video suggerito
video suggerito
Giro d'Italia 2025

Il ritiro di Roglic al Giro d’Italia non è una novità: è il 5° in cinque anni, la sfortuna non c’entra

Tra le notizie che hanno caratterizzato il Giro n.108 c’è stata anche quella del ritiro di Primoz Roglic, indiscusso favorito alla vigilia e finito malamente a terra troppe volte per poter continuare. Un problema che il campione sloveno ha da sempre e che non è più una novità: negli ultimi cinque anni si è ritirato in ben cinque grandi giri per il medesimo motivo. La sfortuna non c’entra: è lo sport che ha scelto a creargli difficoltà.
A cura di Alessio Pediglieri
9 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Primoz Roglic ha dovuto rinunciare a proseguire la sua avventura al Giro d'Italia: il campione sloveno della Red Bull Bora – hansgrohe ha alzato bandiera bianca nel bel mezzo della 16a tappa, la prima di vera montagna, abbandonando la carovana rosa per ritiro. Fatali le continue cadute che lo hanno costretto a scivolare mestamente lontano dalle prime posizioni in classifica generale, relegandolo al ruolo di comparsa dopo le fanfare della viglia che lo vedevano già in rosa a Roma. Un epilogo amarissimo ma non sorprendente perché la storia di Roglic in bici è fatta proprio di cadute e ritiri, basti ripensare agli ultimi cinque anni in cui ha dovuto fermarsi prima della tappa finale in ben tre Tour de France, una Vuelta e l'attuale Giro.

Ancor prima che la tappa entrasse nel vivo con la splendida tripletta italiana al traguardo e il racconto splendido di una frazione che ha ridefinito ruoli e gerarchie, la notizia che ha fatto esplodere la bolla: il ritiro di Primoz Roglic, risalito in ammiraglia proprio quando il Giro lo chiamava all'impresa. Colpa di un nuovo scivolone sull'asfalto intriso di pioggia sulle rampe che dal Brenta hanno portato la Carovana a San Valentino, con il capitano Red Bull Bora che ha desistito, accettando il triste destino riservatogli. Che si è ripresentato puntualmente, ancora una volta: non è infatti una novità vedere Roglic a terra, malconcio e tumefatto, obbligato ad abbandonare.

Roglic, cinque anni di cadute: dal 2021 si è ritirato in 3 Tour, una Vuelta e un Giro

In questo Giro d'Italia 2025 le cadute sono state molteplici: gli sterrati di Siena in principio, la cronometro di Pisa e le rampe del Brenta la fine. Nel mezzo una serie di errori e problemi che ne hanno delineato l'epilogo inevitabile: ritiro. Così come era già accaduto Al Tour de France 2024, quando cadde durante la 12a tappa, non ripresentandosi al via il giorno dopo. O come nel disperane 2022 dove le rinunce ai grandi Giri furono ben due: ancora al Tour per l'incidente alla 5a tappa e poi alla Vuelta di Spagna, cadendo alla 16a tappa. Infine, nel 2021 ancora una volta sulle strade di Francia, l'ennesimo contrattempo: ritiro dopo le botte rimediate alla 3a tappa.

Il vero problema di Roglic: non possiede la tecnica necessaria nei momenti difficili

Difficile parlare di semplice sfortuna, il problema di Roglic in sella alla bici è un altro ed è semplice: il campione sloveno ha iniziato tardissimo a correre in bici, diventando professionista già a 23 anni suonati, dopo una adolescenza trascorsa a saltare dalle rampe con gli sci, in netto ritardo rispetto alla media dei suoi colleghi e pagando una crescita che non ha avuto il tempo fisiologico di regalargli quella sensibilità necessaria per affrontare le asperità quando le incontra. Roglic non sa andare in bicicletta: nel momento in cui la situazione di fa difficile compie errori tecnici gravissimi, il cui innato e indiscusso talento non può rimediare. Basti riavvolgere il nastro in due episodi chiave di questo Giro: sugli sterrati di Siena ha pagato a carissimo prezzo il non aver mai partecipato in carriera ad una Strade Bianche o a una Parigi-Roubaix; nella crono di Pisa, è bastata invece una curva bagnata per perdere il controllo del mezzo. Tutti momenti in cui la tecnica diventa necessaria per controllare il mezzo.

Immagine

Roglic, l'atleta a metà il cui solo talento lo ha trascinato tra i campioni del ciclismo

A 35 anni non si impara a controllare la bicicletta, si può fare solo esperienza del trascorso avuto e provare a limitare situazioni al limite. Roglic lo ha fatto non appena ha potuto, con risultati anche eccellenti cadenzati da un palmares da campione: 4 Vuelta, 1 Giro d'Italia (straordinario, nel 2023 all'ultima tappa su Gerant Thomas), una Liegi, l'oro olimpico a cronometro a Tokyo parlano da soli. Ma raccontano di un atleta a metà, arrivato tra gli dei del pedale grazie allo straordinario talento, alla innata passione, alla fortissima perseveranza. Non certo per sapere andare in bici.

9 CONDIVISIONI
256 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views