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Zaccheroni ha vissuto l’inferno ma non lo ricorda: “Mia moglie mi ha trovato in un lago di sangue”

A distanza di 2 mesi e mezzo dall’incidente domestico per il quale ha rischiato la vita, Zaccheroni ha raccontato quali sono le condizioni di salute attuali e com’è stato il risveglio dal coma: “Mi siedo e mi guardo le gambe, dove sono i muscoli?”.
A cura di Maurizio De Santis
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Alberto Zaccheroni ha raccontato in un'intervista come sta oggi dopo aver rischiato la vita per un incidente domestico.
Alberto Zaccheroni ha raccontato in un'intervista come sta oggi dopo aver rischiato la vita per un incidente domestico.

Nella vita di Alberto Zaccheroni ci sono un prima, che poteva essere tragico, e un dopo, che può ancora raccontare anche se ricorda nulla di cosa gli è accaduto. Il buio della caduta accidentale avvenuta sulle scale di casa a Cesenatico, la luce improvvisa e le voci soffuse dei medici che sono intorno a lui nell'ospedale dov'è rimasto ricoverato dal 10 febbraio fino al 22 aprile scorso. In mezzo c'è l'oblio, gli manca un pezzo di pellicola. L'ex allenatore di Milan, Juve, Inter, Udinese, Lazio, Bologna ha vissuto l'inferno ma non sa com'è fatto.

Oggi sta bene, quel colpo alla testa molto violento gli ha portato via qualche diottria ma non ha lasciato danni cerebrali: "Ho qualche deficit di memoria a breve", racconta al Corriere della Sera. E quando parla delle condizioni di salute ha la consapevolezza di essersela cavata con il male minore considerate le conseguenze nonostante quella botta tremenda. "È inutile girarci troppo in torno, ho rischiato di morire e se oggi sono qui è stato per miracolo".

Zaccheroni durante l'esperienza di commissario tecnico alla guida del Giappone.
Zaccheroni durante l'esperienza di commissario tecnico alla guida del Giappone.

A trovarlo in un lago di sangue fu sua moglie, Fulvia. La scena che si trovò davanti fu agghiacciante: "Avevo la testa aperta e un occhio fuori dall'orbita". Zaccheroni era in gravissimo quando arrivò al ‘Bufalini' di Cesena, fu operato alla testa per la rimozione di un ematoma. Aveva perso l'equilibrio, era scivolato sulla rampa ed era finito giù, in fondo alle scale: da quel momento in poi non sa cosa è successo. O meglio, gli è stato spiegato. Ad ascoltare certe cose vengono i brividi addosso. "Possibile che avessi in braccio la cagnolina di mio figlio e che abbia cercato di proteggerla quando sono precipitato per una decina di gradini – ha aggiunto l'ex ct di Giappone ed Emirati Arabi -. Mia moglie era al piano terra, mi ha sentito urlare ed è accorsa subito".

Cosa ricorda del mese in terapia intensiva? Niente. Anche quello fa parte del diario quotidiano che gli è stato letto (metaforicamente) per descrivergli, passo dopo passo, il periodo di cure ricevute durante la fase di coma, dopo il risveglio e nel corso della degenza. "Nella stanza c'era solo personale medico. Mi siedo, mi guardo le gambe e dico: dove sono finiti i miei muscoli? Dopo un mese a letto mi sembravano quelle di un anziano".

L'allenatore celebra la vittoria dello scudetto con il Milan.
L'allenatore celebra la vittoria dello scudetto con il Milan.

Ci sono due date che segnano la fine dell'incubo peggiore. La prima è quella del 10 marzo quando Zaccheroni ha iniziato la riabilitazione in un'altra struttura (l'ospedale ‘Marconi' di Cesenatico). "Ho fatto fisioterapia e logopedia. Se oggi cammino mentre parlo con lei (la giornalista, Monica Colombo, ndr) lo devo ai dottori e a tutte le persone dei due istituti che si sono presi cura di me". Poi c'è quella del 22 aprile, il giorno delle dimissioni. "Dopo qualche giorno sono andato a salutare il personale del Bufalini. A ma moglie che era con me dissi: ma che posto è? Non l'avevo nemmeno riconosciuto". Può raccontarlo, per fortuna.

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