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Giovane ciclista colpito da una bottiglia finisce in ospedale: l’appello accorato della madre

Spregevole episodio durante una corsa dilettantistica in Belgio: il giovane 16enne Maxime Smits si è dovuto ritirare in lacrime perché colpito volutamente con una bottiglia da uno spettatore. “Non è stato un incidente, gli è arrivata sul collo. Come un colpo di martello”.
A cura di Alessio Pediglieri
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Ancora un episodio legato alla stupidità e violenza da parte di presunti tifosi nel ciclismo. Durante la Vermarc Cycling Project corsa che riguarda i dilettanti a Rotselaar, in Belgio, Maxime Smits è stato colpito mentre era in gara dalla bottiglia piena d'acqua lanciatagli da uno spettatore a bordo strada. L'impatto ha costretto il giovane ad abbandonare subito la corsa e a doversi sottoporre alle cure mediche per un problema alla spalla. Poco dopo la madre, sui propri profili social ha lanciato un appello accorato contro l'autore del folle gesto: "E' stato un colpo di martello. Non è stato un incidente, ma voluto".

Durante le fasi finali della corsa, Maxime Smits ha vissuto il momento più difficile della sua giovanissima carriera: lontano da ogni zona di rifornimento, è stato colpito da una bottiglia piena d'acqua, violentemente, mentre stava giocandosi la vittoria di una corsa giovanile belga riservata agli esordienti. Un fatto che è stato denunciato dalla mamma del ragazzo che ha scritto una lettera a cuore aperto sui social, richiamando alla mente un altro episodio che aveva fatto il giro del mondo: la borraccia lanciata contro Van der Poel per farlo cadere.

Cos' accaduto in corsa: "Una bottiglia, ben mirata. Un colpo di martello sul collo"

"Cari appassionati di ciclismo e – soprattutto – voi, sconosciuti lungo la strada durante il Gran Premio Vermarc a Rotselaar. Oggi vogliamo dirvi qualcosa. Qualcosa che forse è iniziato in modo sconsiderato, ma si è concluso con un botto. Letteralmente. Sulle spalle di Maxime Smits. Maxime, esordiente al secondo anno e soprattutto un ragazzo con un grande cuore per le corse". Così inizia il lungo post su Facebook della mamma del ciclista colpito. "Durante l'ultimo giro, sul filo del rasoio, quando non sono più consentiti rifornimenti, Maxime si è ritrovato con una bottiglia piena lanciata in modo preciso e ben mirato alla spalla che lo ha lasciato in lacrime. Un colpo di martello, proprio come quello subito da Mathieu van der Poel alla Parigi-Roubaix. Solo che Maxime non è un professionista con milioni di occhi puntati addosso".

L'appello della mamma di Maxime Smits: "Fatti avanti, assumiti le tue responsabilità"

Fin qui la dinamica e il racconto dell'episodio. Ma l'obiettivo della mamma di Smits è ben altro: nessun atto d'accusa ma la volontà di evidenziare la pericolosità di certi gesti e la richiesta all'anonimo lanciatore di uscire allo scoperto e assumersi le proprie responsabilità: "Maxime è un ragazzo di sedici anni con il fuoco negli occhi e la speranza nel cuore. Una cosa è chiara: questo non è consentito. Non si è trattato di un errore di cui puoi tranquillamente scusarti. A te, sconosciuto: se stai leggendo questo, sai che riguarda te. Forse ti sei sentito in colpa, forse non hai osato dire nulla, forse hai pensato che nessuno ti avesse visto. Beh, l'abbiamo visto. E tuttavia… non vogliamo puntare il dito contro di te. Non per punirti. Non per umiliarti. Ma per darti la possibilità di rendere giustizia a ciò che è andato storto. Hai il coraggio? Hai il carattere che vorremmo vedere in ogni ciclista? Combattere per la giustizia, anche se ciò significa ammettere di aver sbagliato? Vieni avanti. Non per essere impiombati e ricoperti di pece, ma per parlare insieme. Poter guardare Maxime dritto negli occhi e dire: "Scusa amico, avrei dovuto fare diversamente"."

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