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Giro d'Italia 2024

Oggi via al Giro d’Italia 2021: nomi e storie di una Corsa Rosa che sarà senza respiro

Il Giro d’Italia 2021 può essere avvicinabile al Giro della rinascita del 1946, quando sulle strade ci fu di nuovo la voglia di stare vicino all’altro per fortuna non più nemico. Sarà un Giro pieno di montagne, con la follia dello Zoncolan, una tappa che termina con lo sterrato e una cronometro finale di 30 chilometri. Potranno vincerlo in tanti e ogni giorno sarà bello capire cosa può accadere.
A cura di Jvan Sica
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Finalmente ci siamo, oggi inizia il Giro d’Italia e il cerchio della Storia sembra davvero farci tornare indietro nel tempo anche se non ce ne accorgiamo. Tanti di coloro che c’erano, che hanno visto o semplicemente hanno ascoltato parole altrui, hanno confermato nel corso del tempo che il Giro d’Italia 1946 fu il Giro della rinascita. Percorreva un’Italia completamente devastata dalla guerra e dalle bombe, eppure la gente, ai lati delle strade sorrideva, non solo per il ciclismo e lo sport che da sempre forti emozioni, ma perché potevano stare insieme senza la paura che nella faccia altrui ci fosse un nemico.

Il Giro del 2021 può avere un effetto del genere, non perché siano possibili assembramenti e scambi normali, ma perché sulla strada, come a quel tempo martoriato, oggi si può riconoscere l’altro come persona con cui scambiarsi emozioni e non più come individuo semplicemente da distanziare e da cui rifuggire.

Il Giro dovrà innescare questa condivisione nazionale e lo farà seguendo un percorso molto interessante e pieno di elementi diversi. In fondo questa è l’Italia, ogni due chilometri c’è un percorso e una storia, il Giro per fortuna lo riconosce sempre e lo esalta.

Si parte da Torino con una breve cronometro di 8,6 chilometri e sarà di sicuro bello sentire parlare di Italia dove la nazione è stata immaginata tanto tempo fa. Da lì poi si inizia a esplorare la pianura padana, patria delle tappe piatte e dei velocisti, anche se gli Appennini si raggiungono in un attimo e l’arrivo a Sestola nella quarta tappa già vedrà i big mostrare il loro stato di forma e mettere la maschera da cattivi per far paura agli altri.

Per capire la varietà paesaggistica italiana basta mettere in fila la quinta e la sesta tappa. Una termina a Cattolica, facendo sognare ai corridori le meraviglie della costa adriatica, l’altra ad Ascoli Piceno, su strade difficili, vallonate e dove bisogna stare attenti perché una fuga può partire in un attimo.

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La prima vera tappa difficile dove non ci si può nascondere dietro assetti di squadra più o meno compatti è l’ottava, in cui si sale a Bocca della Selva prima e poi c’è l’arrivo a Guardia Sanframondi, con una parte della salita che raggiunge anche il 10%. In questa tappa bisogna dimostrare di poter lottare per il Giro, in quella successiva invece bisogna capire chi può vincerlo. Si arriva a Campo Felice e, dopo aver scalato tre salite, gli ultimi 1600 metri sono in  sterrato con punte del 14%. Qui si vedrà la gamba e il coraggio di provare a forzare su un percorso difficilissimo sotto tanti punti di vista.

Dopo quattro tappe pianeggianti o con i dolci colli umbri e toscani a creare confusione, si arriva alla tappa delle tappe, la quattordicesima, che finisce sul “mostro”, il Monte Zoncolan. Salita folle, con gli ultimi 3 chilometri con una pendenza media del 13% e sezioni al 27%. Qui si vince il Giro, ma siamo solo alla fine della seconda settimana.

Nella terza e decisiva ci sono il Fedaia e il Pordoi nella tappa di Cortina d’Ampezzo, il Passo del San Valentino nella tappa che finisce con l’ascesa verso Sega di Ala e poi ancora il Mottarone, il Passo San Bernardino e il Passo dello Spluga in altre due tappe di alta montagna. Dopo questa durissima concentrazione di montagne, non è ancora deciso nulla: c’è una cronometro di 30 chilometri che può ribaltare tutto all’ultima giornata.

Giro d'Italia 2021: favoriti e outsider

Chi sono i favoriti e gli outsider in questo Giro così duro e pieno di insidie ogni giorno? Partiamo dalla squadra che ha il detentore del titolo, Tao Geoghegan Hart, capace di vincere un bellissimo e anarchico Giro nell’autunno dello scorso anno. Questa volta la Ineos Grenadiers viene con le idee molto chiare su chi puntare, Egan Bernal, vincitore del Tour de France 2019 e con tre italiani, Gianni Moscon, Filippo Ganna e Matteo Tosatto, che lo sosterranno ma faranno di tutto per vincere tappe. Se, come l’anno scorso con la caduta del capitano designato Thomas, qualcosa andrà male, è già pronto Pavel Sivakov a ripetere le gesta di Hart.

Nella sfida contro l’altra grande squadra da corse a tappe, la Jumbo-Visma, questa volta la Ineos sembra mettere sul tavolo la carta più forte. Per la squadra olandese non ci sarà Roglic e nemmeno Sepp Kuus. Le speranze saranno riposte tutte su George Bennet, con un po’ di giovani che devono fare chilometri ed esperienza.

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Le storie del Giro

L’altro grande nome del primo lotto è un mistero assoluto. Si chiama Remco Evenepoel e stava rischiando di morire al Giro di Lombardia 2020. Cade da un ponte, si frattura il bacino e ha una contusione al polmone destro. Avrebbe dovuto partecipare al Giro 2020 e si presenta a questo senza aver mai corso prima. È un fenomeno che può cambiare il ciclismo, ma la sua squadra, la Deceunink Quick-Step, si è premunita con un altro capitano vero, il portoghese João Almeida. Le altre squadre non stanno a guardare. Prima di tutto la Bahrain-Merida, che vorrebbe far vincere finalmente Mikel Landa, sempre a un passo da un successo importante. L’Astana schiera Vlasov e Gorka Izagirre per le tante tappe mosse che ci sono, mentre la Education-Nippo punta su John Hugh Carty, altro inglese che potrebbe seguire la scia di Tao Geoghegan Hart. La Movistar porta in Italia Marc Soler, capace di dare fastidio ai grandi nel Tour de Romandie, l’ultima corsa a tappe importante prima del Giro e per finire un posto tra i grandi favoriti spetta anche di Simon Yates, che ha vinto molto bene il Tour of the Alps, antipasto importante della corsa rosa.

E poi ci sono anche Peter Sagan, che sa sempre vincere e fare spettacolo, Elia Viviani, in un momento decisivo per la sua stagione in cui deve crescere di condizione per arrivare al massimo ai Giochi di Tokyo. Nelle volate dovrà vedersela con Caleb Ewan, mentre a cronometro se la giocheranno Ganna, Campenaerts, Evenepoel e Cavagna. Gli italiani sono quasi tutti molto giovani e questo fa ben sperare, soprattutto se faranno bene. E poi ci sarà per fortuna anche lui, Vincenzo Nibali, che si è parzialmente ripreso dal problema al polso e ha due obiettivi. Il primo è di vincere almeno una delle grandi tappe alpine. Il secondo è costruire uno stato di forma eccezionale per l’ultima grande avventura della sua carriera, giocarsi la vittoria nella corsa olimpica di Tokyo dopo la caduta beffarda di Rio 2016.

Tutto è pronto per un Giro molto duro e con attaccanti feroci fin dalle prime tappe. Non ci resta che gustarci lo spettacolo.

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