Porte, Sky sono molto forti. Troppo forti per essere puliti? Non chiedetemelo, non ho elementi. Non sto accusando nessuno, anzi di fatto sto facendo il contrario. Non sono interessato a esprimere opinioni in merito" le parole dell'americano che anticipano la difesa d'ufficio dello stesso Froome: "Ho lavorato sodo per essere qui. Non ho intenzione di permettere a nessuno di portarmelo via. Sarebbe una storia diversa se avessi qualcosa da nascondere. Ma io so che sono un atleta pulito".

Il video e i parametri sospetti – Ma a far discutere è il video della scalata dello scorso 15 luglio dove appaiono i parametri fisiologici di Froome nel momento clou della tappa quando ‘frulla' sui pedali e compie lo stacco decisivo. Sul video sono apparsi i dati di marcia del corridore, ricavati dal computerino montato sulla bici dell’atleta: velocità, cadenza di pedalata, battito cardiaco, potenza.  La principale anomalia del file è proprio il battito cardiaco: quando Froome attacca e spinge la bellezza di oltre 600 watt sui pedali, il cuore resta immobile attorno ai 153 bpm. Un valore davvero bassissimo per un atleta che sta compiendo uno sforzo enorme perché in casi analoghi le pulsazioni si aggirano tra le 170 e le 180.

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Accuse e contraccuse – Ciò accade per due volte, in due punti precisi: a 7,2 e a 1,5 chilometri dalla fine. Di cosa si tratta non è ancora chiaro saperlo. C'è chi sostiene che il file in questione sia stato modificato per incastrare Froome, ma secondo quei parametri il suo cuore è completamente fuori dalla norma. Anche fosse opera di hackers, non avrebbe senso produrre dati totalmente privi di senso se non per destare attenzione attorno al ciclista. E così, mentre il Team Sky ha già sporto denuncia contro ignoti ma non ha rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale in merito sta emergendo un'altra ipotesi. Che nella bici di Frome ci possa essere un supporto meccanico o elettromagnetico che aiutava il corridore.

La bici col motore – Una sorta di ‘motorino' montato sulla bicicletta. Non fantascienza ma semplice realtà. Ad averli denunciati in maniera pubblica per primo fu Greg LeMond, mito del ciclismo internazionale e oggi commentatore per Eurosport, vincitore di 3 Tour e 2 Mondiali. La leggenda statunitense spiega come sia possibile che ciò accada anche nelle corse professionistiche, a vantaggio di chi, già forte di suo, possa usufruire di una maggiore spinta in più, decisiva.

La denuncia di Gerg LeMond – "Io so che esistono, ho usato una bici che ne aveva uno. Ho incontrato l'inventore e ne abbiamo parlato. Cinquanta o cento watt per un motore non sono niente. Se tu vai a quattrocento watt su una salita, l'extra di cinquanta significa minuti" raccontava LeMond a maggio in occasione della partenza del Giro d'Italia. "ho parlato con persone che credono che siano usati in gruppo. Capisco che possa sembrare incredibile, ma credo sia così. Sarebbe scioccante se dei corridori-top li usassero. Ma è facile da combattere, più facile del doping. Ci vuole una una sorta di pistola di calore – tecnicamente la thermal heat gun – I motori creano caldo e li puoi vedere. Si può usare in corsa, da metri di distanza si può valutare la differenza di calore nel movimento centrale della bici. Li raccomanderei all'Uci. E consiglierei anche di vietare i cambi di bici in gara a meno di un serio problema meccanico"

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