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Valencia, protesta clamorosa: in conferenza il tecnico viene lasciato solo dai calciatori

La squadra non ha mai gradito l’esonero di Marcelino, una decisione non motivata dai risultati sportivi. Per questo il nuovo allenatore, Albert Celades, s’è ritrovato da solo a rispondere alle domande dei giornalisti nonostante il protocollo della Uefa preveda la presenza obbligatoria di un calciatore accanto al tecnico.
A cura di Maurizio De Santis
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La decisione da parte della dirigenza di esonerare Marcelino ha avuto riflessi sullo spogliatoio del Valencia. Una scelta incredibile soprattutto alla luce dei risultati e del trend di rendimento della squadra dalla scorsa stagione a oggi. Perché licenziare un allenatore che è giunto quarto in campionato e a un passo dalla finale di Europa League, ha conquistato un posto in Champions e vinto la Coppa del Re? Apparentemente nessuno soprattutto se ai riscontri positivi di allora si aggiungono anche quelli odierni (4 punti in 3 gare nella Liga). Insomma, nulla lasciava presagire che i vertici del club potessero optare per una soluzione così drastica. O almeno nulla che avesse una ragione di tipo sportivo… Ecco perché, alla prima occasione utile, i calciatori hanno inscenato una protesta clamorosa nei confronti della società

L'episodio è accaduto durante la conferenza stampa di vigilia della prima partita di Champions contro il Chelsea. Il nuovo allenatore, Albert Celades, s'è ritrovato da solo a rispondere alle domande dei giornalisti nonostante il protocollo della Uefa preveda la presenza obbligatoria di un calciatore accanto al tecnico. Un segnale chiarissimo di dissenso da parte del gruppo che potrebbe costare anche sanzioni al club spagnolo qualora questa forma di protesta dovesse ripetersi anche nel post partita.

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Come ha reagito Celades a questa situazione e qual è la sua posizione all'interno dello spogliatoio? La squadra lo segue oppure il gesto delle ultime ore è la prova tangibile di un ammutinamento in atto? Il tecnico ha spiegato così cosa sta accadendo e come intende farvi fronte.

Non ho paura, bisogna superare questo momento e adattarsi – ha ammesso l'allenatore alla vigilia dell'incontro con i londinesi -. Sono qui per fare il mio lavoro e prenderò le decisioni che ritengo appropriate fino a quando la società riterrà che debba essere io a guidare il Valencia. Come sta la squadra? Giochiamo la Champions e questa dovrebbe essere già una motivazione valida per dare il meglio.

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