Tudor fa correre i brividi lungo la schiena alla Juve: “Ai calciatori ho fatto un discorso”

Bologna–Juventus è uno spareggio per mettere le mani sul quarto posto. I bianconeri possono ipotecarlo e con esso anche la qualificazione in Champions League che, considerati gli introiti, è come mettere il futuro in banca. Gli emiliani hanno necessità di vincere a tutti costi perché sono dietro di un punto, ma lì pronti a sfruttare ogni pecca degli avversari pur di fare il ribaltone. Gli uni a 62, gli altri a 61 poi ci sono Roma e Lazio a 60, Fiorentina a 59: il margine è così ristretto lassù che basta un piccolo scossone perché ogni speranza sia compromessa. Il risultato può decidere "tanto, non tutto", dice Igor Tudor nella conferenza stampa alla vigilia dell'incontro. Ai calciatori ha cercato i inculcare la giusta determinazione che può fare la differenza in situazioni del genere, questione di mentalità e di motivazioni. Queste ultime non mancano, quanto al primo aspetto la Juve di quest'anno spesso è finita fuori strada per sbandamenti improvvisi.
"Ho fatto un discorso alla squadra – ha ammesso il tecnico -. I giocatori devono andare forte a prendersi il destino che è loro davanti, nessuno glielo regala". Non vuole sentire parlare di parole come "pressione" oppure di attenuanti come gli "assenti", annuncia che Vlahovic non ce la fa ma si va in trincea ugualmente. "Devi concentrarti sui compiti da fare. A Bologna hanno capito che la fisicità annulla la qualità. Quando la squadra si prepara nel modo che piace a me, riesce a ottenere qualsiasi cosa, indipendentemente dall'avversario, se forte o meno forte".
Coltello tra i denti, sole alle spalle, animus pugnandi, testa e cuore, contano pure le gambe che devono mulinare abbastanza in disfide di questo tipo. Tudor ha tracciato la via "poi sono i calciatori che la devono percorrere… Il Bologna è una squadra difficile da affrontare, c’è un lavoro dietro che è stato costruito negli anni. Hanno qualità, fisicità, grinta. Tutto… ma questo non vuol dire che andremo lì ad accontentarci del pareggio. Non l'ho mai fatto nella mia carriera e mai lo farò".
Vincere, la Juve può fare solo questo se vuole ritagliarsi uno spazio nell'Europa che conta. E se finora non c'è riuscita, a Tudor interessa poco. Non è una scusante per sé, non può esserlo per la squadra. Anzi… "Non posso commentare lo stato mentale della squadra prima di me. Roma-Juventus è stata una gara importante che abbiamo giocato con personalità. Deve essere così anche col Bologna. Ma le partite sono tutte importanti, come con il Monza. Queste finali, come le chiamano tutti, sono poche e sono tutte lì. Non è detto che ne fai prima bene una e poi male l'altra".