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La tifosa che ha provocato la caduta al Tour de France va alla sbarra: rischia un anno di prigione

Dopo tre mesi e mezzo è arrivato il momento della resa dei conti per la spettatrice del Tour de France che il 26 giugno scorso aveva provocato una rovinosa caduta durante la prima tappa della corsa: giovedì prossimo la 31enne finirà alla sbarra per l’udienza fissata davanti al tribunale penale di Brest.
A cura di Paolo Fiorenza
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La giustizia francese non dimentica, aspetta silenziosamente e poi porta alla sbarra chi si sia macchiato di qualche crimine: sono passati più di tre mesi da quel 26 giugno, quando una sciagurata tifosa, appostata sul bordo della strada durante la prima tappa del Tour de France, provocò una maxi caduta che fece finire a terra gran parte del plotone, costringendo alcuni ciclisti al ritiro. La spettatrice ebbe la bella idea di voltare le spalle al gruppo lanciato a tutta velocità, per esibire a favore di telecamera un cartello con una dedica per i suoi nonni. Travolta lei per prima, la donna si era poi resa irreperibile ben conscia di aver causato un disastro.

Ricercata in tutta la Francia ed anche all'estero via Interpol, la tifosa era stata individuata ed arrestata dopo 4 giorni, trascorrendo una notte dietro le sbarre della gendarmeria prima di essere interrogata dal magistrato incaricato dell'inchiesta. Crollata in lacrime, aveva ammesso di aver fatto una sciocchezza e di "provare vergogna": un'assunzione di responsabilità che non l'ha salvata dall'essere incriminata con l'accusa di aver provocato "lesioni involontarie" con conseguente inabilità al lavoro "non superiore a 3 mesi".

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Adesso per la 31enne bretone è arrivato il momento della resa dei conti: il 14 ottobre, giovedì prossimo, finirà alla sbarra per l'udienza fissata nel tribunale penale di Brest, nel Finistère. La donna rischia a una multa fino a 15mila euro e una pena detentiva di un anno. Un epilogo davvero amaro per un gesto che era nato con le migliori intenzioni: sul cartello la giovane aveva scritto "Allez opi-omi!". I due termini in tedesco significano nonno e nonna.  Si trattava di "un messaggio affettuoso all'attenzione dei nonni, spettatori incondizionati e assidui del Tour de France", aveva spiegato a inizio luglio durante una conferenza stampa il pubblico ministero di Brest Camille Miansoni, precisando che la nonna era di origine tedesca.

Peccato che il goffo gesto di questa donna – messasi in posa con un largo sorriso ed il cui look con un impermeabile giallo ed un berretto verde aveva fatto il giro del mondo – abbia rischiato di fare letteralmente una strage, procurando ferite a vari corridori e costringendone alcuni al ritiro, come il tedesco Jasha Sütterlin. "L'interrogata ha espresso un sentimento di vergogna, di paura, di fronte alle conseguenze del suo atto. Dice di essere angosciata dalla copertura mediatica di quella che lei chiama la sua stupidità", aveva aggiunto il magistrato. L'avvocato della donna ha detto lunedì che non avrebbe rilasciato dichiarazioni prima dell'udienza. Da una fonte vicina al caso, trapela la probabile linea difensiva: il legale potrebbe puntare il dito sulla cattiva organizzazione della corsa e sulla mancanza di sicurezza. La 108sima edizione del Tour de France è stata infatti segnata da numerose cadute e abbandoni.

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